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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 29 marzo 2007

Conferenza internazionale di Verona: utili vaccinazione e altre misure di controllo

La conferenza internazionale sull’influenza aviaria, che si è svolta a Verona dal 20 al 22 marzo 2007, ha fatto il punto sulle principali strategie di intervento: la vaccinazione degli avicoli, associata alle altre misure di controllo, è infatti uno strumento decisivo per combattere la diffusione del virus A/H5N1 a livello globale.


Circa 400 esperti di tutto il mondo hanno analizzato le più recenti esperienze e i risultati raggiunti dai programmi di vaccinazione condotti in molti Paesi del mondo. La conferenza è stata organizzata dall’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie), dalla Food and Agriculture Organization (Fao) e dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IzsVe), con il sostegno della Commissione Europea.
Nel 2007 il virus dell’influenza aviaria è riemerso nei volatili domestici in 11 Paesi. L’influenza aviaria è diventata endemica in Indonesia, Egitto e Nigeria. Nel corso della conferenza è stato ampiamente sottolineato che, dall’inizio della crisi (fine 2003), le segnalazioni e le politiche di controllo della malattia sono notevolmente migliorati.

 

A oggi, sono 169 i decessi nei casi umani confermati per influenza aviaria da A/H5N1. Il virus non ha acquisito la capacità di trasmettersi efficacemente da uomo a uomo. Combattere la malattia negli avicoli è essenziale per diminuire la circolazione del virus nell’ambiente, riducendo così anche il rischio di contagio umano e la possibile minaccia pandemica.


Dalla conferenza è emerso che gli avicoli dovrebbero essere vaccinati contro l’influenza aviaria in particolare nei Paesi in cui la malattia è endemica e quando le altre misure di controllo come l’abbattimento di massa, il controllo delle movimentazioni e le misure di biosicurezza non possono fermare la diffusione del virus. Il successo di una campagna di vaccinazione dipende principalmente dall’utilizzo di vaccini di qualità, in base a quanto stabilito dagli standard dell’Oie, da idonee infrastrutture in grado di garantire una distribuzione rapida e sicura dei vaccini (per esempio, assicurando la catena del freddo), dal controllo delle movimentazioni degli animali e dalla disponibilità di risorse economiche adeguate.


È molto importante disporre di servizi veterinari efficienti, in linea con gli standard dell’Oie relativi alla qualità e alla valutazione, per la sospensione dell’uso della vaccinazione. Ogni piano di vaccinazione dovrebbe quindi comprendere una “strategia” che preveda la sua conclusione, in modo che i Paesi non dipendano da costose campagne di vaccinazione a lungo termine.
Strumenti che rendono possibile la differenziazione tra i volatili infetti e quelli vaccinati come la “strategia Diva” (Differentiating Infected from Vaccinated Birds) o l’utilizzo di volatili sentinella sono raccomandati quando è possibile. La vaccinazione degli avicoli e il consumo di carne avicola proveniente da animali vaccinati non hanno implicazioni sulla salute umana.


La conferenza ha esortato l’industria avicola a rafforzare il suo impegno nel controllo dell’influenza aviaria, avvalendosi della supervisione delle autorità veterinarie nazionali.

 

È stato poi rivolto un appello ai donatori internazionali per il finanziamento di campagne di vaccinazione nei Paesi endemici, con particolare attenzione agli allevamenti rurali. È emersa anche la necessità di sviluppare e finanziare la ricerca nei seguenti settori: sviluppo di nuovi e migliori vaccini; sviluppo di nuovi vaccini in grado di unire la protezione contro A/H5N1 al controllo di altre malattie degli avicoli, in particolare la malattia di Newcastle; progettazione di un sistema di distribuzione dei vaccini efficace, in particolare nei confronti dei piccoli allevatori; sviluppo di modello di supporto alla scelta della vaccinazione; condivisione e scambio di dati sui programmi di vaccinazione condotti in condizioni sperimentali; impatto della vaccinazione sulla produzione, sui consumi e sul commercio; impatto dei programmi di abbattimento di massa sul patrimonio genetico degli avicoli.
Alla conferenza gli esperti hanno anche proposto di sviluppare delle strategie di comunicazione per potenziare l’utilizzo della vaccinazione, per evitare crolli del mercato e per favorire l’applicazione delle misure di biosicurezza di base.

 

 

(revisione a cura di Caterina Rizzo – reparto malattie infettive, Cnesps – Iss)