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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Rabbia silvestre in Friuli Venezia Giulia: confermati nuovi casi nelle volpi

Il 10 ottobre 2008 un uomo anziano, non lontano dalla sua abitazione a Gniva di Resia (Udine), è stato aggredito e morsicato alla caviglia da una volpe, che è stata successivamente abbattuta. La notifica di morso di animale selvatico è stata inviata al dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria 3 “Alto Friuli” da parte del Pronto soccorso dell’Ospedale di Gemona del Friuli, che ha praticato i primi trattamenti all’infortunato e ha allertato le autorità locali. La carcassa dell’animale è stata rintracciata nei pressi della zona boschiva dove l’uomo è stato morso ed è stata inviata al laboratorio di riferimento per la ricerca di virus della rabbia.

 

Inoltre il 27 ottobre un’altra volpe, trovata morta nell'area di Venzone (Udine) a 12 km del luogo del ritrovamento della prima, è risultata positiva per rabbia.

 

Dal 1997, l’Italia era considerata libera da questa malattia, e i protocolli regionali in caso di morso di animale non prevedevano più la profilassi antirabbica.

 

Le analisi di laboratorio del centro di riferimento per la rabbia (Franco Mutinelli, Paola De Benedictis) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno confermato la positività delle due volpi. Di conseguenza, la persona morsa è stata sottoposta al trattamento vaccinale post-esposizione.

 

Gli animali provenivano probabilmente dall’area di confine con la Slovenia, dove attualmente la maggioranza dei casi di rabbia in animali selvatici è localizzata lungo il confine sudorientale con la Croazia. A oggi, non risultano segnalazioni ufficiali di casi di rabbia animale nella parte di Slovenia che confina con il Friuli Venezia Giulia. In Slovenia, la vaccinazione delle volpi è prevista fino al confine con la Provincia di Trieste, ma non nel territorio confinante con le Province di Gorizia e Udine.

 

Il 20 ottobre 2008 i responsabili della sanità pubblica e veterinaria, d’intesa con i sindaci di 6 comuni del Friuli Venezia Giulia (Resia, Resiutta, Chiusaforte, Venzone, Lusevera, Taipana) al confine con la Slovenia hanno adottato provvedimenti di controllo in ambito veterinario, mirati a ridurre il rischio di contagio da animali selvatici agli animali in contatto con le persone:

  • i cani devono essere portati al guinzaglio e devono essere segnalati cambiamenti di comportamento che possano fare sospettare un eventuale contagio
  • tutti i cani e gli erbivori (per esempio, i bovini) devono essere vaccinati
  • divieto di caccia con i cani, anche se vaccinati
  • intensificazione della sorveglianza e del monitoraggio sugli animali selvatici
  • predisposizione di un programma di vaccinazione orale per le volpi.
  • informazione alla popolazione circa le iniziative di cautela da adottare rispetto agli animali selvatici trovati morti e a quelli domestici che dovessero modificare l’indole e i comportamenti nei confronti dell’uomo.

I provvedimenti di controllo in ambito umano prevedono:

  • il ripristino del protocollo post-esposizione antirabbico da adottarsi nei confronti di soggetti morsicati
  • l’emanazione di linee guida di profilassi per i soggetti che, per motivi professionali, sono a rischio di infettarsi con il virus della rabbia.

A distanza di 15 giorni dalla morsicatura, la persona morsicata è strettamente sorvegliata dai sanitari dell’Azienda sanitaria 3 “Alto Friuli” e sta completando il ciclo vaccinale antirabbico. Al momento, non ha manifestato eventi di rilievo. Leggi il commento di Paolo D’Ancona (Cnesps, Iss).