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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 16 dicembre 2010

Rispondere a nuovi gravi malattie - La sorveglianza routinaria ospedaliera e i network clinici in Europa

Secondo l’editoriale del numero di Eurosurveillance pubblicato il 9 dicembre 2010, dall’esperienza della pandemia da virus A/H1N1v si possono trarre una serie di insegnamenti. Prima di tutto, negli ospedali c’è bisogno di una sorveglianza routinaria delle infezioni più gravi. La sorveglianza potrebbe avvenire in ospedali sentinella o per alcune condizioni particolari, a livello della popolazione generale (negli Stati Uniti ad esempio tutti i decessi infantili associati all’influenza sono notificabili ai Cdc). In secondo luogo, le attività di sorveglianza dovrebbero essere supervisionate da gruppi interdisciplinari di medici e di microbiologi, così come da istituti di sanità pubblica. Il terzo e il quarto punto consistono, rispettivamente, nel fatto che i sistemi informativi degli ospedali dovrebbero facilitare questo tipo di lavoro e che una volta che l’emergenza è in atto, questi sistemi di sorveglianza devono essere rafforzati con personale e risorse. Leggi l’editoriale del numero di Eurosurveillance del 9 dicembre 2010.

 

La sorveglianza iniziale dell’influenza pandemica A/H1N1v nell’Unione europea e nell’Area economica europea

Nella prima fase della pandemia i Paesi dell’Unione europea e dell’Area economica europea hanno riportato i dati di sorveglianza dell’influenza A/H1N1v all’Ecdc attraverso l’Early warning and response system. Un articolo pubblicato il 9 dicembre 2010 su Eurosurveillance descrive le più importanti evidenze epidemiologiche e le loro implicazioni rispetto alla seconda ondata pandemica. Il picco nelle notifiche della prima ondata è stato raggiunto la prima settimana di agosto. La trasmissione nella prima fase è stata legata ai viaggi, mentre la trasmissione all’interno dei Paesi Ue/Eea è stata riportata a partire dal giugno 2009. Il 78% delle persone colpite aveva meno di 30 anni. La proporzione di casi con complicazioni e con condizioni sottostanti era il 3% e il 7%, rispettivamente. Le condizioni mediche di base più frequenti sono state quelle polmonari croniche (37%) e le malattie cardiovascolari (15%). Le complicazioni e il ricovero sono stati entrambi associati a condizioni di base, indipendentemente dall'età. Leggi l’articolo dell’Eurosurveillance.

 

La sorveglianza dell’influenza in Islanda durante la pandemia

Durante una pandemia, la sorveglianza è essenziale per monitorare la diffusione della malattia e valutarne l’impatto. Le appropriate strategie di mitigazione e la preparazione sanitaria dipendono dall’accuratezza dei dati di sorveglianza epidemiologica. Nel 2009 nel corso della pandemia di A/H1N1v, l’Islanda ha rapidamente migliorato i suoi sistemi di sorveglianza dell’influenza. I miglioramenti effettuati, che potranno essere di grande importanza anche in caso di epidemie causate da altri agenti patogeni, sono descritti in un articolo pubblicato da Eurosurveillance il 9 dicembre 2010. In seguito all’innalzamento dell’allerta per la pandemia nell’aprile 2009, la sorveglianza dell’influenza è stata intensificata e sono stati sviluppati o rafforzati dei sistemi per la sorveglianza delle malattie simil-influenzali, dei decessi legati all’influenza e degli accertamenti di laboratorio. Sono stati raccolti anche rapporti sull’assenteismo da scuola, che sono poi stati confrontati con i risultati del sistema di sorveglianza automatico.

 

La sorveglianza nazionale dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva durante il picco influenzale nell’inverno 2009-2010 in Danimarca

La sorveglianza dell’influenza pandemica A/H1N1v in Danimarca è stata rafforzata nella stagione invernale 2009-2010 con un sistema di monitoraggio dell’impatto della pandemia sulle unità di terapia intensiva (cus), in modo da informare i decisori ed identificare le carenze nei reparti tempestivamente. Tra la quarantaseiesima settimana del 2009 e l’undicesima settimana del 2010, le 36 unità di terapia intensiva danesi hanno fornito i dati con due modalità: i dati relativi ai casi aggregati sono stati raccolti on line e i dati sui casi singoli sono stati raccolti in formato cartaceo. Si è stabilito che i casi ricoverati in unità di terapia intensiva da riportare erano sia quelli con infezioni da virus A/H1N1v confermate in laboratorio, sia quelli clinicamente sospetti dopo uno stretto contatto con casi confermati in laboratorio. Il numero di casi aggregati è stato riportato ogni settimana, ma nel periodo di picco (settimane 48-51 del 2009), le relazioni sono state giornaliere. I rapporti basati sui casi singoli contenevano informazioni demografiche e cliniche. Leggi l’articolo pubblicato da Eurosurveillance il 9 dicembre 2010.

 

La mortalità per influenza pandemica in Germania

La mortalità causata dall’influenza A/H1N1v in Germania sembra essere stata una delle più basse in Europa. Sono state fornite analisi dettagliate di tutti i 252 decessi dovuti a infezioni da virus pandemico confermati e notificati tra il 29 aprile 2009 e il 31 marzo 2010. La mortalità complessiva è stata di 3,1 per milione di abitanti. Il tasso di mortalità è aumentato nel tempo; i casi d’infezione notificati in pazienti al di sopra dei 60 anni hanno avuto il tasso più alto di mortalità. Nei casi mortali, il tempo trascorso tra la comparsa dei sintomi e l’inizio del trattamento antivirale è risultato significativamente più lungo rispetto a quello registrato per i casi non mortali. Le patologie croniche di base più frequentemente riscontrate nei soggetti deceduti, sono risultate l’immunosoppressione, il diabete e le malattie respiratorie. I risultati suggeriscono che un trattamento tempestivo può avere avuto un impatto sulla mortalità generale. Leggi l’articolo pubblicato da Eurosurveillance il 9 dicembre 2010.

 

La risposta all’influenza pandemica in Italia

In Italia, l’arrivo dell’influenza pandemica A/H1N1v è stato seguito da una risposta integrata basata sul Piano nazionale di preparazione e di risposta alla pandemia influenzale del 2006. In un articolo di Eurosurveillance gli autori analizzano le principali attività implementate per la sorveglianza epidemiologica, il contenimento e la mitigazione della pandemia e l’insegnamento tratto da questa esperienza. Nel complesso, si stima che dalla trentunesima settimana del 2009 (27 luglio – 2 agosto) alla diciassettesima settimana del 2010 (26 aprile – 2 maggio), si siano verificati circa 5 milioni e 600 mila casi di malattia simil-influenzale (Ili) (con almeno 2 mila casi confermati in laboratorio da maggio a ottobre 2009). Un totale di circa 1100 casi sono stati ricoverati in ospedale per condizioni gravi, di cui 532 in unità di terapia intensiva. I decessi riportati sono stati 260. Approssimativamente sono state somministrate circa 870 mila prime dosi di vaccino pandemico, con una copertura della popolazione pari circa al 4%. Una delle possibili ragioni della bassa adesione alla vaccinazione dei gruppi a rischio può risiedere nella strategia di comunicazione adottata sia con la popolazione generale, sia con gli operatori sanitari. In futuro andrebbe incoraggiato un maggiore e attivo coinvolgimento di tutti i professionisti sanitari a livello locale, regionale e nazionale. Scarica l’articolo pubblicato il 9 dicembre 2010 su Eurosurveillance.