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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Asl Napoli 4: rapporto 2007 su stato di salute e servizi sanitari

Una realtà territoriale eterogenea, e per molti versi difficile, in cui la compresenza di fattori di rischio come eccesso di peso, sedentarietà e abitudine al fumo, si associa alla difficoltà di accesso alle strutture sanitarie da parte delle fasce di popolazioni più deboli e a rischio e al frazionamento dei percorsi sanitari. Una zona industrializzata e agricola allo stesso tempo, nota per il suo elevato indice di deprivazione socioeconomica (alto tasso di disoccupazione e di evasione scolastica e basso livello di istruzione), in cui cresce il numero dei nuovi nati e degli immigrati e dove si registra un indice di sopravvivenza oncologica più basso di circa 8 punti percentuali rispetto a quello rilevato dal pool dei Registri tumori italiani.

 

È la fotografia che scatta la "Relazione 2007 sullo stato di salute e sull'utilizzo dei servizi" (pdf 5 Mb), il rapporto realizzato dalla Asl Napoli 4 per descrivere le criticità del territorio, gli interventi adottati per affrontarle e gli ulteriori provvedimenti da avviare per garantire il diritto alla salute della popolazione.

 

Il rapporto è suddiviso in tre macro aree: "Territorio, demografia e ambiente", "Morbosità" e "Attività di prevenzione". La prima sezione delinea il contesto socioeconomico e demografico dell'area di competenza della Asl. La seconda, invece, dà conto dei risultati di indagini e studi relativi a malattie infettive, infezioni ospedaliere, esenzioni e invalidità, tumori, disabilità, salute mentale, tossicodipendenza, infortuni, assistenza farmaceutica. Nell'ultima macroarea, infine, vengono affrontate vaccinazioni screening, stili di vita, stato nutrizionale, adolescenti e trapianti.

 

Aspetti demografici

La Asl Napoli 4 è costituita da 35 Comuni e si estende su oltre 420 Kmq, pari al 36% della superficie territoriale della Provincia di Napoli. Al 31 dicembre 2007 risultano risiedere nell'area considerata circa 560 mila persone.

 

Nel 2005, la popolazione in età pediatrica (0-14 anni) era pari al 19,9%, un valore più alto di quello nazionale e di quello regionale, mentre la percentuale di popolazione anziana di età superiore ai 64 anni, sebbene in aumento, risultava di gran lunga inferiore ai dati nazionali e regionali. Infatti, la distribuzione percentuale, distinta per sesso e per classi di età, gli indici di vecchiaia e di invecchiamento e la piramide dell'età, relativi all'anno 2005, mostrano che quella della Asl Napoli 4 è una popolazione giovane, con una netta prevalenza delle fascia 20-39 anni.

 

Negli anni, il costante fenomeno migratorio e l'alto tasso di natalità hanno provocato un aumento della densità abitativa alla quale non ha fatto seguito un aumento dell'offerta di servizi. Ciò ha determinato l'emergenza di criticità di carattere sociale, economico e culturale, come la nascita di "zone ghetto" e l'aumento di fenomeni di devianza, disagio sociale, criminalità, disgregazione familiare, abbandono scolastico, le cui conseguenze si ripercuotono sulle fasce di popolazione più deboli (minori, anziani, portatori di handicap). Il territorio della Asl, come del resto l'intera Provincia di Napoli, vive una condizione di evidente disagio occupazionale e presenta alti tassi di disoccupazione, sottoccupazione e lavoro sommerso. Il tasso di disoccupazione stimato del 2005, pari a 16%, è più che doppio rispetto al totale Italia (7,1%).

 

Le malattie infettive

Nella Asl Napoli 4 una quota preponderante di fattori di rischio, stimata intorno all'80–90%, può essere attribuita a variabili ambientali riferite sia agli aspetti fisici (come inquinamento atmosferico, del sottosuolo e delle acque superficiali e delle falde), sia a stili di vita scorretti capaci di predisporre o favorire l'insorgenza di malattie.

 

Per quanto riguarda le malattie infettive, nel 2006 sono stati segnalati 722 casi di malattie sospette o accertate prevalentemente nella fascia d'età 0-14 (67,5%). Le problematiche maggiori, per frequenza e rilevanza delle patologie, sono dovute a casi di epatite, leishmaniosi viscerale, meningite, salmonellosi non tifoidee, sifilide, tubercolosi, tetano, varicella. In particolare, l'indagine evidenzia che la tubercolosi non è una malattia che riguarda solo gli extracomunitari e che la leishmaniosi viscerale, per quanto a livelli più bassi rispetto agli anni precedenti, è ancora presente nel territorio della Asl.

 

Le patologie oncologiche

Nell'assistenza ai pazienti con patologia oncologica si evidenzia un'estrema dispersione dei percorsi di cura. Il territorio è infatti interessato da un gran numero di strutture di ricovero private in regime di convenzione con il Ssn, pari a circa il doppio dei posti letto disponibili nei due ospedali pubblici di zona. I dati estratti dallo studio "I tumori in Provincia di Napoli 1997-2002" rilevano nell'area del Registro una consistente migrazione extraregionale (6,5%) e un massiccio ricorso a strutture regionali extra Asl perlopiù della città di Napoli.

 

L'incidenza oncologica complessiva per tutti i tipi di tumori, considerati nel loro insieme, per il periodo 1997-2002, presenta tassi più bassi rispetto a quelli rilevati dal pool dei Registri tumori italiani. Nello specifico, mostrano tassi di incidenza più alti rispetto al pool dei Registri i tumori fumo correlati e i tumori di polmone, laringe e vescica, nei maschi e il tumore del fegato sia nei maschi che nelle femmine. Tutte le singole sedi tumorali, fatta eccezione per la cervice uterina, mostrano dei trend di incidenza in aumento negli anni.

 

Mortalità e sopravvivenza

Se a livello nazionale sin dalla metà degli anni Ottanta la mortalità oncologica ha fatto registrare un trend in progressivo decremento, nell'area del Registro il trend è ancora in aumento sia nella Provincia di Napoli che in quella di Caserta. L'analisi della mortalità permette, inoltre, di evidenziare che il tasso di mortalità per tutti i tumori nel loro insieme ha superato, nei maschi, i tassi rilevati dal pool dei Registri tumori e che i valori più alti riguardano nei maschi i tumori del polmone, del fegato e della vescica, e nelle femmine i tumori del fegato, dell'utero e le leucemie.

 

Inoltre, il tasso di sopravvivenza oncologica per il periodo 1996-2000, sia per i maschi che per le femmine, risulta più basso di 8 punti percentuali rispetto a quello rilevato dal pool dei Registri tumori italiani per lo stesso periodo. I deficit maggiori di sopravvivenza riguardano i tumori soggetti a screening di popolazione, sui quali pesano: le difficoltà di accesso delle fasce di popolazioni più deboli e a rischio alle strutture sanitarie di diagnosi e cura, il frazionamento dei percorsi sanitari, la consistente migrazione sanitaria oncologica extra regionale e la notevole presenza sul territorio regionale di strutture sanitarie private convenzionate.

 

Nello specifico, va segnalato un eccesso statisticamente significativo (intorno al 13-16%) di tumore al fegato nei maschi dei Comuni di Acerra, Brusciano, Marigliano. I Comuni con un eccesso di casi di incidenza e di mortalità per tumore epatico primitivo sono gli stessi che hanno un significativo aumento della prevalenza per infezioni da Hcv e Hbv.

 

Screening e prevenzione

Per motivi culturali e sociali nella realtà sociosanitaria dell'Asl Napoli 4 gli screening oncologici non trovano una facile presa sulla popolazione bersaglio. I dati raccolti rivelano che le donne della fascia di età 50-69 anni rientrano prevalentemente nella categoria sociale di bracciante agricola e casalinga e che l'adesione al programma si riduce drasticamente con l'aumentare dell'età.

 

Lo studio Passi sull'adesione delle donne fra i 50 e i 69 anni agli screening femminili e del colon retto, mette in luce problemi nel raggiungimento delle donne attraverso la lettera predisposta dalla Asl e carenze informative da parte degli operatori sanitari. Ma anche che la percentuale di esecuzione di pap test diminuisce con l'aumentare dell'età e con il basso livello di scolarità, e che il 35% delle donne non esegue un pap test da più di 3 anni. Lo screening del cancro della mammella è meno praticato di quello del cancro del collo dell'utero e i fattori di rischio della mancata pratica sono sempre la maggiore età e il basso grado di scolarità. Per quanto riguarda il colon-retto, il ricorso al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e degli esami di diagnosi è risultato molto basso, dimostrando che, in assenza di un programma organizzato di offerta attiva, l’impiego di test per la diagnosi precoce è minima.

 

Stili di vita

I risultati dell'indagine Passi hanno evidenziato anche l'urgenza di attivare tempestivamente interventi a vasto raggio per favorire l'adozione di stili di vita sani da parte di giovani e adulti, che coinvolgano operatori di sanità pubblica, esperti di attività fisica, specialisti di nutrizione, esperti di comunicazione, media, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, amministratori pubblici e imprenditori privati.

 

Un soggetto su quattro riferisce di essere iperteso e, sebbene il 65% degli intervistati sia in eccesso ponderale, sono ancora pochi i medici che si informano sull'attività fisica svolta dai loro pazienti. A questo si aggiunge che solo il 17% delle persone intervistate si è sottoposta al calcolo del rischio cardiovascolare.

 

Il fumo di tabacco prevale per entrambi i sessi nella classi di età 25-34. In linea con l'andamento della prevalenza dei fumatori in Italia, le donne acquisiscono l'abitudine al fumo prima degli uomini, superando i valori maschili nella fascia 35-49. I dati evidenziano, tuttavia, che in questo settore il livello di attenzione nel territorio della Asl Napoli 4 è piuttosto scarso. Solo il 63% dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere dal proprio medico curante e il fumo passivo nei luoghi di lavoro risulta essere ancora un problema, nonostante l'entrata in vigore della nuova legge sul divieto di fumo nei locali pubblici.

 

Per maggiori approfondimenti, consulta il rapporto completo (pdf 5 Mb).