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Istituto Superiore di Sanità
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Proteggere i ragazzi dagli incidenti: l’Europa si dà i voti sulla sicurezza

Ogni anno in Europa potrebbero essere evitate più di 6700 morti di bambini e adolescenti, se ogni Paese raggiungesse il livello di sicurezza della Svezia, lo Stato più sicuro d’Europa. Lo dice il nuovo rapporto pubblicato dall’Alleanza europea per la sicurezza del bambino (Eurosafe), in collaborazione con la Commissione europea, l'Alleanza per la salute e l’ambiente (Heal), l’Unicef e l’Oms Europa.

 

Obiettivo dell’indagine è valutare l’adozione, l’attuazione e l’applicazione delle politiche di sostegno alla sicurezza dei bambini nel Vecchio continente, determinando quanto la protezione dell’infanzia sia considerata un valore chiave per la pianificazione degli interventi di prevenzione e promozione della salute.

 

Per ognuno dei 18 Paesi analizzati è stata realizzata anche una sintesi rivolta ai decisori politici (Child Safety Report Cards: guarda quella sull’Italia). Il 18 Paesi comprendono 15 Stati membri dell'Ue più la Scozia, l'Irlanda del Nord e la Norvegia. Il progetto tratta Scozia e Irlanda del Nord a sé, perché in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord vi sono strutture di governo differenti per l’approvazione dei rispettivi piani d'azione per la sicurezza dei bambini.

 

I risultati

Paesi Bassi, Irlanda del Nord e Svezia sono risultati i Paesi migliori, nei quali l’adozione di specifiche politiche per la sicurezza dei minori ha ridotto la mortalità giovanile provocata da incidenti e infortuni. Grecia e Portogallo hanno invece ottenuto i punteggi più bassi. Per esempio, la Grecia ha un tasso di mortalità infantile che è ben quattro volte superiore a quello della Svezia: circa 509 bambini potrebbero essere salvati ogni anno, se Atene riuscisse ad adottare misure e interventi di pari efficacia a quelli attuati dal governo di Stoccolma.

 

  Totale dei decessi per incidente Incidenti mortali evitabili, se il tasso di incidenti fosse lo stesso della Svezia % di morti evitabili, se il tasso di incidenti fosse lo stesso della Svezia Tasso dei decessi provocati da incidenti involontari, per 100.000
(0-19 anni)

Austria

339

204

60%

12.41

Belgio

626

467

75%

25.63

Repubblica Ceca

325

153

47%

12.32

Danimarca

138

40

29%

9.26

Estonia

115

90

78%

26.12

Francia

2122

1015

48%

18.23

Germania

1866

587

31%

11.85

Grecia

683

509

75%

28.29

Ungheria

279

106

40%

10.14

Italia

2030

1213

60%

17.95

Olanda

289

0

0%

6.56

Irlanda del Nord

53

16

30%

14.3

Norvegia

122

35

29%

8.06

Polonia

1640

855

52%

15.76

Portogallo

731

560

77%

22.16

Scozia

150

62

41%

10.95

Spagna

1012

388

33%

14.19

Svezia

158

(gruppo di riferimento)

(gruppo di riferimento)

5.77

Mortalità per incidenti evitabile in bambini e adolescenti - 2001 (Paese di riferimento: Svezia; fonte: database Oms sulla mortalità)

 

 

Nessun Paese europeo sta prendendo tutte le misure necessarie per ridurre al minimo gli incidenti dei bambini, anche se secondo lo studio nessuna delle condotte adottate dai Paesi esaminati viene giudicata come “inaccettabile”.

 

Le dozzine di politiche valutate hanno dimostrato di poter prevenire le morti infantili solo se effettivamente adottate, attuate e rafforzate. Numerose le politiche di sicurezza prese in esame: incidenti stradali, annegamento, cadute, avvelenamenti, ustioni e soffocamento solo per citare alcuni dei temi di indagine. Seggiolini in auto per i bambini più piccoli, caschi per la bicicletta e rivelatori di fumo sono le misure cautelative risultate più efficaci e più conosciute. Non meno importanti i consigli più recenti in materia di sicurezza, come ad esempio la costruzione di recinzioni per le piscine private, la realizzazione di imballaggi a prova di bambino per farmaci e prodotti per la pulizia domestica o la progettazione di veicoli che riducono la gravità delle lesioni dei pedoni in caso di impatto. Le stime indicano infatti che modifiche nella progettazione della parte anteriore delle automobili aiuterebbero a prevenire ogni anno nell'Ue fino a 2100 morti e 18 mila gravi infortuni tra pedoni e ciclisti di tutte le età. Altri interventi valutati sono invece di tipo socioeducativo e includono l'istruzione di genitori e figli sui temi della sicurezza e l’applicazione di normative specifiche, come ad esempio l'obbligo per i bambini in acqua di utilizzare dispositivi di galleggiamento.

 

L’indagine auspica infine la creazione di uffici o dipartimenti nazionali dedicati che abbiano piena ed esclusiva responsabilità nel coordinamento delle attività legate alla sicurezza dei giovani.

 

I commenti

Joanne Vincenten, direttore dell’Alleanza europea per la sicurezza del bambino, è piuttosto delusa da questi dati e ammette: “Sono ancora troppe poche le misure davvero efficaci che sono in vigore e che vengono attuate correttamente”.

 

Arlene McCarthy, deputato al Parlamento europeo (Pse, Regno Unito), afferma che la mancanza di azione per proteggere i bambini è dovuta a inadempienze sia da parte del governo che dell’industria: “I governi devono investire sui bambini e le famiglie con misure di sicurezza che abbiano realmente dimostrato di ridurre i decessi tra i più piccoli. L'industria deve essere responsabile e garantire che i prodotti e i servizi offerti siano sicuri. I profitti non possono mai venire prima della sicurezza”.

 

Anche Markos Kyprianou, commissario Ue per la Salute, individua nella sicurezza dei bambini e degli adolescenti una priorità assoluta per l'Unione europea. “La Commissione europea accoglie con favore questo documento come un prezioso contributo alla riduzione della causa principale di morte nei bambini e negli adolescenti di ogni Paese dell'Unione europea. Da gennaio 2008 sosterremo la seconda fase per estendere il progetto ad altri 12 Paesi”. Alla seconda fase del progetto (2007-2009) aderiranno anche Bulgaria, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovacchia, Slovenia e Turchia.

 

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