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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Cosa significa comunicare

Comunicare significa mettere insieme, scambiare informazioni, conoscenze, bisogni, atteggiamenti, emozioni, percezioni tra soggetti coinvolti in un determinato contesto spazio-temporale su tematiche comuni.

 

La comunicazione quindi non è solo passaggio unidirezionale di notizie e di informazioni, non è divulgazione. L’informazioni unidirezionale si realizza attraverso mezzi che non prevedono la possibilità di un feedback; televisione, carta stampata, siti internet, opuscoli.

 

Comunicazione è invece interazione e feedback, è condivisione di significati, di punti di vista per affrontare problematiche comuni. Senza dubbio la comunicazione interpersonale faccia a faccia e in parte anche la comunicazione telefonica rappresentano le modalità attraverso le quali è possibile realizzare queste condizioni.
 

Processo comunicativo

 


Comunicazione è relazione
Nel processo comunicativo assumono rilevanza significativa non solo i contenuti (le informazioni), ma anche il sistema di valori, i pregiudizi, i vissuti personali, gli stili comunicativi dei soggetti interagenti.

Ciò avviene anche nella relazione professionale tra operatori e persone.

In questo ambito emergono spesso, inoltre, emozioni e percezioni non sempre concordanti.

Anche il contesto (familiare, sociale, lavorativo) nel quale avviene la comunicazione ha la sua rilevanza in quanto influenza il modo di pensare e lo stato d’animo degli interlocutori.

 

Per tutti questi motivi improvvisare la comunicazione è un rischio.

 

Comunicare significa quindi procedere in modo intenzionale e finalizzato avendo sempre ben presente:

Il che cosa
Il contenuto del messaggio. Una buona conoscenza del contenuto, un buon bagaglio conoscitivo è alla base del rapporto di fiducia con il pubblico. Inoltre l’informazione viene recepita dal target al quale è rivolta se è trasformata in messaggio, cioè se acquista significato per quelle specifiche persone, se si inserisce nei loro processi cogniti ed emotivi.
 

Il chi

Chi è il target. Le probabilità di successo aumentano se la definizione del target è la più precisa possibile. Diverse tipologie di target hanno bisogni informativi diversi e parlano linguaggi diversi.

È essenziale raccogliere informazioni sul target: che possono riguardare sia le caratteristiche più evidenti (informazioni demografiche, caratteristiche socioculturali, abitudini, stili di vita, livello di istruzione), sia caratteristiche “non evidenti” (percezione del problema, fiducia e credibilità nell’istituzione o nei servizi, specifiche preoccupazioni sull’argomento ecc). I mezzi che abbiamo a disposizione per poter raccogliere queste informazioni possono essere: le interviste con operatori (per esempio, medici di medicina generale) e persone chiave (insegnanti, parroci, sindaci ecc), analisi della stampa e dei media, interviste telefoniche, questionari, focus group, colloquio faccia a faccia.

 

Il come

Il come riguarda la scelta dei mezzi attraverso i quali poter veicolare i messaggi: media, siti web, numero verde, campagne informative, opuscoli informativi, dibattiti pubblici, documentazione, articoli, relazione interpersonale (colloquio faccia a faccia, colloquio telefonico). La scelta del mezzo dipende dal target, dagli obiettivi della comunicazione, dalle risorse economiche e umane a disposizione, dai tempi. È utile pensare di poter utilizzare i diversi mezzi secondo un approccio integrato.

Quando
Riguarda la scelta dei tempi della comunicazione: quando avviare la campagna informativa, quando attivare un numero verde, quando rispondere alle richieste dei media, il tempo da dedicare al colloquio con le singole persone all’interno dei servizi.
 

Dove

È lo spazio, il contesto nel quale avviene la comunicazione (setting esterno). Nella relazione interpersonale è opportuno distinguere il setting esterno dal setting interno che si riferisce allo spazio interiore dell’operatore dedicato allo scambio comunicativo. Uno spazio interiore che permette di essere nella relazione tutti interi con la mente e con “il cuore”, permettendo di predisporsi all’ascolto.

 

Perché

Per quale motivo si comunica, per raggiungere quali obiettivi:

  • per rispondere ad un bisogno di informazione

  • per rispondere a un diritto democratico garantendo un’informazione trasparente, tempestiva, chiara, omogenea secondo le evidenze disponibili al momento (comunicazione in itinere)

  • per migliorare le conoscenze funzionali alla modifica di comportamenti a rischio e il rafforzamento di quelli adeguati al mantenimento della salute

  •   per migliorare la qualità del dialogo, diminuendo la distanza che separa gli interlocutori e coinvolgendo i diversi soggetti sociali nel processo decisionale e nella gestione del rischio, come partecipanti e non come semplici spettatori

  • per ascoltare e accogliere stati emotivi di tensione, paura, rabbia e sostenere il pubblico, potenziando il processo di consapevolezza attraverso un apprendimento attento, un’appropriata vigilanza e una preparazione costruttiva.

  • per mostrare empatia. Le persone hanno bisogno di sentire che le istituzioni “sentono” il rischio così come lo sentono loro e “si preoccupano” del cittadino.