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Vaccini e autismo: si chiude il procedimento a Trani



Il 1 giugno la procura di Trani ha riconosciuto l’inconsistenza del presunto legame tra la vaccinazione trivalente MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) e autismo. L’indagine è partita nel 2014, in seguito alla denuncia di una coppia di genitori secondo cui i loro due figli erano diventati autistici dopo la somministrazione del vaccino MPR.

 

La procura ha basato la sua decisione sulla relazione realizzata da un collegio di consulenti cui è stato chiesto di valutare il caso, contestualizzarlo sulla base della letteratura scientifica disponibile e fornire un parere medico. Parallelamente sono state condotte indagini epidemiologiche in Puglia, i cui risultati hanno evidenziato la presenza di casi di autismo anche tra i bambini non vaccinati con MPR.

 

La relazione e le critiche

A seguito della decisione del tribunale i media hanno riportato alcune polemiche, sorte all’interno della comunità scientifica italiana, per alcune affermazioni contenute nella relazione stilata dal collegio di consulenti convocato dal PM di Trani. In particolare, ha stimolato il dibattito quella relativa all’esecuzione di alcuni esami ematochimici preliminari alla vaccinazione nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli.

 

Altra affermazione controversa riguarderebbe le linee guida di Oms, Acip (Advisory committee on immunization practices) e Aafp (American academy of family physicians) che «non sembrano assolutamente adeguate per promuovere una corretta sicurezza vaccinale» e che «stupisce moltissimo» il fatto che «si limitino semplicemente a dire che i vaccini non dovrebbero essere usati se il paziente ha febbre alta o altri segni di malattia grave».

 

Tuttavia, sia al livello europeo che al livello mondiale sono numerosi i Paesi che adottano i criteri oggetto di controversia ed anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) con la “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” (Rapporto Istisan 09/13, pdf 2,3 Mb), raccomanda, a tutto il personale che esegue una vaccinazione, di verificare la presenza di controindicazioni e/o precauzioni in ogni soggetto prima della somministrazione del vaccino utilizzando una scheda anamnestica standardizzata. Inoltre, la Giuda ribadisce che non ci sono esami di laboratorio o accertamenti diagnostici da eseguire di routine prima della vaccinazione a tutti coloro che appaiono in buona salute.

 

Come sottolineato da Giovanni Rezza (Direttore del Mipi-Iss), membro del collegio di consulenti, prima di procedere con una vaccinazione viene eseguita una valutazione del paziente, e la somministrazione del vaccino deve avvenire dopo aver spiegato ai genitori di che cosa si tratta, quali scopi ha e a quali rischi si espongono i bambini se non viene effettuata.

 

E come ulteriormente puntualizzato dal Professor Walter Ricciardi (Presidente dell’Iss) non c'è alcun test del sangue da fare prima delle vaccinazioni per indicare il rischio di eventuali effetti collaterali e che sarebbe inaccettabile, sia dal punto di vista etico che scientifico, sottoporre bambini piccolissimi a test invasivi, inutili e costosi.

 

L’importanza della sentenza

Al di là che di ogni possibile discussione intorno alla questione, amplificata dai media, non bisogna dimenticare che il punto fondamentale è che la Magistratura, grazie anche al contributo delle evidenze scientifiche, ha ribadito l’assenza di relazione causale tra i vaccini e l’autismo.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 9 giugno 2016

Revisione a cura di: Caterina Rizzo e Maria Cristina Rota - Reparto di Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps-Iss)