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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Il virus dell’H5N1 nei volatili selvatici e domestici in Europa: permane lo stato di allerta verso una costante minaccia per la sanità pubblica

(traduzione e adattamento a cura della redazione di EpiCentro,

revisione a cura di Caterina Rizzo - Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps - Iss)

 

Sin dalla comparsa, nell’inverno 2005-2006 alla frontiera dell’Unione europea, del virus dell’influenza aviaria A/H5N1, che ha provocato casi umani in Turchia, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha prodotto documenti sulla valutazione dei rischi per la salute pubblica connessi al virus A/H5N1 e una guida su come proteggere i soggetti potenzialmente esposti al virus [1].

 

Negli ultimi tre anni, anche l’Ue ha compiuto sforzi notevoli per il miglioramento della protezione del pollame domestico dall’infezione da virus A/H5N1, tra cui il rafforzamento delle misure di biosicurezza intorno ai volatili domestici e l’incremento delle attività di sorveglianza veterinaria tra le popolazioni di uccelli (selvatici e domestici), allo scopo di fornire un allarme tempestivo della presenza del virus (vedi tabella).

 

Tab


Attività di sorveglianza complessiva tra gli uccelli selvatici e allevamenti di pollame nell’Unione Europea, febbraio-dicembre 2006 e gennaio-marzo 2007

 

Il confronto diretto tra le attività di sorveglianza dei due periodi non è semplice, ma i dati finora disponibili indicano una minore attività di sorveglianza sui volatili selvatici nel 2007 rispetto al 2006. Si rileva anche una grande eterogeneità nel numero di uccelli selvatici testati in tutti gli Stati membri. Tuttavia, i dati di incidenza riportati nel 2007 sono in linea con un livello relativamente basso di diffusione del virus A/H5N1 nelle popolazioni di uccelli all’interno dell’Unione europea: uccelli selvatici infetti sono stati individuati solo in quattro Stati membri della Ue, tutti entro un breve arco di tempo e in una area geografica limitata dell’Europa centrale.

 

Al 5 dicembre, sono risultati positivi 307 uccelli selvatici nella Ue, nel corso del 2007. La stragrande maggioranza è stata trovata in Germania (298), e in numero esiguo in Francia (7) Repubblica Ceca (1) e Ungheria (1). Quasi tutti questi casi sono stati segnalati in un periodo di sette settimane compreso tra la metà di giugno e l’inizio di agosto [6]. Questo è in contrasto con il 2006, in quanto 14 Stati membri hanno segnalato un totale di 748 casi positivi al virus A/H5N1 tra i volatili selvatici tra febbraio e agosto, che indicano una più ampia diffusione del virus nella Ue, con un’ondata che è cresciuta e diminuita nella prima metà dell’anno [7].

 

L’apparente basso livello di circolazione del virus nei volatili selvatici nel 2007 non ha trovato riscontro nel numero di focolai rilevati nel pollame domestico dell’Ue. Al 3 dicembre 2007, in 6 Stati membri, sono stati registrati 14 focolai nel pollame domestico [8]. Sebbene 3 Paesi (Ungheria, Germania e Repubblica Ceca) abbiano denunciato anche casi di infezione in uccelli selvatici, la tempistica e il luogo di rilevamento dei casi nel pollame domestico non offrono evidenza del legame epidemiologico con quelli rilevati negli uccelli selvatici. Questo contraddice i dati del 2006, da cui emergeva che la maggior parte dei 33 focolai rilevati nel pollame domestico nei 5 Stati membri interessati (Ungheria (29), Svezia (1), Germania (1), Danimarca (1) e Francia (1)), erano stati preceduti dall’identificazione del virus nei volatili selvatici in prossimità del caso indice, a conferma di un forte legame epidemiologico con la sorgente di infezione.

 

Sembra quindi che, a differenza del 2006, quando la sorveglianza attiva dei volatili selvatici ha confermato la presenza del virus in diverse località prima che venisse identificato nel pollame, i dati epidemiologici dal 2007 non hanno rilevato la presenza dell’infezione nei volatili selvatici locali prima che fosse confermata negli allevamenti domestici. Questo può essere interpretato in diversi modi: è possibile che il programma di sorveglianza degli uccelli selvatici messo in atto dall’Europa, anche se ampio, non sia stato sufficiente per rintracciare l’infezione nei volatili selvatici. Tuttavia, nelle zone in cui sono stati infettati i volatili domestici, l’aumento della sorveglianza retroattiva degli uccelli selvatici, intorno alle aree dove erano stati rilevati casi nel pollame domestico, non ha individuato l’infezione da virus A/H5N1 nelle popolazioni di uccelli selvatici. Ciò mette in evidenza la possibilità che per il virus vi siano altre vie di accesso al pollame domestico, come per esempio il commercio di prodotti avicoli, o attraverso oggetti inanimati. Quest’ultimo è stato suggerito per i focolai registrati in Ungheria e Regno Unito nel 2007 [9,10].

 

Conclusione
Indipendentemente dalla causa di origine, il virus A/H5N1 rappresenta una nuova sfida, rara ma indiscriminata, alla quale debbono adattarsi almeno nel breve termine tutti i proprietari di pollame dell’Unione europea (sia che gli animali siano allevati per hobby che per motivi commerciali). Questo ha anche implicazioni importanti per la salute pubblica: la sempre più sporadica comparsa di focolai d’infezione nel pollame domestico, sebbene poco comune, sottolinea la necessità per tutti i proprietari di pollame di rimanere vigili di fronte alla possibilità che si verifichino casi di infezione negli animali. L’Ecdc ritiene che i soggetti più a rischio siano i proprietari di volatili da cortile tenuti per hobby, piuttosto che quelli che lavorano in grandi aziende agricole “industriali” [11], anche se è importante che il messaggio di prevenzione raggiunga entrambi. A conferma di ciò si ricorda il caso, verificatosi all’inizio di quest’anno, di un focolaio causato da un ceppo a bassa patogenicità dell’influenza aviaria (A/H7N2), che ha infettato alcuni proprietari di pollame, per pochi dei quali è stato necessario il ricovero ospedaliero mentre ha richiesto per molti la profilassi con antivirali [12].

 

Anche se non vi sono stati casi di infezione umana da virus A/H5N1 nell’Ue, vi è più di una possibilità solo teorica che ciò possa accadere in futuro colpendo persone con piccoli cortili o animali domestici. Al fine di ridurre al minimo questo rischio, è importante incoraggiare l’adozione di buone pratiche in materia di igiene da parte di tutti coloro che hanno contatti con il pollame. Tra queste, in particolare, evitare di toccare gli uccelli malati o morti e lavarsi regolarmente le mani dopo qualsiasi contatto con i volatili. Questo soprattutto a ragione dell’evidente assenza di associazione tra i casi individuati negli uccelli selvatici e nel pollame domestico; l’uccello selvatico sentinella può non manifestare l’infezione prima che appaia negli animali domestici. Naturalmente nell’Unione europea, ci sono una serie di altre zoonosi che possono essere trasmesse dagli uccelli ai loro proprietari, ma le precauzioni raccomandate per proteggersi contro il virus dell’influenza aviaria A/H5N1 proteggono anche dalle altre infezioni [13].

Nel complesso, anche se l’interazione epidemiologica del virus A/H5N1 tra uccelli selvatici e pollame domestico può aver subito delle modifiche nel corso del 2007 rispetto agli anni precedenti, non vi è nulla nei dati rilevati su scala internazionale che suggerisca che il virus abbia mutato le sue caratteristiche in modo tale da aumentare il rischio di trasmissione all’uomo. L’Ecdc, pertanto, non ha cambiato la sua valutazione del rischio sulle implicazioni dirette dei virus A/H5N1 sulla salute umana, che rimangono allo stato attuale, un gruppo di virus influenzali degli uccelli, con una scarsa capacità di adattamento all’uomo, e per questo non in grado di infettarlo se non attraverso carica virale elevata. Per quelle poche persone che contraggono l’infezione, questi virus sono pericolosi, in quanto altamente patogeni, ma generalmente non si trasmettono ad altri esseri umani [14].


Riferimenti:

1.   ECDC Technical report: Avian influenza portfolio-Collected risk assessments, technical guidance to public health authorities and advice to the general public, Stockholm, June 2006.

2.   European Commission. Health & Consumer Protection Directorate-General. Annual report of avian influenza in wild birds carried out by Member States (Feb-Dec 2006) prepared by the Community Reference Laboratory for avian influenza and Newcastle disease.

3.   European Commission. Health & Consumer Protection Directorate-General. Report: surveillance for avian influenza in wild birds carried out by Member States (Jan-March 2007) prepared by the Community Reference Laboratory for avian influenza and Newcastle disease.

4.   European Commission. Health & Consumer Protection Directorate-General. Annual report of the avian influenza surveillance in poultry carried out by Member States (Feb-Dec 2006) prepared by the Community Reference Laboratory for avian influenza and Newcastle disease.

5.   European Commission. Health & Consumer Protection Directorate-General. Report: surveillance for avian influenza in poultry carried out by Member States (Jan- March 2007) prepared by the Community Reference Laboratory for avian influenza and Newcastle disease.

6.   Highly pathogenic avian influenza (HPAI) cases in wild birds in 2007 notified by Member States to the Animal Disease Notification System (ADNS).

7.   Highly pathogenic avian influenza (HPAI) cases in wild birds in 2006 notified by Member States to the Animal Disease Notification System (ADNS).

8.   European Commission. Health & Consumer Protection Directorate-General. Animal Disease Notification System. Table 11: Animal disease situation per country and per disease.

9.   Editorial team. Two outbreaks of H5N1 avian influenza in farm geese, Hungary, January 2007. Euro Surveill 2007;12(2):E070215.2.

10.   Outbreak of highly pathogenic H5N1avian influenza in Suffolk, UK in January 2007: A report of the epidemiological findings by the national emergency epidemiology group, DEFRA, 5 April 2007.

11.   ECDC Technical Report: The Public Health Risk from Highly Pathogenic Avian Influenza Viruses Emerging in Europe with Specific Reference to type A/H5N1, Version 1 June 2006.

12.   Editorial team. Avian influenza A/(H7N2) outbreak in the United Kingdom. Euro Surveill 2007;12(5):E070531.2.

13.   ECDC Technical report: Avian influenza portfolio-Collected risk assessments, technical guidance to public health authorities and advice to the general public, Stockholm, June 2006.

14.   ECDC technical report: The Public Health Risk from Highly Pathogenic Avian Influenza Viruses Emerging in Europe with Specific Reference to type A/H5N1 Version June 1st 2006.