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Istituto Superiore di Sanità
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Rapporto nazionale Passi 2010: prevenzione e controllo del rischio cardiovascolare

9 giugno 2011 - Le malattie cardiovascolari comprendono patologie gravi e diffuse (le più frequenti sono infarto miocardico e ictus cerebrale), che rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale: in Italia, provocano oltre il 40% di tutti i decessi e hanno anche un notevole impatto (pdf 1,5 Mb) in termini di disabilità, risultando responsabili di circa un sesto dei DALYs (Disability Adjusted Life Years), indicatore che misura il carico complessivo di malattia nella popolazione [1,2].

 

I fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari sono numerosi: ipertensione arteriosa, fumo di tabacco, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso/obesità, sedentarietà, dieta. Di quest’ultima, diverse componenti influiscono sul rischio cardiovascolare: in modo positivo (il consumo di frutta, verdura e pesce) o negativo (come l’eccessivo contenuto di sale, grassi saturi e idrogenati) [3].

 

Oltre agli stili di vita, nella genesi delle malattie cardiovascolari rivestono un ruolo rilevante altri fattori quali depressione, basso livello socioeconomico, condizioni di stress cronico legate a marginalità e isolamento sociale [4].

 

Un approccio integrato

Per contrastare l'insorgenza delle malattie cardiovascolari è importante adottare un approccio integrato (pdf 130 kb), di popolazione e individuale [5-6]. Le strategie di popolazione possono spostare in senso favorevole la distribuzione dei fattori di rischio nell'intera comunità ed essere attuate attraverso modifiche legislative e amministrative (prescrizioni, divieti, tassazione, pianificazione, ecc.), che incidano sui comportamenti e sulle condizioni a rischio, o attraverso iniziative informative e promozionali (campagne di educazione sanitaria, attività di advocacy, ecc.) per aumentare la consapevolezza dei diversi portatori di interesse sugli specifici temi di salute. Poiché gran parte degli interventi efficaci di promozione di comportamenti salutari e di contrasto ai fattori di rischio sono esterni alla capacità di intervento del Ssn, è necessario attivare strategie intersettoriali, basate su azioni che prevedono il coinvolgimento di settori diversi della società e delle istituzioni, come stabilisce il programma “Guadagnare salute” [7].

 

L'approccio individuale, invece, è volto a identificare le persone a maggior rischio, in modo da consentire interventi mirati nei loro confronti. In questa prospettiva, piuttosto che la presenza di singoli fattori, è importante valutare il rischio complessivo che deriva dalla loro combinazione e interazione. Passi monitora molti di questi fattori, nonché le pratiche adottate per contrastarli, consentendo di valutare le associazioni tra le diverse condizioni.

 

Assieme ad altri sistemi informativi, come l’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare e il Registro degli accidenti cardio e cerebrovascolari, contribuisce così a delineare il quadro informativo necessario per attuare interventi efficaci.

 

Questa sezione descrive la situazione relativa alla prevenzione e al controllo dell’ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia, nonché all’utilizzo, da parte dei medici, della carta e del punteggio individuale per calcolare il rischio cardiovascolare dei propri assistiti. Presentiamo anche, in forma sintetica, il quadro complessivo dei fattori di rischio cardiovascolari rilevati da Passi.

 

Rischio cardiovascolare - Pool di Asl 2010

 

% (IC 95%)

Misurazione della pressione arteriosa negli ultimi 2 anni

82,8 (82,3-83,3)

Persone che riferiscono di essere ipertese1

20,3 (19,8-20,8)

Misurazione del colesterolo almeno una volta nella vita

79,1 (78,5-79,6)

Persone che riferiscono di essere ipercolesterolemiche2

23,7 (23,1-24,3)

Calcolo riferito del punteggio cardiovascolare3

6,9 (6,5-7,3)

Persone con almeno un fattore di rischio cardiovascolare4

97,5 (97,3-97,7)

1 tra le persone a cui è stata misurata la pressione arteriosa

2 tra le persone a cui è stata misurata la colesterolemia

3 su tutte le persone ≥35 anni, senza patologie CV

4 su tutta la popolazione di 18-69 anni. Fattori di rischio considerati: ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, fumo, eccesso ponderale, scarso consumo di frutta e verdura

 

Prevenzione e controllo dell’ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa (Progetto Cuore: definizione, dati, prevenzione) è uno dei principali fattori di rischio di malattie gravi e invalidanti come ictus, infarto del miocardio, scompenso cardiaco, insufficienza renale.

L’ipertensione è associata a fattori modificabili, come il contenuto di sale nella dieta, l’obesità e l’inattività fisica. La sua insorgenza è quindi prevenibile con interventi a livello individuale e di popolazione. In ogni caso, è importante diagnosticare precocemente l'ipertensione mediante controlli medici e contrastarne gli effetti con il trattamento farmacologico e appropriate modifiche degli stili di vita.

 

Misurazione della pressione arteriosa

La pressione arteriosa è stata misurata nei due anni precedenti nell’83% della popolazione del pool Passi 2010.

 

Scarica la tabella (xls 39 kb) con i dati regionali del 2010 relativi alla misurazione della pressione arteriosa.

 

Per un confronto interregionale più attendibile, la prevalenza della misurazione della pressione arteriosa è stata calcolata sul pool quadriennale omogeneo 2007-2010 (nota). La mappa riporta le Regioni in cui la prevalenza dell’indicatore è in linea con il dato di pool (differenza non significativa dal punto di vista statistico), quelle con prevalenza superiore e quelle con prevalenza inferiore rispetto al dato medio di pool 2007-2010 (differenza significativa dal punto di vista statistico). I dati regionali del 2007-2010 riguardanti la misurazione della pressione arteriosa sono riportati nel diagramma.

 

Persone a cui è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi due anni

Pool Asl omogeneo – Passi 2007-2010

 

 

 

Scarica la tabella (xls 45 kb) con i dati per Regione .

 

Ipertensione riferita

Considerando solo le persone a cui è stata misurata la pressione, la percentuale di coloro che riferiscono di aver ricevuto una diagnosi di ipertensione, nel 2010 è risultata pari al 20%.

 

Scarica la tabella (xls 38 kb) con i dati regionali del 2010 relativi alla diagnosi di ipertensione.

 

In base a risultati di numerosi studi su validità e riproducibilità, si osserva che le indagini condotte su dati riferiti, come Passi, sottostimano la prevalenza di ipertensione rispetto a studi basati su dati misurati [8].

 

Trattamento dell’ipertensione

Il trattamento dell’ipertensione si avvale di terapia farmacologica e di modifiche degli stili di vita, che i medici curanti suggeriscono ai propri assistiti.

 

Nel 2010, il 79% degli ipertesi ha dichiarato di essere in trattamento farmacologico. All’89% degli intervistati ipertesi è stato consigliato di ridurre il consumo di sale, all’80% di controllare il peso corporeo e all'83% di svolgere regolarmente attività fisica.

 

Trattamento dell’ipertensione

Pool Asl – Passi 2010

 

 

La percentuale di ipertesi che hanno ricevuto una prescrizione di farmaci o almeno un consiglio riguardo allo stile di vita per tenere sotto controllo la pressione arteriosa è risultata sempre elevata negli ultimi anni, con una crescita progressiva a livello nazionale, fino al 97% nel 2010, con una tendenza all’aumento nelle tre macro-aree geografiche (Nord, Centro, Sud/Isole).

 

Negli anni 2007-10, la prevalenza di questo indicatore è risultata sempre significativamente superiore al Sud rispetto al Nord. A fronte di una maggiore attenzione al controllo della pressione arteriosa nelle regioni settentrionali, nel Meridione l’assistenza degli operatori sanitari agli ipertesi attraverso farmaci e consigli sugli stili di vita è maggiore.

 

Attenzione sanitaria agli ipertesi (farmaci/consigli)

per macro area geografica

Pool Asl omogeneo – Passi 2007-2010

 

 

Prevenzione e controllo della colesterolemia

L’ipercolesterolemia (Progetto Cuore: definizione, dati, prevenzione) rappresenta uno dei principali fattori di rischio per cardiopatia ischemica e malattie cerebrovascolari sui quali è possibile intervenire con efficacia.

 

Misurazione della colesterolemia

La colesterolemia è stata misurata, almeno una volta nella vita, al 79% della popolazione del pool Passi 2010.

 

Scarica la tabella (xls 37 kb) con i dati regionali del 2010 riguardanti la misurazione della colesterolemia .

 

Per un confronto interregionale più attendibile la prevalenza della misurazione della colesterolemia è stata calcolata sull’intero pool quadriennale omogeneo 2007-2010, (nota).

 

La mappa riporta le Regioni in cui la prevalenza dell’indicatore è in linea con il dato di pool (differenza non significativa dal punto di vista statistico), quelle con prevalenza superiore e quelle con prevalenza inferiore rispetto al dato medio di pool 2007-2010 (differenza significativa dal punto di vista statistico). Il diagramma riporta i dati regionali del 2007-2010 riguardanti la misurazione della colesterolemia.

 

Persone a cui è stata misurata la colesterolemia

almeno una volta nella vita

Pool ASL omogeneo – PASSI 2007-2010

 

 

 

Scarica la tabella (xls 43 kb) con i dati per Regione .

 

Ipercolesterolemia riferita

La percentuale di persone che riferiscono di aver ricevuto una diagnosi di ipercolesterolemia, nel pool Passi 2010 è pari al 24% di coloro che hanno fatto un controllo della colesterolemia almeno una volta nella vita.

 

Scarica la tabella (xls 37 kb) con i dati regionali del 2010 relativi alla diagnosi di ipercolesterolemia .

 

Trattamento dell’ipercolesterolemia

Nel 2010 il 32% degli ipercolesterolemici ha dichiarato di essere in trattamento farmacologico.

All'80% degli intervistati ipercolesterolemici è stato consigliato maggior consumo di frutta e verdura, all’88% minor consumo di carne e formaggi, al 77% di controllare il peso e all'81% di fare regolare attività fisica.

 

Trattamento dell’ipercolesterolemia

Pool Asl – Passi 2010

 

 

Nel 2010, la quota di ipercolesterolemici che hanno ricevuto una prescrizione di farmaci o almeno un consiglio riguardo allo stile di vita per tenere sotto controllo la colesterolemia era pari al 94%, senza variazioni significative rispetto agli anni precedenti. Anche per questo indicatore si osserva, nella media del quadriennio 2007-2010, una differenza tra le macro-aree geografiche: al Nord (92%) è risultato inferiore rispetto al Centro (94%) e al Sud (96%).

 

Fattori di rischio multipli

La compresenza di più fattori di rischio cardiovascolare in una persona può determinare un impatto sullo stato di salute particolarmente grave. È perciò importante valutare nella popolazione non solo la diffusione dei singoli fattori, ma anche i diversi profili di rischio multifattoriali [9,10].

 

La frequente compresenza di questi fattori (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, fumo, eccesso ponderale, scarso consumo di frutta e verdura), vista la larga diffusione nella popolazione, è in parte dovuta a un'associazione casuale, ma soprattutto è dovuta all’interazione di queste condizioni e al loro potenziamento reciproco. Per esempio, l'insorgenza del diabete è favorita dal peso eccessivo, dalla sedentarietà, da una dieta inappropriata; l'ipertensione è associata all'eccesso di peso, all'inattività fisica, a un ridotto consumo di frutta e verdura; ecc. [11-12].

 

Fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione 18-69 anni - Pool di Asl 2010

 

%

Ipertensione arteriosa

20%

Ipercolesterolemia

24%

Sedentarietà

30%

Fumo

28%

Eccesso ponderale (IMC > 25)

42%

Meno di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno

90%

Diabete

 5%

 

Il grafico mostra la prevalenza dei diversi profili di rischio multifattoriali. Una esigua percentuale (meno del 3%) della popolazione di 18-69 anni è priva di fattori di rischio cardiovascolare, mentre circa quattro persone su dieci ne hanno tre o più.

 

Prevalenza dei profili di rischio multifattoriali

Pool Asl– Passi 2010

 

 

Calcolo del rischio cardiovascolare

La carta e il punteggio individuale del rischio cardiovascolare sono strumenti semplici e obiettivi che il medico può utilizzare per stimare la probabilità, in termini assoluti, che il proprio paziente ha di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi, conoscendo il valore di sei importanti fattori di rischio, facilmente rilevabili: due non modificabili (sesso ed età), e quattro modificabili (diabete, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia).

L’uso della carta del rischio è indicato come strumento di valutazione clinico-prognostica nelle persone con 35 anni di età o più.

 

Nel pool di Asl nel 2010, il 7% degli intervistati di età 35-69 anni, senza patologie cardiovascolari, ha dichiarato che gli è stato misurato il rischio cardiovascolare, mediante carta o punteggio individuale.

 

Scarica la tabella (xls 45 kb) con i dati regionali del 2010 relativi al calcolo del rischio cardiovascolare.

 

Per un confronto interregionale più attendibile la prevalenza del calcolo del rischio è stata stimata sul pool quadriennale omogeneo 2007-2010 (nota).

 

La mappa riporta le Regioni in cui la prevalenza dell’indicatore è in linea con il dato di pool (differenza non significativa dal punto di vista statistico), quelle con prevalenza superiore e quelle con prevalenza inferiore rispetto al dato medio di pool 2007-2010 (differenza significativa dal punto di vista statistico). Il diagramma riporta i dati regionali del 2007-2010 relativi al calcolo del rischio cardiovascolare.

 

Persone 35-69 anni, senza patologie cardiovascolari,

cui è stato misurato il rischio cardiovascolare

Pool ASL omogeneo – PASSI 2007-2010

 

 

Scarica la tabella (xls 44 kb) con i dati per Regione.

 

Il grafico riporta la proporzione di assistiti di età ≥35 anni, senza patologie cardiovascolari, che hanno riferito che un medico ha calcolato il loro rischio cardiovascolare assoluto, in funzione del numero di fattori di rischio presenti.

 

Si osserva un progressivo incremento, statisticamente significativo, tuttavia, anche nelle situazioni di maggior rischio è coinvolta solo una minoranza di assistiti.

 

Calcolo del rischio cardiovascolare assoluto in funzione del

 numero di fattori di rischio presenti1

Pool Asl – Passi 2010

 

1 calcolato su tutte le persone ≥35 anni, senza patologie cardiovascolari. Fattori di rischio considerati: ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, fumo, eccesso ponderale, scarso consumo di frutta e verdura.

 

Conclusioni

La prevenzione e il contrasto alle malattie cardiovascolari, per risultare efficace, deve basarsi su un approccio sia individuale sia di popolazione [13].

 

I dati del pool Passi dimostrano quanto i fattori di rischio cardiovascolare siano diffusi: meno del 3% degli adulti di 18-69 anni ne sono privi e circa il 40% ne ha tre o più. Aumentare la proporzione delle persone con un basso profilo di rischio potrebbe ridurre grandemente il carico di malattia legato alle patologie cardiovascolari [14].

 

È perciò importante attivare strategie a livello di popolazione, che promuovano stili di vita salutari e riducano la prevalenza e la gravità delle principali condizioni a rischio. Sono necessari interventi sinergici da parte dei ministeri e delle amministrazioni pubbliche, con il coinvolgimento e il contributo di professionisti dell'area sanitaria, dell'opinione pubblica e dei singoli individui, secondo le indicazioni del programma Guadagnare Salute.

 

A fini preventivi sono utili anche gli interventi in grado di ridurre le situazioni di diseguaglianza sociale, che hanno un peso rilevante nel determinare l'insorgenza di queste patologie [15].

 

D'altra parte, a livello individuale, vanno adottate in modo sistematico attività assistenziali rivolte a diagnosticare, monitorare e trattare le principali condizioni a rischio: Passi consente di valutarne la diffusione sul territorio e l’evoluzione nel tempo.

 

Uno strumento per identificare i soggetti con i profili di rischio più sfavorevoli, su cui concentrare appropriati interventi, è la carta del rischio cardiovascolare, che può migliorare sia la valutazione clinica sia la consapevolezza dell’assistito. Il suo uso generalizzato da parte dei medici curanti dovrebbe essere  promosso, secondo quanto prevede il Progetto Cuore, coordinato dall'Iss. I risultati di Passi dimostrano che la carta del rischio è uno strumento ancora poco utilizzato, inoltre, invece di proporla a tutti gli assistiti, i medici prevalentemente la utilizzano con chi ha profili di rischio particolarmente sfavorevoli. Vi sono perciò ancora ampi spazi di miglioramento in questo ambito.

 

Per contrastare molte delle condizioni a rischio, si sono dimostrati in genere efficaci interventi multicomponente che affrontano adeguatamente i diversi aspetti dei problemi connessi con la prevenzione e il trattamento [16].

 

Nota

A causa di accorpamenti e di variazioni dei confini amministrativi, le Aziende sanitarie partecipanti al Passi sono variate nel tempo. Tuttavia, le Asl che hanno effettuato la sorveglianza in modo continuo nel quadriennio corrispondono all’88% della popolazione osservata, per un totale di 118.611 interviste nel periodo 2007-2010.

 

Bibliografia

1) World Health Organization - The European health report 2005. Public health action for healthier children and populations

2) World Health Organization - Global Burden of Disease (GBD) - Disease and injury country estimates

3) Iss - Progetto Cuore: Epidemiologia e prevenzione delle malattie cerebro e cardiovascolari - Fattori di rischio

4) World Health Organization - The Atlas of Heart Disease and Stroke

5) World Bank - Cardiovascular Health

6) Emberson J, Whincup P, Morris R, et al. Evaluating the impact of population and high-risk strategies for the primary prevention of cardiovascular disease European Heart Journal (2004) 25, 484–491

7) Ministero della Salute. Guadagnare salute - Rendere facili le scelte salutari

8) Nelson DE, Holtzman D, Bolen J, Stanwyck CA, Mack KA. Reliability and validity of measures from the Behavioral Risk Factor Surveillance System (BRFSS). Social and Preventive Medicine, 2001;46Suppl:S03-S42.

9) Progetto IGEA. Linee guida e raccomandazioni

10) Yusuf HR, Giles WH, Croft JB, Anda RF, Casper ML. Impact of Multiple Risk Factor Profiles on Determining Cardiovascular Disease Risk. Preventive Medicine 27, 1–9 (1998)

11) Hahn RA,  Heath GW, Chang Man-Huei. Cardiovascular Disease Risk Factors and Preventive Practices Among Adults - United States, 1994 A Behavioral Risk Factor Atlas. MMWR - Surveillance Summaries. December 11, 1998 / 47(SS-5);35-69

12) Whelton PK; He J, Appel LJ, et al. Primary Prevention of Hypertension: Clinical and Public Health Advisory From the National High Blood Pressure Education Program. JAMA. 2002;288(15):1882-1888 (doi:10.1001/jama.288.15.1882)

13) US Department of Health and Human Services. A Public Health Action Plan to Prevent Heart Disease and Stroke. Atlanta, GA: US Department of Health and Human Services, Centers for Disease Control and Prevention; 2003.

14) Stamler J. Low Risk and the “No More Than 50%” Myth/Dogma. Arch Intern Med 2007; 167: 537

15) Beaglehole R, Saracci R, Panico S. Cardiovascular diseases: causes, surveillance and prevention. International Journal of Epidemiology. 2001;30: Sl-S4

16) The Guide to Community Preventive Services