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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Rapporto nazionale Passi 2010: esposizione al fumo passivo

31 maggio 2011 - Essere esposti a fumo passivo aumenta il rischio di gravi patologie, come cancro e malattie cardiovascolari negli adulti e nei bambini. Dall’entrata in vigore dell’applicazione del divieto di fumo nei locali pubblici, studi condotti in ambiti territoriali diversi hanno evidenziato una riduzione del tasso di ricoveri per infarto miocardico acuto.

 

Consulta la scheda indicatore.

 

Fumo passivo – pool di Asl 2010

 

%

(IC95%)

Divieto di fumare rispettato sempre o quasi sempre

 

nei locali pubblici

87,3

(86,8-87,8)

sul luogo di lavoro

89,3

(88,7-89,8)

Divieto assoluto di fumare nella propria abitazione

75,7

(75,1-76,2)

Divieto assoluto di fumare nella propria abitazione con minori in famiglia

83,4

(82,3-84,4)

 

Esposizione a fumo passivo nei locali pubblici

L’87% delle persone intervistate ha riferito che il divieto di fumare è rispettato sempre o quasi sempre nei locali pubblici che frequentano. Consulta la scheda indicatore.

 

Il grafico riporta i dati regionali del 2010 per questo indicatore:

 

Percezione del rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici

Pool Asl Passi - 2010

 

Scarica la tabella con i dati per Regione (xls 36 Kb).

 

Il confronto sul quadriennio

Per un confronto interregionale più attendibile, la prevalenza del divieto di fumare nei locali pubblici rispettato sempre, o quasi sempre, è stata calcolata anche sul pool quadriennale (2007-2010). Nella mappa le Regioni [1] sono distinte a seconda che la prevalenza dell’indicatore sia o in linea (differenza non statisticamente significativa) o superiore o inferiore rispetto al dato di pool 2007-2010 medio (differenza statisticamente significativa). Si osserva un gradiente per cui, rispetto al valore medio di pool, il divieto di fumare nei locali pubblici è rispettato più al Nord e in Abruzzo, che nelle Regioni del Sud e in Umbria.

 

Rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici

Pool Asl – Passi 2007-2010

 

Il grafico riporta i dati regionali del 2007-2010 per questo indicatore:

 

Rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici

Pool Asl – Passi 2007-2010

 

Scarica la tabella con i dati per Regione (xls 37 kb)

 

Considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l’intero periodo 2007-2010 (pool omogeneo) [2], la percentuale di persone che nel 2010 riferiscono che il divieto di fumo nei locali pubblici è rispettato sempre o quasi sempre è aumentata rispetto al 2007, ma rimane abbastanza simile a quella degli anni 2008 e 2009:

 

Trend del rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici

Pool omogeneo Asl – Passi 2007-2010

 

Esposizione a fumo passivo sui luoghi di lavoro

Tra gli adulti che lavorano in ambienti chiusi, circa 9 persone su 10 riferiscono che il divieto di fumare è rispettato sempre o quasi sempre sul luogo di lavoro.

 

Il grafico riporta i dati regionali del 2010 per questo indicatore:

 

Percezione del rispetto del divieto di fumo nei luoghi di lavoro

Pool Asl - Passi 2010

 

Scarica la tabella con i dati per Regione (xls 35 kb)

 

Considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l’intero periodo 2007-2010 (pool omogeneo) [2], la prevalenza di persone che nel 2010 riferiscono che il divieto di fumo sul luogo di lavoro è rispettato sempre o quasi sempre è in aumento dal 2007, registrando un trend statisticamente significativo:

 

Trend del rispetto del divieto di fumo sui luoghi di lavoro

Pool omogeneo Asl – Passi 2007-2010

 

Esposizione a fumo passivo in casa

Per più di tre intervistati su quattro (76%) il fumo in ambito domestico non è ammesso in alcun locale della propria abitazione. Il 20% riferisce che è possibile fumare in alcune stanze, mentre un restante 4% dichiara che è consentito fumare in tutti gli ambienti chiusi della casa.

Il grafico riporta i dati regionali del 2010 per questo indicatore:

 

Divieto di fumo in casa

Pool Asl – Passi 2010

 

Scarica la tabella con i dati per Regione (xls 38 kb)

 

Considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l’intero periodo 2007-2010 (pool omogeneo) [2], la prevalenza di persone che nel 2010 riferiscono un divieto assoluto di fumo in casa è in aumento dal 2007, registrando un trend statisticamente significativo: in quattro anni, è aumentata di sei punti percentuali (dal 70% del 2007 al 76% del 2010).

 

Trend del divieto di fumo in casa

Pool omogeneo Asl – Passi 2007-2010

 

Tra coloro che vivono con minori di 15 anni, le regole sono lievemente più rigide: nel 2010 la percentuale delle case libere dal fumo è dell’83%.

 

 

Conclusioni

Fumare è attualmente una scelta consentita che può essere proibita solo ai minori. La comunità dei non fumatori va invece difesa nel suo insieme dai pericoli alla salute derivanti dall’esposizione passiva al fumo, con una particolare attenzione nel prevedere interventi specifici a favore dei meno tutelati. La legge sul divieto di fumo dei locali pubblici e sui luoghi di lavoro rappresenta un importante traguardo per la salute pubblica nel nostro Paese. Tuttavia, sono ancora presenti aree territoriali con margine di miglioramento. L’attività ispettiva in luoghi di lavoro e locali pubblici potrebbe quindi ridurre le disuguaglianze rispetto all’applicazione della legge sul divieto di fumo ancora registrabili fra le diverse Regioni.

 

L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora frequente, soprattutto se si considera che il divieto parziale ha un’efficacia ridotta. La situazione migliora in case in cui sono presenti minori di 15 anni, ma in circa due abitazioni su dieci c’è comunque la possibilità di fumare. Si dovrebbe promuovere una maggiore comunicazione sulla pericolosità dell’esposizione al fumo passivo, in particolar modo rivolta ai genitori di bambini.

 

Sebbene questi tre indicatori relativi all’esposizione al fumo ambientale registrino un lieve miglioramento, è possibile fare ancora molto per evitare i danni alla salute.

 

 

Nota

[1] Lombardia, Sardegna e Calabria hanno partecipato alla sorveglianza solo con alcune Asl.

[2] A causa di accorpamenti e di variazioni dei confini amministrativi, le Aziende sanitarie partecipanti al Passi sono variate nel tempo. Tuttavia, le Asl che hanno effettuato la sorveglianza in modo continuo nel quadriennio corrispondono all’88% della popolazione osservata, per un totale di 118.611 interviste nel periodo 2007-2010.