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Meningoencefalite da zecche: il report Ecdc

Fortunato Paolo D'Ancona - reparto Epidemiologia delle malattie infettive (Iss).

 

27 settembre 2012 - L’European center for disease prevention and control di Stoccolma (Ecdc) ha riconosciuto da alcuni anni l’importanza delle malattie trasmessa da vettori ovvero organismi viventi in grado di trasmettere un agente infettivo da un animale infetto all’uomo o a un altro animale. I vettori sono spesso artropodi, vale a dire zanzare, zecche, mosche, pulci e pidocchi.

 

Gli sforzi sono orientati a valutare il rischio di trasmissione, le possibilità di controllo e l’impatto di queste patologie spesso frequenti solo in alcune aree geografiche. In queste patologie la presenza del vettore (un determinato insetto per esempio) gioca un ruolo fondamentale nella valutazione del rischio ma è necessario anche valutare la presenza dell’agente patogeno che è l’unico responsabile della malattia. Fattori ambientali come l’altitudine e condizioni climatiche possono anche giocare un ruolo importante.

 

È quindi un lavoro complesso che richiede la collaborazione di epidemiologici, clinici, entomologi, microbiologici ed esperti di climatologia.

 

Esistono are endemiche (ovvero dove la malattia è stabilmente presente) e zone in cui esiste il rischio di introduzione della malattia poiché è presente il vettore (e le condizioni climatiche e ambientali) ma non ancora la malattia.

 

La conoscenza di queste aree permette di valutare anche il rischio di acquisire le malattie trasmesse da vettori viaggiando in aree endemiche.

 

Mentre per alcune patologie esistono informazioni dettagliate su questi rischi per i viaggiatori, per altre, come la encefalite trasmessa da zecche (Tick borne encephalitis, Tbe) queste informazioni facilmente reperibili, essendo limitate ad alcune aree geografiche di alcuni paesi europei.

 

Il report “Epidemiological situation of tick-borne encephalitis in the European Union and European Free Trade Association countries” (pdf 3,2 Mb), pubblicato dall’Ecdc a settembre 2012, riassume le informazioni sulla distribuzione di meningoencefalite da zecche negli Stati membri, in Islanda e in Norvegia sia attraverso una raccolta di dati da esperti europei di ogni nazione per il periodo 2000-2010, sia attraverso una revisione della letteratura. Nel report vengono inoltre sottolineate le differenze tra i sistemi di sorveglianza nei vari Paesi, identificate le principali aree di rischio. Solamente 20 Paesi dei 30 aderenti all’iniziativa hanno un sistema di sorveglianza, ma solo in 10 esiste una precisa definizione di caso epidemiologico. Tuttavia rimangono grandi le differenze esistono tra queste definizioni e tra i dati raccolti specialmente alla luce della sensibilità dei sistemi di sorveglianza e delle differenti capacità di eseguire diagnosi di laboratorio appropriate. Le aree di rischio principali per Tbe sono in Europa centrale e orientale, nonché sull’aria Baltica e nei Paesi nordici. Nell’Europa occidentale la Tbe è presente in Svizzera, nella regione francese dell’Alsazia e in Italia (principalmente in Veneto) e nei Paesi balcanici.

 

Questo report rappresenta un primo tentativo di raccogliere queste informazioni poiché non esistono dati raccolti sistematicamente in Europa fino a ora. Una recente decisione europea (pdf 701 kb) introduce la Tbe tra le malattie da notificare all’Ecdc, ma non è stata ancora presentata la definizione di caso europea. Anche in Italia, non sono disponibili dati nazionali essendo la meningoencefalite da zecche una malattia in classe V per la quale non vengono pubblicati i dati sul bollettino del ministero della Salute. Maggiori sforzi sono necessari per raccogliere dati all’interno dei propri confini.

 

A livello europeo, altre iniziative stanno fornendo ulteriori informazioni come per esempio il Network of medical entomologists and public health experts (Vbornet) che fornisce informazioni sulla distribuzione dei vettori a giusto completamento della sorveglianza umana. Considerato che esiste un vaccino efficace per la Tbe le informazioni sul rischio sono fondamentali per definire le strategie d’uso di questo strumento di prevenzione.