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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Gli anziani come risorsa: promuovere l’active ageing per il bene collettivo

Emanuele Scafato e Lucia Galluzzo - reparto Salute della popolazione e suoi determinanti, Cnesps-Iss

 

5 marzo 2012 - «Le condizioni di salute della popolazione italiana sono fondamentalmente buone: mortalità generale e mortalità infantile sono basse e la durata della vita media è progressivamente aumentata. Ciò nonostante si avverte una forte esigenza di nuovi percorsi, adeguati a rispondere alle mutate esigenze della popolazione, anche e soprattutto in funzione delle profonde modificazioni demografiche intervenute negli ultimi decenni, contrassegnati da un sostanziale incremento della popolazione anziana». Queste parole, che nel 1999 aprivano il contributo “Aggiungere vita agli anni che sono stati aggiunti alla vita” pubblicato nel “Libro dell’anno” della Treccani risultano quanto mai attuali per descrivere la situazione che si presenta nel nostro Paese all’inizio del 2012. Naturalmente un eccessiva generalizzazione non consente di valutare appieno le luci e le ombre della condizione dell’anziano che, nell’ottica della dinamica demografica e della transizione epidemiologica in atto, merita un approfondimento particolarmente rispetto alle condizioni in cui l’incremento della speranza di vita in Italia ha comportato (e continuerà a farlo) un incremento di numerose cronicità che minano la qualità degli anni di vita guadagnati grazie ai progressi del sistema di assistenza e cura che contribuiscono a fare dell’Italia una delle nazioni più longeve nel mondo.

 

Verso una politica condivisa

A livello internazionale negli ultimi trent’anni si sono sviluppate strategie e iniziative incentrate sui molteplici temi dell’invecchiamento. All’inizio degli anni Ottanta le Nazioni Unite avevano ribadito la necessità di una particolare attenzione a questi problemi ratificando l’International plan of action on ageing, formulato nel corso dell’Assemblea mondiale sull’invecchiamento tenuta a Vienna (noto anche con il nome di Vienna Plan). Il documento identificava 62 raccomandazioni per 7 aree prioritarie di azione: salute e nutrizione, protezione del consumatore anziano, ambiente domestico, famiglia, benessere sociale, protezione sociale e occupazione, educazione. All’inizio degli anni Novanta, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava un’ulteriore risoluzione nella quale si sancivano 18 Principles for older persons, rivolti soprattutto alla promozione dell’indipendenza, della partecipazione, della cura, della realizzazione personale e della dignità della persona anziana.

 

Nel 1999, le Nazioni Unite hanno dedicato all’anziano e ai diritti di una delle fasce più vulnerabili della popolazione un quadro di iniziative rivolte alla valorizzazione di interventi globali, sociali, sanitari, economici finalizzati alla promozione di una cultura e di strategie capaci di contrastare pregiudizi e luoghi comuni che propongono l’anziano come un peso per la società. Nello stesso anno, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Giornata mondiale della salute ha proposto alla platea internazionale lo slogan “Active aging” (invecchiamento attivo) in omaggio a un rinnovato impegno sociale e sanitario della collettività e delle istituzioni a riconoscimento e supporto di realtà che si giovano, giorno dopo giorno, dell’insostituibile ruolo che gli anziani giocano nei confronti della collettività. In occasione del World Health Day del 1999, il reparto Salute della popolazione e suoi determinanti del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps-Iss) ha prodotto una serie di materiali ancora validi come orientamento. Tra questi:

  1. la maggioranza degli anziani vive in Paesi industrializzati
  2. gli anziani sono tutti uguali
  3. uomini e donne invecchiano allo stesso modo
  4. gli anziani sono fragili
  5. gli anziani non possono fornire un contributo alla società
  6. gli anziani sono un peso economico per la società
  • l’opuscolo “Azioni dirette a favorire un invecchiamento attivo” (pdf 153 kb), che analizza in base a diversi fattori (periodo prenatale e infantile, fumo, alcol, attività fisica e alimentazione, malattie degli adulti e integrazione sociale, sesso e sicurezza economica) le azioni individuali e quelle di politica sanitaria volte a promuovere l’active ageing.

Entrambi sono traduzioni e adattamenti del testo Oms “Ageing: exploding the myths” (pdf 2,6 Mb).

 

L’interdipendenza generazionale è uno dei concetti alla base di questa strategia come sottolineato dalla decisione (pdf 745 kb) dell’Unione europea di proclamare il 2012 “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni”. Obiettivo dell’Anno è «la promozione di una cultura dell’invecchiamento attivo che valorizzi l’utile contributo degli anziani alla società e all’economia, favorendo opportune condizioni di lavoro, di partecipazione alla vita sociale e di vita sana e indipendente. In tale quadro, la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni rappresenta un elemento trasversale che sottende le azioni e le attività di sensibilizzazione sul tema». Per la promozione e lo svolgimento delle attività, ogni Stato membro si avvale di un organismo di coordinamento a livello nazionale. Per l’Italia, il coordinamento è svolto dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri che raccorda le amministrazioni interessate e gli altri attori coinvolti per la programmazione delle attività nazionali. Visita il sito italiano dedicato all’iniziativa e il Programma nazionale di lavoro (pdf 1 Mb).

 

Strategie di intervento

Il tema dell’invecchiamento della popolazione si è dunque ritagliato nel tempo, e continua tutt’oggi a mantenere, una posizione di primaria importanza nelle strategie sanitarie nazionali e internazionali. Invecchiamento inteso come processo che parte dalla culla e termina con la fine della vita (from cradle to grave). In quest’ottica si focalizza sulla soluzione dei numerosi problemi che, direttamente o indirettamente, influenzano i rapporti intergenerazionali e lo sviluppo economico e sociale. Infatti, analogamente a quanto avviene per altre tematiche, il dibattito sulle questioni economiche legate all’invecchiamento sembra avere monopolizzato l’attenzione generale impedendo di fatto di considerare gli anziani come una vera e propria risorsa della società e sostegno della famiglia.

 

Ma come favorire un invecchiamento sano, attivo? Quali sono le strategie da sviluppare per ridurre l’impatto delle patologie tipiche dell’invecchiamento? A livello del singolo si tratta di orientare, durante tutte le fasi della vita, lo sviluppo di una coscienza critica nei riguardi dei comportamenti nocivi per la salute, che coinvolga attivamente il cittadino nel processo di prevenzione e controllo del proprio stato di salute (in linea con quanto espresso dal programma nazionale Guadagnare salute). È importante inoltre, l’uso di programmi di prevenzione disponibili (screening) e la partecipazione attiva alla vita della famiglia e della comunità. Dal punto di vista della comunità, è invece prioritario promuovere interventi di salute e sanità pubblica concepiti per agire non tanto sull’incremento della speranza di vita (Life expectancy) quanto sulla speranza di vita in buona salute, libera da malattia (Disease free life expectancy). Per fare questo è vitale che si realizzi l’integrazione tra competenze e valenze sanitarie e sociali in un sistema sinergico e multidimensionale.

 

Lavorare su diversi fronti

La salute degli anziani può essere studiata da diversi punti di vista e declinarsi nei suoi svariati aspetti patologici o assistenziali. Al riguardo, il reparto Salute della popolazione e suoi determinanti del Cnesps-Iss, è impegnato e su molti progetti.

 

A livello internazionale:

  • Global Aging Research Network (Garn) dell’International Association of Gerontology and Geriatrics (Iagg): a marzo 2012 il Reparto Salute della Popolazione e suoi Determinanti del Cnesps è stato certificato formalmente e fa ufficialmente parte del network internazionale Oms dedicato alla ricerca sull’invecchiamento a cui collaborerà con attività di consulenza e di coordinamento
  • Era-Age 2 (European Research Area in Ageing Research): progetto finanziato nel VII Programma Quadro come fase successiva del progetto Era-Age. Nasce con lo scopo principale di facilitare il coordinamento dei programmi di ricerca sull’invecchiamento focalizzando sullo scambio di informazioni e di best practice nella gestione di programmi di ricerca e nello sviluppo di priorità strategiche per il futuro della ricerca sull’invecchiamento. Organizza e definisce le modalità di attuazione del primo joint call attraverso il programma Flare per giovani ricercatori e costituisce il primo common pot europeo per il bando unico europeo in attivazione nel corso del 2011
  • Vintage. Good health into older age: progetto del Public Health Programme composto da un insieme di attività di revisione della letteratura scientifica sulla tematica alcol e anziani e in attività di rilevazione di programmi, progetti e best practice in tutta Europa. È incorporato nelle best practice delle attività svolte attraverso l’iniziativa comunitaria di “Promoting mental health and healthy ageing in the elderly” promossa dalla Presidenza di turno spagnola nel 2010
  • Descripa (DEvelopment of Screening guidelines and CRIteria for Predementia Alzheimer’s disease): studio multicentrico nell’ambito dell’European Alzheimer’s Disease Consortium, progetto europeo sulla diagnosi precoce dell’Alzheimer che vede la partecipazione di 25 partner di 11 Paesi europei con l’obiettivo di sviluppare criteri diagnostici clinici per la malattia di Alzheimer e linee guida di screening della fase preclinica della malattia nella popolazione generale
  • Joint action for Echim (European Community Health Indicators Monitoring): Public Health Programme e Sub.segretariato della Commissione Europea per l’Health Monitoring elabora, valuta e implementa gli indicatori Echi in tutti gli Stati membri attuando survey comunitarie rivolte al monitoraggio dello stato di salute su tutte le fasce di popolazione con particolare riguardo alle informazione relative all’invecchiamento (Life Expectancy, Healthy Life Expectancy, Daly’a). Mantiene un network formale di esperti nazionali di indicatori di salute per gli indicatori Echi (Istat, ministero della Salute, rappresentanti delle Regioni, Iss)
  • Futurage (Road Map for Ageing Research): VII Programma Quadro che assembla tutte le azioni di coordinamento strategiche e di supporto specifico sull’invecchiamento degli ultimi dieci anni, includendo le attività europee legate al Forum on Ageing, Era-Age, Link-Age, e Ageaction. Leggi il report “Futurage. A road map for European Ageing research” (pdf 3,9 Mb) pubblicato a ottobre 2011.
  • Scientist Council for Ageing Research: attività svolta in ambito comunitario per la valutazione delle tematiche e della cornice di interventi da proporre negli ambiti della Commissione, del Consiglio e del Parlamento europeo.

A livello nazionale:

  • Ilsa (Italian Longitudinal Study on Ageing): coorte storica (arruolata nel 1992) con due follow-up temporali utili per lo studio e la valutazione dell’impatto dell’ageing nella popolazione italiana. Database relativi allo studio estensivo epidemiologico, clinico e di valutazione dello stato socio-sanitario di 5632 individui con particolare riferimento ai fattori di rischio, i fattori associati, la mortalità e la storia naturale delle principali patologie legate all’invecchiamento alla fase trasversale e a tre follow-up longitudinali. Coorte di riferimento europeo insieme agli studi Elsa (Regno Unito), Lasa, Clesa e progetto incorporato tra le attività da sostenere attraverso la Road map for Research on Ageing I dati della coorte Ilsa contribuiscono alla meta-analisi Descripa sulla demenza
  • Iprea (Italian Project for Epidemiology of Alzheimer disease): coorte storica multicentrica (12 Regioni) per lo studio del deficit cognitivo, della demenza e dell’Alzheimer con studio della transizione da deficit cognitivo lieve a demenza. Banca biologica, banca neuroimaging e database di fase trasversale e longitudinale di 4785 ultra 65enni. Leggi il rapporto Istisan (pdf 482 kb) dedicato al progetto Iprea, pubblicato nel 2003
  • Ulisse, Link informatico sui servizi sanitari esistenti per l’anziano: attivato in cofinanziamento con il ministero della Salute con l’obiettivo di costituire un osservatorio sulla qualità assistenziale e delle prestazioni erogate nei servizi di assistenza per l’anziano fragile, attraverso la creazione di una banca dati a livello delle strutture per acuti (Ospedali), delle residenze per anziani (Rsa) e dei servizi di assistenza domiciliare integrata (Adi). Oltre 120 U.O. coinvolte in tutta Italia con database relativo a oltre 3000 pazienti esaminati in fasi differenti dello studio prospettico
  • Mia Pnas: progetto finalizzato al monitoraggio del Piano nazionale alcol e salute (con report annuali) con esplicita disaggregazione di valutazione del rischio di patologie cronico-degenerative alcolcorrelate del target di ultra 65enni in Italia.

Ricerca, prevenzione, monitoraggio e partecipazione ai percorsi innovativi favoriti dalle nuove tecnologie sono gli strumenti su cui il Cnesps dell’Iss ha investito e continuerà a investire per continuare a garantire un livello sempre migliore della qualità di vita dell’anziano favorendo salute e inclusione sociale e contribuendo a consentire che gli anni di speranza di vita guadagnati possano essere sempre più anni di buona salute, non intaccati da disabilità o malattie, non solo “anni alla vita” ma, come legittimamente atteso “vita agli anni”.

 

Risorse utili