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Le donne straniere: una realtà del nostro Paese

Negli ultimi 20 anni uno dei grandi cambiamenti osservati in Italia è la crescente immigrazione, fenomeno che ha fatto registrare progressivamente un aumento della componente femminile della popolazione straniera in Italia. Secondo i dati del dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes 2011 (pdf 249 kb), mentre all’inizio degli anni ’90 le donne straniere presenti in Italia non raggiungevano le 300 mila unità, già alla fine del 2010 le donne residenti con nazionalità estera sono oltre 2 milioni e 300 mila, rappresentando il 51,8% del totale degli stranieri. I primi 5 Paesi stranieri da cui provengono sono la Romania, l’Albania, il Marocco, l’Ucraina e la Cina, mentre tra quelli in cui le donne sono numericamente inferiori alle 100 mila unità si osservano comunque punte del 65% nell’incidenza femminile per Polonia, Brasile e Moldavia.

 

Esiste una grande varietà anche nei profili e nei percorsi di integrazione che caratterizzano l’immigrazione femminile. Sebbene, infatti, sia determinata in larga parte dai ricongiungimenti familiari, presenta spesso volti diversi, come ad esempio quello delle donne straniere che arrivano sole in Italia (attivando a loro volta catene migratorie oppure affrontando le complessità legate ai legami familiari transnazionali) o quello delle vittime della tratta e dello sfruttamento della prostituzione.

 

Un’evidente ricaduta della presenza femminile straniera, che si caratterizza anche per la giovane età, è osservabile sulla natalità. Nel 2010 in Italia circa 2 nuovi nati su 10 sono stranieri e, considerando le sole Regioni del Nord (dove è maggiore la concentrazione e l’inserimento socio-lavorativo della popolazione immigrata) le nascite da madri stranieri salgono al 30% del totale. Con una media di 2,13 figli ciascuna, le donne straniere contribuiscono così significativamente alla fecondità nazionale.

 

Percorso nascita e Ivg tra le donne immigrate

A fronte di una situazione che sta assumendo dimensioni strutturali della nostra società, permangono delle differenze nell’assistenza e negli esiti relativi alla salute della donna. Una recente indagine, coordinata dall’Iss e condotta tra le immigrate che partoriscono in Italia, ha messo in luce il persistere di difficoltà da parte di queste donne nella fruizione dei servizi a disposizione nel percorso nascita. Carenze conoscitive delle straniere e la necessità di approcci diversi da parte dei servizi sono riscontrabili anche in altri percorsi.

 

I risultati di uno studio multicentrico sul ricorso all’Ivg tra le donne immigrate sottolineano proprio la necessità di promuovere informazioni e servizi che siano di supporto nelle scelte di procreazione consapevole, data la ridotta capacità rilevata tra le straniere intervistate di orientarsi e di utilizzare correttamente la contraccezione.

 

I servizi e le politiche sono quindi chiamati a impegnarsi a rafforzare l’intero ambito della salute riproduttiva e della prevenzione, attraverso strategie di empowerment e offerta attiva per una reale inclusione sociale delle donne immigrate, come si sta sperimentando nel progetto Ccm “Prevenzione delle Ivg donne straniere” coordinato dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Iss e l’Università di Roma “La Sapienza”.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 7 marzo 2013

Revisione a cura del: reparto Salute della donna e dell'età evolutiva, Cnesps-Iss