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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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I registri vaccinali informatizzati in Italia



La vaccinazione è uno strumento essenziale per la prevenzione di molte malattie infettive, abbattendo, di fatto, sia la morbilità che la mortalità. Per questo motivo, in ogni Paese al mondo esiste una strategia per l’offerta dei vaccini nella popolazione. Tuttavia, l’adozione di un buon calendario vaccinale, sia pure con offerta attiva e gratuita, non garantisce che la copertura vaccinale raggiunga i valori desiderati. Per questo motivo è essenziale monitorare i programmi vaccinali, raccogliendo dati di elevata qualità sulla copertura vaccinale raggiunta, sulla sicurezza e sull'efficacia dei vaccini utilizzati, e sull'accesso alla vaccinazione.

Il fulcro di questo monitoraggio è rappresentato dai registri vaccinali informatizzati (chiamati anche anagrafi vaccinali informatizzate) poiché contengono molte delle informazioni necessarie per valutare i programmi vaccinali.

 

I registri vaccinali informatizzati facilitano, inoltre, la gestione organizzativa e funzionale dei servizi vaccinali e, se correttamente implementati, migliorano la qualità e la disponibilità dei dati di copertura vaccinale, possono ridurre i costi e aumentare l’efficienza dell'erogazione dei servizi. inoltre, i dati disponibili negli archivi vaccinali possono essere usati per la valutazione della sicurezza vaccinale, per la stima dell’efficacia vaccinale e per l’identificazione dei gruppi di popolazione non vaccinata. Informazioni che possono essere utilizzate per ideare campagne vaccinali mirate (ad esempio durante focolai epidemici), o per la realizzazione di materiali informativi chiari e fruibili.

 

I registri vaccinali informatizzati e legge sull’obbligo vaccinale

Sin dai primi anni 2000, numerosi documenti strategici nazionali hanno raccomandato di adottare i registri vaccinali informatizzati come strumento indispensabile per il monitoraggio delle performance vaccinali. Tra questi, ricordiamo il Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, il Piano nazionale di prevenzione 2014-2018 e il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019.

 

Ultima in ordine di tempo, la legge sull’obbligo vaccinale impone, di fatto, la costruzione di una anagrafe vaccinale informatizzata a livello nazionale entro il 2018, nonché che le Asl adottino, entro l’anno scolastico 2019-2020, un sistema per la trasmissione dei dati dal registro vaccinale informatizzato alle scuole, per consentire l’identificazione dei minori inadempienti. L’obiettivo è quello di completare la transizione dal cartaceo al digitale, consentendo uno scambio di dati tra i vari livelli (Asl, Regione, ministero della Salute) e garantendo l'interoperabilità tra i registri vaccinali del territorio nazionale.

 

Seppure molto lentamente, l’obiettivo di una informatizzazione di tutte le Asl è prossimo ad essere raggiunto. Infatti, se nel 2008 soltanto 9 Regioni usavano un registro vaccinale informatizzato, nel 2011 il numero è salito a 15 e nell’ultima indagine (2016) 18 Regioni su 21 (86%) avevano implementato un registro vaccinale informatizzato in tutte le Asl: in 11 Regioni le Asl utilizzavano lo stesso software, in 2 i registri vaccinali erano informatizzati solo parzialmente mentre 1 Regione non aveva ancora registri vaccinali informatizzati nelle proprie Asl, ma dichiarava che la loro implementazione si sarebbe realizzata durante il 2018.

 

Stato dell’arte e prospettive future

Le informazioni disponibili dimostrano che sono stati fatti grandi passi avanti, ma siamo ancora lontani da una situazione ottimale. L’uso di soluzioni software differenti nelle diverse Asl, talvolta all’interno della stessa Regione, complica l’aggregazione dei dati, che spesso vengono raccolti con una metodologia non uniforme sul territorio nazionale. I denominatori utilizzati per il calcolo delle coperture vengono stimati utilizzando sorgenti informative differenti tra le Regioni, creando ulteriori difformità.

 

In più, il cittadino non è ancora al centro del sistema vaccinale: l’accesso ai dati è limitato alla Asl o alla Regione in cui si è sottoposto alle specifiche vaccinazioni e il trasferimento dei dati da una Regione a un’altra consiste nell'inserimento/reinserimento manuale delle informazioni contenute nei certificati vaccinali. Non esiste, inoltre, uno standard nazionale ufficiale né di certificato vaccinale né di tracciato record per il trasferimento delle informazioni.

 

Si nota, quindi, l’assenza di un registro vaccinale informatizzato nazionale in cui confluiscano i dati raccolti a livello di Asl e attraverso il quale si possa avere la situazione aggiornata e tempestiva delle coperture vaccinali. Per questo motivo, il ministero della Salute sta progettando un registro cercando soluzioni in grado di ottimizzare il flusso di dati individuali dalle Regioni verso il livello centrale. Lo scopo di questo registro nazionale è di monitorare l’implementazione delle strategie vaccinali.

 

Gli sforzi futuri, sia a livello nazionale che a livello regionale, dovranno essere focalizzati all’interoperabilità tra i sistemi adottati nei vari livelli, al fine di rendere omogenea la raccolta e la stima delle coperture vaccinali, evitando i problemi derivanti dalla duplicazione dei dati e compensando le informazioni mancanti.

 

Una ulteriore prospettiva futura è trovare una soluzione che permetta a ogni cittadino di avere accesso alla lista delle vaccinazioni effettuate in qualunque Asl del territorio nazionale, affinché abbia la consapevolezza del suo stato di protezione, reale e aggiornato, nei confronti delle malattie prevenibili con vaccinazione.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 22 marzo 2018

Revisione a cura di: Fortunato D’Ancona¹, Vincenza Gianfredi², Flavia Riccardo¹ e Stefania Iannazzo³
¹Istituto superiore di sanità
²Università di Perugia
³Ministero della Salute