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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Il profilo di salute degli stranieri nell’Ausl di Prato

Claudio Sarti - direttore staff Direzione aziendale - coordinatore Comitato etico locale, Ausl 4 di Prato

Cristina Epifani - U.O. Epidemiologia, Ausl 4 di Prato

 

 

Tra gli stranieri residenti nella Ausl di Prato soltanto 7 su 10 sono iscritti al Servizio sanitario regionale e sono assistiti da un medico di medicina generale. Gli stranieri utilizzano l’ospedale soprattutto in condizioni di urgenza (il 73,2% dei ricoveri degli stranieri contro il 59,1% degli italiani) e meno frequentemente ricorrono alla degenza in day hospital (il 27,6% contro il 36,7%).

 

Il 70% degli stranieri ricoverati ha tra 15 e 44 anni e nel 63% dei casi si tratta di donne. Più del 40% dei ricoveri di stranieri sono, infatti, legati alla gravidanza e al parto. Eliminando questa causa, gli stranieri rispetto agli italiani si ricoverano maggiormente soltanto per le malattie infettive (il 6,9% rispetto all’1,5%) e i traumi (il 13,7% contro il 7,7%). A conferma i tassi di ricovero standardizzati per età (2002-2004) mostrano valori significativamente superiori negli stranieri regolarmente residenti soltanto per la gravidanza e il parto (52,0 per mille abitanti, contro il 12,9 per mille degli italiani) e per le malattie infettive (14,1 per mille contro 9,6), mentre per tutte le altre cause la frequenza di ricovero è significativamente inferiore: è il cosiddetto “effetto migrante sano”.

 

Gravidanza e parto

Negli ultimi anni, in media, una donna su tre che partorisce nella Ausl di Prato ha una cittadinanza non italiana, soprattutto cinese (6 ogni 10 straniere). Le straniere sono più giovani rispetto alle italiane (in media 27,5 anni rispetto ai 32,6 delle italiane) e hanno un titolo di studio basso (56% contro 30% delle italiane). Inoltre aderiscono con una frequenza minore alle indicazioni del protocollo regionale per la gravidanza fisiologica (68,5% contro 96,9%); in particolare solo una straniera su due effettua la prima visita entro la dodicesima settimana e una su 10 non esegue alcun controllo. Gli indicatori di salute materno infantile, comunque, evidenziano esiti della gravidanza sostanzialmente simili a quelli delle italiane.

 

Le donne straniere presentano, inoltre, un ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza tre volte superiore rispetto a quello delle italiane, con una maggiore frequenza anche di aborti volontari ripetuti.

 

Scarsa l’attenzione alla prevenzione

Gli stranieri pratesi prestano una minore attenzione alle pratiche preventive: il tasso di copertura per le vaccinazioni dell’età evolutiva è infatti inferiore rispetto a quello degli italiani (76% di copertura conto il 94%) e si osserva anche una bassa adesione allo screening del tumore della mammella (37% contro 77%) e della cervice uterina (28% contro 55%).

 

In conclusione, gli stranieri utilizzano i servizi sanitari in modo selettivo e differenziato rispetto agli italiani, ricorrendo in genere ai servizi di diagnosi e cura piuttosto che ai servizi di prevenzione. Il loro stato di salute è in generale buono, in gran parte sovrapponibile a quello dei coetanei italiani.

 

Assicurare l’equità nell’accesso ai servizi

Le malattie più frequentemente osservate sono le malattie infettive e respiratorie, riconducibili in gran parte ad abitazioni insalubri, con alta promiscuità abitativa e carenze igieniche, i traumatismi legati verosimilmente a lavori particolarmente gravosi e meno regolari, i disturbi gastrointestinali per un’alimentazione inadeguata ed episodi di abuso di alcol con disturbi mentali espressione di difficoltà di integrazione.

 

L’Ausl di Prato da tempo sta incrementando le attività di monitoraggio epidemiologico della salute degli stranieri in modo da definire gli interventi utili ad assicurare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari e la tutela della salute dell’individuo e della collettività.

 

Per approfondimenti consulta la pubblicazione a cura di Sandro Spinsanti, “Sanità pubblica in una società multietnica”, in I quaderni di Janus, Zadig, 2008.

 

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