English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Documetazione

Morbillo, in Campania oltre 9 mila bambini nati nel 2012 non vaccinati

Nei primi tre mesi del 2016, in Campania sono stati segnalati 63 casi di morbillo, di cui l’84% ricoverato in strutture ospedaliere. L’elevata percentuale di ricoveri indica che in Regione vengono segnalati quasi esclusivamente i casi più gravi, e che il numero totale di casi di morbillo è sottostimato. Alla luce di questi dati i rappresentanti dei medici campani appartenenti alle più importanti Federazioni che rappresentano le cure primarie per il bambino, in associazione con le Società Scientifiche che si occupano di vaccinazioni, lanciano un’allerta a tutta la popolazione (pediatrica ed adulta) che non risulta essere protetta contro il morbillo. Considerata l’alta contagiosità dell’infezione da morbillo, le attuali scarse coperture vaccinali contro il morbillo in Campania, i medici campani invitano tutti coloro (bambini di età superiore ai 12 mesi ed adulti) che non hanno contratto il morbillo a fare la vaccinazione e/o a completare lo specifico programma vaccinale con la seconda dose di vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia. Per maggiori informazioni scarica il testo completo “Morbillo, in Campania oltre 9 mila bambini nati nel 2012 non vaccinati” (pdf 542 kb).

 

Rapporto 2013 sulle antibiotico resistenze e sull’uso di antibiotici rilevati nelle strutture ospedaliere della Campania

L’indagine sull’antibiotico resistenza in Campania, condotta nel 2013, ha confermato il persistere di una situazione di criticità già osservata negli anni precedenti. In particolare emerge la necessità di interventi correttivi sulle politiche antibiotiche regionali, finalizzati non solo al contenimento del fenomeno antibiotico resistenza, ma anche a una maggiore razionalizzazione della spesa farmaceutica. Sono alcune delle osservazioni contenute nel rapporto (pdf 1 Mb) pubblicato a gennaio 2015 dall’assessorato alla Sanità della Regione Campania.

 

Rapporto 2012 sulle antibiotico resistenze e sull’uso di antibiotici rilevati nelle strutture ospedaliere della Campania

Un quadro d’insieme sull’antibiotico resistenza in Campania da cui risultano confermate molte criticità e in cui vengono individuati diversi trend preoccupanti, alcuni dei quali in controtendenza rispetto ai dati europei e italiani. È ciò che emerge dal “Rapporto 2012 sulle antibiotico resistenze e sull’uso di antibiotici rilevati nelle strutture ospedaliere della Campania” (pdf 1,7 Mb), pubblicato dall’Assessorato alla sanità della Regione Campania a febbraio 2014. Nella prima parte il report descrive i risultati delle rilevazioni sulla resistenza agli antibiotici effettuate nel 2012 presso le strutture ospedaliere della Campania attraverso il Sistema regionale di sorveglianza delle antibiotico resistenze (Si.Re.Ar.), attivo dal 2010; nella seconda parte il documento riporta la metodologia e i risultati della rilevazione sull’uso ospedaliero degli antibiotici, svolta nel 2012 su un campione di 24 ospedali campani, mediante il Protocollo europeo per lo “Studio puntuale di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza e sull’uso di antibiotici”. Leggi la presentazione a cura di Bruno Sarnelli (Assessorato alla Sanità Regione Campania).

 

Andamento della campagna vaccinale contro l’Hpv nella Asl di Napoli

Il documento presenta i dati di copertura per la vaccinazione anti Hpv raccolti nella Asl Napoli 1 Centro (che comprende la città di Napoli e Portici), aggiornati al 31 dicembre 2011, per la coorte di ragazze nate nel 1997, che rappresenta la prima coorte di dodicenni a cui è stata rivolta l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione nel corso dell’anno 2008 e per le coorti nate nel 1998 e 1999. La copertura vaccinale con tre dosi del 49% per le nate nel 1997, in linea con il dato della Regione Campania, è inferiore al dato nazionale ed è da considerare insoddisfacente rispetto al raggiungimento dell’obiettivo del 95% a 3 dosi, entro i 5 anni dall’inizio del programma vaccinale, definito nel documento dell’Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2007. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 18 kb).

 

Andamento epidemiologico delle malattie infettive e diffusive nella Asl Napoli 1 Centro. Anno 2011

Descrivere l’andamento epidemiologico delle malattie infettive e diffusive registrate nell’anno 2011 nei cittadini residenti nella Asl NA1 Centro con l’obiettivo principale di fornire agli operatori un testo informativo sulle condizioni di salute della popolazione per poter pianificare, in tempi utili, le azioni di sanità pubblica tese alla tutela degli individui e della collettività, riaffermando l’interdipendenza tra l’attività di sorveglianza e l’azione. Nel report vengono esaminate le malattie infettive e diffusive appartenenti alla classe II e la tubercolosi che è compresa nella classe III del D.M. 15.12.90. Per quanto riguarda la frequenza delle malattie infettive sia di classe II che della patologia tubercolare si evidenzia, per l’anno in studio, una notevole riduzione della loro diffusione sul territorio cittadino, confermando il dato già registrato nel 2009. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 292 kb).

 

Le malattie infettive nella Asl Napoli 1 Centro: il rapporto 2010

Decremento nel numero di casi registrati di epatite virale A, salmonellosi non tifoidee e listeriosi, netta sottonotifica dei casi di malattie esantematiche, aumento dei casi di legionellosi, Tbc polmonare e delle malattie infettive a trasmissione ematica. Sono alcuni dei dati presenti nel rapporto “Andamento epidemiologico delle malattie infettive e diffusive nella Asl Na 1 Centro - anno 2010” (pdf 610 kb), che fornisce una panoramica sull’andamento delle malattie infettive nella Asl e sulla loro diffusione negli ultimi 10 anni.

 

Le malattie infettive nella Asl Napoli 1 Centro: il rapporto 2009

Nel 2009, rispetto al 2008 e al 2007, l’incidenza delle malattie infettive nella Asl Napoli 1 Centro è diminuita di circa il 48%. Il fenomeno è da attribuire prima di tutto a una minore diffusione delle patologie a trasmissione oro-fecale, e in particolare dell’epatite A, ma anche di quelle esantematiche come la varicella. Tra le cause di questo andamento epidemiologico è da considerare l’epidemia influenzale da virus A/H1N1v che ha portato a una maggiore quota di sottonotifica e ha stimolato la popolazione cittadina a seguire con maggiore cura precauzioni standard, come lavare le mani e coprire bocca e naso durante tosse o starnuti, con una notevole riduzione del rischio di trasmissione. Leggi il rapporto del Servizio di epidemiologia e prevenzione della Asl Napoli1 Centro.

 

Vaccinazione per influenza nella Asl Caserta 1 - Anno 2008

L’analisi evidenzia che un’ipotetica epidemia annuale che conti 29 mila casi all’interno del territorio della Asl Caserta 1 comporterebbe una spesa complessiva di quasi 15 milioni di euro. A questo si paragona la campagna vaccinale 2008 durante la quale sono stati vaccinati più di 72.795 soggetti e la cui spesa complessiva risulta essere pari a 761.430 euro. Leggi il rapporto completo (pdf 278 kb).

 

Epidemiologia delle malattie infettive nella Asl Caserta 1 - Anno 2008

La pubblicazione (pdf 112 kb) analizza l’andamento epidemiologico delle malattie infettive notificate nella Asl Caserta 1 nell’anno 2008, inerenti i residenti della stessa Asl. Si tratta di 531 casi notificati, dei quali oltre il 50% riguarda casi di varicella. Malattie a trasmissione oro-fecale, malattie infettive esantematiche, malattie a trasmissione aerea, malattie a trasmissione ematica, zoonosi: sono queste le infezioni esaminate nel rapporto. Per ogni malattia viene fatto un confronto con gli anni precedenti in modo da verificare il trend e l’incidenza di ogni patologia infettiva.

 

Le malattie infettive nella Asl Napoli 1: il rapporto 2008

Secondo il rapporto “Andamento epidemiologico delle malattie infettive nella Asl Napoli 1 - anno 2008”, nel corso del 2008 il 68% dei casi di malattie infettive sul territorio della Asl di Napoli 1 è stato segnalato dai medici del territorio e il restante 32% dalle strutture di ricovero. Le malattie a trasmissione oro-fecale registrano una diminuzione (eccetto l’epatite virale A), ma continuano a rappresentare il maggiore problema per la sanità pubblica della città. Tra le malattie esantematiche, risulta particolarmente diffusa la varicella, mentre i dati riguardanti morbillo, rosolia, parotite e scarlattina non registrano cambiamenti significativi rispetto agli anni precedenti. Tra le malattie a trasmissione aerea, la legionellosi risulta in aumento e la tubercolosi polmonare in diminuzione. Per quanto riguarda le infezioni a trasmissione sessuale si registrano alcuni casi di sifilide e nessun caso di Aids. In diminuzione anche le zoonosi. Per informazioni più dettagliate, scarica il rapporto “Andamento epidemiologico delle malattie infettive nella Asl Napoli 1 - anno 2008” (pdf 600 kb).

 

Napoli: un’epidemia di epatite virale A - maggio/settembre 2007

A Napoli, tra maggio e settembre 2007, si è registrata un’epidemia di epatite virale tipo A che ha coinvolto 115 soggetti residenti nei diversi distretti sanitari dell’Asl Napoli 1. Il fenomeno ha interessato tutto il territorio cittadino, anche se nei quartieri della zona orientale della città si è registrato un maggiore aumento dei casi (29,6%). Il Servizio epidemiologia e prevenzione ha monitorato l’andamento dell’epidemia concludendo che, a Napoli, le malattie a trasmissione oro-fecale hanno un’incidenza elevata rispetto alle altre patologie infettive e continuano a essere il maggior problema di sanità pubblica. Evidente l’implicazione del consumo dei frutti di mare come principale fattore di rischio in una popolazione che fa abitualmente uso di questo tipo di alimento. Scarica il rapporto (pdf 36 kb).

 

Scuole promotrici di salute: l’health assistance on line della Regione Campania

Il Sistema di Sorveglianza OKkio alla SALUTE ha evidenziato la Campania come la Regione italiana con maggiore prevalenza di sovrappeso e obesità in età evolutiva. Per questo motivo la Regione Campania ha inserito il Programma D-Scuole promotrici di salute nel Prp 2014-2019 che individua la scuola come setting fondamentale e strategico per promuovere corretti stili di vita. In seguito alle misure di distanziamento sociale e alla chiusura delle scuole causata dalla pandemia da COVID-19, le attività in corso sono state rimodulate online. Leggi l’approfondimento a cura del SIAN della ASL Napoli 3 Sud.

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2015

La Campania si conferma una delle Regioni più giovani d’Italia, caratterizzata da una prevalenza di donne in età fertile (45,8% della popolazione femminile) più alta rispetto a quella media italiana (42,2%) e da un indice di vecchiaia (113,4) minore di quello nazionale (157,7). Tuttavia la proporzione di donne in età fertile e il tasso di natalità (8,7‰) ancora maggiore di quello italiano (8 ‰) sono in continua diminuzione in tutte le Province e così il numero di nati in Regione da madri residenti continua a diminuire, passando dai 61.800 del 2007 ai 51.005 del 2015. Contestualmente, il tasso di fecondità totale, pari a 1,34 figli per donna, sebbene in lieve aumento, si conferma inferiore alla media nazionale italiana (1,35 figli per donna). Per maggiori informazioni scarica il documento “Rapporto sulla natalità in Campania 2015” (pdf 2 Mb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2014

La Campania continua a essere una delle Regioni più giovani d’Italia, caratterizzata da una prevalenza di donne in età fertile molto alta rispetto al resto del Paese, con una percentuale del 46,3% di tutta la popolazione femminile residente nel 2014. Tuttavia, nonostante il contesto favorevole, il tasso di fecondità totale è pari a 1,32 figli per donna, inferiore alla media nazionale italiana (1,37 figli per donna). Analogamente, il tasso di natalità pari al 8,7‰, pur restando il più alto tra le Regioni italiane, è in continua diminuzione in tutte le Province campane. Così il numero di nati in Regione da madri residenti continua a diminuire, passando da 61.800 nel 2007 a 51.243 nel 2014 (dati Istat). Inoltre, continua lentamente ad aumentare l’età media al parto delle donne, che attualmente si attesta a 31,2 anni (vicino al valore medio nazionale di 32,1 anni). Sono alcuni dei dati pubblicati nel XVI rapporto sulla natalità in Campania che presenta i dati 2014 sulle nascite relativi a 52.079 CedAP, pervenuti da 67 centri nascita. Il documento è stato pubblicato a cura dell’Osservatorio epidemiologico regionale della Regione Campania e del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli. Per maggiori informazioni scarica il documento completo “Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2014” (pdf 1,4 Mb).

 

Rapporto sulla Natalità in Campania. Anno 2013 

La Campania continua a essere una delle Regioni più giovani d’Italia, caratterizzata da una prevalenza di donne in età fertile molto alta rispetto al resto del Paese, con una percentuale del 46,9% di tutta la popolazione femminile residente nell’anno 2013. Tuttavia, nonostante tale favorevole contesto, il tasso di fecondità totale pari a 1,36 figli per donna, continua a ridursi e risulta inferiore nuovamente alla media nazionale italiana (1,39 figli per donna). Analogamente, il tasso di natalità pari al 9,1‰, pur restando il più alto tra le Regioni italiane (insieme al Lazio), è in continua diminuzione in tutte le province campane, con la sola eccezione di Benevento. Così il numero di nati in Regione da madri residenti continua a diminuire, passando da 61.800 nel 2007 a 52.785 nel 2013 (dati Istat). Continua lentamente ad aumentare l’età media al parto delle donne che attualmente si attesta intorno ai 31 anni, pur restando inferiore al valore medio nazionale di 32,1 anni. Sono alcuni dei dati pubblicati nel XV rapporto sulla natalità in Campania che presenta i dati 2013 sulle nascite relativi a 54.365 CedAP, pervenuti da 68 centri nascita. Il documento è stato pubblicato a luglio 2015 a cura dell’Osservatorio epidemiologico regionale della Regione Campania e del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 1,4 Mb).

 

Rapporto sulla Natalità in Campania. Anno 2012

La Campania è una delle Regioni più giovani d’Italia ed è caratterizzata da una percentuale di donne in età fertile molto alta rispetto al resto del Paese, seppur in progressiva diminuzione: questa percentuale scende infatti dal 42,3% del 2008 al 39,9% del 2012. In calo anche il tasso di fecondità totale (pari a 1,39 figli per donna) che, per la prima volta, risulta di poco inferiore alla media nazionale (1,42 figli per donna). Analogamente, il tasso di natalità (pari al 9,5‰), pur restando uno dei più alti tra le Regioni italiane è in continua diminuzione. Il decremento delle nascite (nell’ultimo quinquennio, il numero di nati in Regione è passato da 60.635 a 54.839) è, in parte, ascrivibile allo spostamento dell’età media al parto verso età sempre più avanzate; il 53% delle partorienti in Campania ha un’età compresa tra i 30-39 anni; si innalza sempre di più l’età media al parto che si attesta intorno ai 31 anni, di poco inferiore al valore medio nazionale di 31,4 anni. Sono alcuni dei dati pubblicati nel XII rapporto sulla natalità in Campania che presenta i presentati i dati 2012 sulle nascite relative a 56.663 Cedap (Certificati di assistenza al parto), pervenuti da 70 centri nascita. Il documento è stato pubblicato a giugno 2014 a cura dell’Osservatorio epidemiologico regionale della Regione Campania e del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 1,4 Mb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2011

In Campania si registra una progressiva diminuzione del numero di nati, sceso in un anno di 1692 unità. È quanto emerge dall’analisi dei dati di 57.619 CedAp pervenuti da 73 centri nascita e relativi a 54.930 nati vivi e 171 nati morti da madri residenti in Regione. Lo riferisce il “Rapporto sulla natalità in Campania 2011”, pubblicato a luglio 2013 dall’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Sanità regionale e dal Dipartimento di Scienze mediche preventive dell’Università Federico II di Napoli. I dati indicano che il tasso di natalità del 9,9 per 1000 è ancora il più alto tra le Regioni italiane (dopo quello del Trentino Alto Adige), tuttavia il tasso di fecondità totale continua a scendere ed è pari a 1,43 figli per donna, superato ormai da quello di alcune regioni del nord, anche per la maggior presenza di donne straniere il cui tasso di fecondità totale è uguale o maggiore a due. Il rapporto rileva, inoltre, un aumento del numero di madri a rischio socio-sanitario (soprattutto nubili, immigrate e adolescenti) e allo stesso tempo un eccessivo numero di controlli e ecografie per le gestanti e un elevatissimo ricorso al Taglio cesareo per il parto (60,5% dei nati singoli da donne residenti). Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 2,9 Mb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2010

In Campania, negli ultimi cinque anni, il numero dei nati vivi è passato da 62.279 a 58.212, con una diminuzione del tasso di natalità del 6,5%. Lo riferisce il “Rapporto sulla natalità in Campania 2010”, pubblicato a maggio 2012 dall’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Sanità regionale e dal Dipartimento di Scienze mediche preventive dell’Università Federico II di Napoli. I dati, provenienti dai certificati di assistenza al parto (Cedap), compilati per 55.296 nati vivi e 173 nati morti in 79 centri nascita, dimostrano una diminuzione del numero medio di figli per donna, superato da quello delle Regioni del Centro-Nord. Ciononostante, la percentuale di donne campane in età fertile e il tasso di natalità regionale rimangono i più alti in Italia. Il rapporto rileva, inoltre, un aumento del numero di madri a rischio socio-sanitario e allo stesso tempo un eccessivo numero di controlli per la maggioranza delle gestanti, un tasso medio di tagli cesarei del 60% (più alto nelle strutture private e in quelle che assistono meno di 500 parti per anno) e proporzioni dei nati a rischio (3,5% gemelli, 0,9% con peso inferiore ai 1500 gr, 1% pretermine) non coerenti con la decrescita del tasso di mortalità alla nascita. Il documento sottolinea inoltre l’importanza di intervenire sulle carenze dei servizi socio-sanitari a sostegno della maternità, a partire dalla razionalizzazione della rete di assistenza prenatale. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 1,3 Mb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2008

Nel 2008 sono stati notificati oltre 58 mila certificati di assistenza al parto (Cedap) da 81 su 82 centri nascita attivi in Campania (47 pubblici e 35 privati) e si è confermata una copertura del sistema, pari al 95,6% degli oltre 60 mila nati vivi da madri residenti. Lo riferisce il rapporto sulla natalità in Campania (pdf 1,6 Mb) relativo alle nascite del 2008, pubblicato dall’Università di Napoli Federico II e dalla Regione Campania. Lo studio conferma una progressiva diminuzione dei nati, anche se nella Regione i tassi di fecondità e di natalità rimangono superiori a quelli del Centro-Nord. I nati da madri non italiane rappresentano il 4,7% del totale, proporzione doppia rispetto al 2007, ma non tale da contribuire a un incremento demografico. Dai dati emerge un eccesso di medicalizzazione dell’evento nascita con ricorso frequente all’assistenza privata in gravidanza e per il parto. Si registra, inoltre, la più alta proporzione di cesarei del Paese (60,7%) e il tasso di cesarei è superiore nelle strutture private (72%), in cui la quota dei parti a basso rischio è maggiore, rispetto alle pubbliche (52%). Riguardo agli esiti delle gravidanze si registra una proporzione di nati ad alto rischio simile a quella di altre regioni italiane: gemelli 3%, nati di peso molto basso 0,9%, gravi prematuri 0,9%, nati da procreazione assistita 0,8%.

 

Natalità nella Asl Napoli 4. Rapporto 2008

Nel 2008, nella Asl Napoli 4 sono nati 6619 bambini da madri residenti di cui il 6% prematuri e lo 0,6% concepiti con la procreazione medica assistita. Rispetto al 2007 sono aumentati sia il tasso di natalità (11,6‰) sia il tasso di fecondità (49,1‰), tuttavia risultano in diminuzione le madri residenti under 20 e in aumento le mamme over 35. Per quanto riguarda la gravidanza è in aumento la scelta di partorire in modo naturale (46,8% contro il 37,3% dell’anno precedente) e l’eccessivo ricorso all’indagine ecografica (59,1% per più di 6 controlli). Diminuisce invece sia il numero delle donne che hanno effettuato la prima visita oltre l’11° settimana di gestazione (14,6%), sia la percentuale delle gestanti di oltre 34 anni di età che effettuano l’amniocentesi. Scarica l’intero rapporto “Natalità dell’Asl Napoli 4 nell’anno 2008” (pdf 500 kb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2007 

Malgrado il calo delle nascite, la Campania rimane la Regione con il maggior tasso di natalità: 10,6‰ contro il 9,5‰ della media nazionale. È quanto emerge dal “Rapporto sulla natalità in Campania 2007”, basato sull’elaborazione dei Certificati di assistenza al parto (Cedap). Tra il 1995 e il 2007 il tasso di fecondità totale, pur rimanendo tra i più alti del Paese, in Campania ha subito un calo ed è passato da 1,52 a 1,41. Tra le Province, il tasso di natalità più alto è quello di Napoli (11,6‰), il più basso a Benevento (8,3‰). L’età media delle madri al primo figlio è pari a 28,1 anni e quella dei padri è 33,5 anni, ma i dati relativi al periodo 1998-2007 registrano un piccolo incremento della percentuale di nati da mamme in età più avanzata. La frequenza media di nati da madri adolescenti rimane superiore a quella nazionale (rispettivamente, 3% contro 1,7%). Riguardo all’abortività, la Campania figura tra le dieci Regioni in cui il tasso è inferiore a quello medio nazionale in tutte le classi di età. Il tasso di interruzione volontaria di gravidanza del 2006 è stato pari a 8,2‰ donne di 15-49 anni. Continua a diminuire il numero di nati da procreazione assistita. La proporzione di nati con taglio cesareo è pari a 60,3% e persiste una variabilità tra le Asl: si va dal 68,6% della Asl Napoli 3 al 43,4% della Asl di Benevento. Per tutti i dettagli, scarica il rapporto completo (pdf 429 kb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2006

Nella pubblicazione sono stati esaminati i diversi aspetti della natalità in Campania, utilizzando le informazioni raccolte con il Certificato di assistenza al parto (Cedap) per ogni nato nella Regione nel 2006. Secondo il report, la Campania è la Regione italiana con il più basso indice di vecchiaia e la terza per tasso di fecondità. L’assistenza ospedaliera è caratterizzata da un frazionamento dei centri nascita e da un’allocazione non razionale delle terapie intensive neonatali sul territorio. Sempre troppo diffuso il ricorso al cesareo: il tasso regionale è del 61,5%, in aumento rispetto al 2005 (anche se in lieve diminuzione nelle strutture pubbliche, continua infatti a crescere in quelle private). In calo, invece, il tasso di natimortalità, anche se rimane alto tra i bambini nati da donne immigrate. Rispetto al Nord, in Campania si riscontra una maggiore proporzione di nati sotto peso e con ritardo di crescita intrauterina. In diminuzione i nati da procreazione assistita. Per informazioni più dettagliate, scarica l’intero documento (pdf 431 kb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2005

Dal 1994 al 2004 il tasso di fecondità totale della Campania è diminuito di circa il 7% fino all’attuale 1,47 e il tasso di natalità è diminuito del 14%, da 12,8 nati vivi per mille abitanti a 11,27. Sono questi alcuni dei dati del “Rapporto sulla natalità in Campania 2005”. Questa relazione annuale, pubblicata a partire dal 1998, si basa sui certificati di assistenza al parto (Cedap), obbligatoriamente compilati per ogni nato, e utilizza anche i rapporti delle Asl. Il sistema, ormai a regime, copre il 97% dei nati. Il rapporto analizza la fase relativa alla gravidanza, le caratteristiche socio demografiche dei genitori, quelle fetali e le caratteristiche del parto e delle strutture di nascita. Quello che emerge è l’evidente e progressiva diminuzione del numero di nati nelle regioni meridionali, in controtendenza con le regioni centrosettentrionali dove la natalità è in ripresa, anche per il consistente apporto dei nati da genitori immigrati. Inoltre, nell’ultimo decennio i tassi di mortalità infantile sono diminuiti, per il miglioramento delle condizioni di vita e dell’assistenza, ma risultano ancora superiori a quelli registrati nelle aree a maggior sviluppo e con un’organizzazione regionalizzata del settore perinatale. Rimane aperta la questione del taglio cesareo che, da intervento salvavita, è diventato la modalità più frequente di parto con conseguenti danni all’economia regionale e possibili danni iatrogeni alle madri e ai neonati. Per informazioni più dettagliate leggi il rapporto completo (pdf 256 kb).

 

Rapporto sulla natalità in Campania. Anno 2003

I dati (a cura dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Campania, in collaborazione con la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Federico II di Napoli) indicano un saldo naturale positivo, un tasso generico di fecondità e natalità superiore alla media nazionale e il più basso indice di invecchiamento in Italia. Anche se il numero dei nati è in leggero aumento rispetto al 2002, è ancora prematuro parlare di un’inversione di tendenza della denatalità. I tassi di natimortalità e mortalità infantile continuano a decrescere, pur attestandosi su livelli superiori alla media italiana. Ancora preoccupante, infine, il ricorso al taglio cesareo, con una media regionale che arriva addirittura a più del 60% dei parti. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 306 kb).

 

Lo stato di salute della Asl Napoli 4: il rapporto 2007

Stili di vita inadeguati, difficoltà di accesso alle strutture sanitarie, frazionamento dei percorsi sanitari e un indice di sopravvivenza oncologica più basso di circa 8 punti percentuali rispetto a quello rilevato dal pool dei Registri tumori italiani. Sono i risultati più evidenti dello studio condotto nel 2007 dalla Asl Napoli 4 per descrivere le criticità del proprio territorio, gli interventi adottati per affrontarle e gli ulteriori provvedimenti da avviare per garantire il diritto alla salute della popolazione. Una popolazione peraltro già al centro dell’attenzione a causa dell’emergenza rifiuti. Leggi l’approfondimento, a cura della redazione di EpiCentro.

 

Il comparto tessile nell’Asl Caserta 2: la presenza femminile nel tessile – anno 2006

Il Servizio di medicina del lavoro della Asl Caserta 2 ha eseguito uno studio sul comparto tessile. Come campione, sono state prese in esame tre aziende con più di 30 dipendenti e di queste è stata analizzata la situazione del personale e la congruità nella stesura del documento di valutazione dei rischi. Gli obiettivi: osservare il trend infortunistico dal 2000 al 2004, valutare la presenza femminile e l’applicazione della normativa vigente nella tutela della lavoratrice madre. Il numero di posizioni assicurative territoriali è aumentato, così come il numero degli addetti. Inoltre, su un totale di 231 addetti, solo un quinto risulta di sesso femminile. Di queste, il 22,3 % è addetto a mansioni di ufficio, inserviente o intermedio mentre non vi è alcuna presenza nella mansione di tessitura che è esclusivamente di pertinenza maschile. La presenza femminile si trova più a livello imprenditoriale che in qualità di addette alla lavorazione: la figura della filatrice è stata quasi del tutto soppiantata dalle macchine, a cui è assegnato di solito un operaio maschio, addetto alla manutenzione. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 112 kb).

 

 

Il piano di caratterizzazione dei suoli del Comune di Acerra

In un commento Marinella Vito, direttore tecnico dell’Arpa Campania, illustra e spiega i risultati del piano di caratterizzazione dei suoli del Comune di Acerra, realizzato dall’Arpa Campania nel 2008. L’obiettivo è rappresentare l’eventuale stato di contaminazione dei suoli del territorio del Comune di Acerra, prima dell’entrata in esercizio del termovalorizzatore. 

 

Asl Napoli 1: sorveglianza delle lesioni da fuochi d’artificio. 2011-2012 

Nell’anno 2011-12 il numero di ricoveri e medicazioni effettuate presso i servizi di Pronto Soccorso della città di Napoli è uguale a quello dell’anno precedente. Rispetto agli 81 casi totali, i PS nei quali si è registrata una maggiore affluenza sono stati quello dell’A.O. Santobono (24,7%), dedicato alla cura della popolazione in età pediatrica, quello dell’A.O. Cardarelli (18,5%), il cui bacino di utenza è costituito non solo dai cittadini napoletani ma da tutto il Sud e quello del P.O. Pellegrini (16%), per la presenza di reparti, altamente specializzati, in chirurgia della mano e in oculistica. Il quadro descritto emerge dal sistema di sorveglianza regionale sui dati dei PS della Asl Na 1 e indica la prevalenza di ustioni (73,8%), contusioni (37,5%) e lacerazioni (28,8%), e la diminuzione di alcune lesioni gravi e debilitanti come lo sfacelo traumatico (18,8 %) e l’amputazione delle dita delle mani (3,8%). Il volto, le mani e gli occhi sono gli organi più colpiti nell’ultimo anno. Il periodo di osservazione va dal 31 dicembre al 6 gennaio e, nonostante la pericolosità e le misure preventive messe in atto, i cittadini napoletani continuano a utilizzare diffusamente i fuochi pirotecnici durante le festività natalizie. Da notare che nel 2011-2012 alcune città, come Firenze o Torino, hanno adottato misure molto restrittive circa l’utilizzo dei fuochi d’artificio, multando o, addirittura, vietandone l’uso. Leggi il rapporto (pdf 263 kb) a cura della Asl Napoli 1.

 

Asl Napoli 1: sorveglianza delle lesioni da fuochi d’artificio 2001-2010

Con 644 casi di lesioni da fuochi d’artificio registrati negli ultimi 10 anni (2001-2011, periodo di osservazione per ogni anno: 31 dicembre-6 gennaio) e l’aumento di ricoveri e medicazioni effettuati presso i Pronto Soccorso della Asl Napoli 1, appare chiaro che nonostante le misure preventive attuate, e nonostante la pericolosità, i cittadini napoletani continuano a utilizzare diffusamente i fuochi pirotecnici durante le festività natalizie. Il quadro descritto emerge dal sistema di sorveglianza regionale sui dati dei Pronto soccorso della Asl Na 1 e indica la prevalenza di ustioni (53%), contusioni (42%) e lacerazioni (24%), e l’aumento di alcune lesioni gravi e debilitanti come lo sfacelo traumatico (24%) e l’amputazione delle dita delle mani (10%). Le mani, in particolare la destra, il viso e gli occhi sono gli organi più colpiti nell’ultimo anno, mentre la distribuzione degli incidenti rivela l’alta incidenza tra la popolazione maschile (86%) e le fasce di età 0-14 (36%) e 25-64 anni (49,5%). Leggi il rapporto (pdf 225 kb) a cura della Asl Napoli 1.

 

Asl Napoli 1: sorveglianza delle lesioni da fuochi d’artificio a Capodanno (2001/02-2008/09)

Nel corso dei festeggiamenti per il Capodanno, negli ultimi otto anni, si sono registrati oltre 500 accessi ai Pronto soccorso degli ospedali di Napoli. Di questi casi, 115 erano seri (amputazioni, sfacelo, fratture o ustioni di 3° grado), 128 i casi con prognosi maggiore di 10 giorni. Si tratta quindi di un fenomeno, quello dei festeggiamenti con petardi, che ha serie conseguenze sulla salute della popolazione. I dettagli nel report a cura della Asl Napoli 1 (pdf 115 kb).

 

Salute in piscina: il rapporto della Asl Napoli 2

Il servizio di Igiene e sanità pubblica del dipartimento di Prevenzione della Asl Napoli 2 ha curato la pubblicazione del rapporto “Sicurezza e salute in piscina”. In Italia, le attività natatorie registrano oltre 3 milioni e mezzo di praticanti. La normativa nazionale prevede soluzioni di progettazione atte a prevenire i rischi per la salute all’interno degli impianti. Importante anche la fase di informazione degli addetti e degli utenti sulle regole comportamentali a cui è utile attenersi in piscina. Sono analizzati i tre tipi di rischio per la salute (fisici, chimici e biologici), la qualità dell’aria e dell’acqua e la normativa vigente. Leggi il rapporto completo (pdf 10,8 Mb).

 

Analisi della mortalità a Napoli dal 2004 al 2007: mortalità evitabile

Analizzando la mortalità evitabile, tra il 2004 e il 2007 nella Asl Napoli 1, si riscontra una diminuzione dei tassi solo per le patologie incluse nel terzo gruppo di prevenzione “igiene e assistenza sanitaria”, che riguarda prevalentemente le patologie cronico-degenerative. Inoltre, questa diminuzione è nettamente evidente per il sesso femminile, mentre è lieve per quello maschile. Lo riferisce il rapporto pubblicato dal Sevizio epidemiologia e prevenzione dell’Asl Na1 Centro Analisi della mortalità a Napoli dal 2004 al 2007: mortalità evitabile che usa come fonte dei dati il Registro di mortalità dell’Azienda sanitaria e che utilizza la classificazione di codifica ICD 9. In particolare ipertensione e diabete (patologie ad alta incidenza alle quali non sempre corrisponde un’alta mortalità per evidenti casi di confondimento con altre patologie) mostrano una diminuzione significativa tra le donne, mentre sono stazionarie tra gli uomini. Le patologie raggruppate nel primo e nel secondo gruppo di prevenzione, che includono prevalentemente malattie tumorali, mostrano un andamento globale stazionario. Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento.

 

Mortalità evitabile nell’Asl Salerno 2: il rapporto 1999-2004

Diminuiscono nell’Asl Salerno 2 le morti evitabili, in particolare quelle dovute a stili di vita inadeguati o evitabili con il miglioramento delle prestazioni sanitarie. Aumentano invece, ma solo fra le donne, le morti evitabili con interventi di diagnosi precoce e terapia. Le morti causate da incidenti stradali si riducono del 30%, e quelle da suicidi del 34%. Queste conclusioni, relative al confronto fra il triennio 1999-2001 e il triennio 2002-2004, sono contenute nel rapporto “La mortalità evitabile nell’Asl Salerno 2 dal 1999 al 2004” redatto dal Servizio epidemiologia dell’Asl Salerno 2. In totale, nei 6 anni i decessi per cause evitabili sono stati 2131, pari al 9,7% del totale delle morti (12,5% per gli uomini e 6,6% per le donne). Per quanto riguarda le singole cause di morte, fra gli uomini le più frequenti sono le malattie ischemiche del cuore, le cause violente (soprattutto incidenti stradali) e i tumori della trachea, bronchi e polmoni, mentre fra le donne i tumori della mammella, i disturbi circolatori dell’encefalo e le malattie ischemiche del cuore. Rispetto ai dati nazionali si registrano tassi di mortalità più elevati per il tumore della mammella, i disturbi circolatori dell’encefalo, l’ipertensione, i tumori dell’utero e del testicolo. Per i dati completi scarica il rapporto completo (pdf 695 kb).

 

Mortalità nella Asl Napoli 4: il rapporto 1982-2005

I dati sulla mortalità nell’Asl Napoli 4 mostrano un miglioramento sensibile tra il 1982 e il 2005, ma per molti aspetti la situazione rimane problematica. I risultati del rapporto, a cura del Servizio epidemiologia e prevenzione del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Napoli 4, registrano una riduzione del 42,7% dei tassi di mortalità standardizzati per età: il valore passa infatti da 950 per 100 mila abitanti (quadriennio 1982-85) a 544 (quadriennio 2002-2005). Anche se i numeri mostrano un deciso miglioramento dei tassi nei 24 anni presi in esame, il confronto regionale e nazionale delinea ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la mortalità definita come “evitabile”. Tumori e malattie cardiovascolari rappresentano, sia per le donne che per gli uomini, le prime cause di morte e anni di vita in salute persi. Fra le cause di morte per tumori, la maggiore frequenza si registra per il tumore della mammella (17%), il tumore del fegato (10%) e il tumore del polmone (9%). Molto diffusi anche il diabete e le malattie dell’apparato digerente (soprattutto la cirrosi, con il 78% degli anni di vita persi del totale fra le malattie dell’apparato digerente). Per tutti i dettagli, scarica il rapporto completo (pdf 1 Mb).

 

Analisi dei dati di mortalità a Napoli: anni 2001-2004

Il Servizio epidemiologia e prevenzione dell’Asl Napoli 1 ha raccolto i dati di mortalità relativi alla città di Napoli per il quadriennio 2001-2004, raggruppando i decessi per sesso, classi quinquennali di età e cause di morte. Secondo i dati complessivi, la prima causa di decesso è rappresentata dalle malattie cardiovascolari. Le malattie cardiovascolari hanno un trend in discesa, ma il loro tasso di incidenza rimane al di sopra della media nazionale. Rispetto al resto d’Italia i tumori del fegato a Napoli sono significativamente più diffusi. Ciò viene attribuito all’endemicità dell’epatite virale B e C. Tra i tumori per i quali è possibile la prevenzione è da sottolineare l'elevata frequenza tra le donne di decessi dovuti a tumore della mammella. Le malattie respiratorie sono più frequenti a Napoli che nel resto d’Italia e mostrano un significativo picco nel 2003, a causa delle alte temperature registrate in quell’anno. Leggi il rapporto (pdf 128 Kb) e consulta i file excel con i grafici di riferimento confronto Campania-Italia (xls 130 Kb) e trend 2001-2004 (xls 285 Kb).

 

Mortalità nella Asl Napoli 2: anni 2001/2003 e trend 2004

Il dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria Napoli 2 presenta uno studio sulla mortalità nel suo territorio. Attraverso questa indagine si propone un confronto, per gli anni 2001-2003 e 2004, con i tassi di mortalità campana e italiana riportati nel rapporto Istat “La mortalità nelle regioni italiane 1999-2001”. L’analisi comprende un’area di 261,44 kmq e un totale di circa 530.680 abitanti. La popolazione maschile della Asl Napoli 2 presenta un tasso di mortalità inferiore a quello campano e italiano. La popolazione femminile, invece, mostra un tasso di mortalità superiore sia rispetto ai dati regionali che a quelli nazionali. Lo studio analizza le cause di morte più frequenti: malattie cardiovascolari, tumori, malattie dell’apparato respiratorio e di quello digerente, incidenti e cause violente, diabete. Scarica l’intero rapporto (pdf 1,1 Mb).

 

La mortalità in Campania negli anni 1982-2001

I dati elaborati dall’Osservatorio epidemiologico regionale mostrano un aumento della speranza di vita relativa al decennio 1992-2001 di circa due anni, con un valore medio che nell’ultimo quadriennio ha raggiunto i 75,1 anni per gli uomini e gli 80,8 per le donne. Nel periodo 1998-2001 il 51,4% delle morti ha riguardato gli uomini, mentre il 48,6% le donne. La prima causa di morte sono le malattie del sistema cardiocircolatorio, seguite dai tumori. Tumori che sono responsabili anche della maggior parte delle morti precoci. Negli uomini è il cancro maligno del polmone a causare più morti, seguito dal cancro al fegato e alla prostata. Nelle donne, invece, il tumore che causa il maggior numero di decessi è quello alla mammella, mentre è in calo il cancro all’utero. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf da 14,5 Mb).