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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Archivio 2010

(18 novembre 2010) Uso inappropriato degli antibiotici in Italia e in Europa

Secondo i dati di uno studio condotto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) l'Italia ha il più alto consumo di antibiotici e più alto tasso antibioticoresistenza in Europa, preceduta solo da Grecia e Cipro. Sulla base di questo Aifa e Istituto superiore di sanità lanciano la campagna di comunicazione “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela” sull’uso corretto di questi farmaci che prevede la diffusione di locandine tramite gli organi di informazione della medicina generale.

 

(18 novembre 2010) Sorveglianza Ar-Iss: i dati del triennio 2006-2008

La sorveglianza dell’antibioticoresistenza dell’Istituto superiore di sanità (Ar-Iss) ha rilevato come la resistenza agli antibiotici si è evoluta e modificata in pochi anni: nel trienno 2006-2008 i livelli di resistenza si sono stabilizzati, o in qualche caso sono lievemente diminuiti, nelle specie Gram-positive mentre nelle specie Gram-negative si è osservato un trend in aumento relativo soprattutto ai fluorochinoloni, aminopenicilline e aminoglicosidi in E. coli e K. pneumoniae/oxytoca, e ai carbapenemici in P. aeruginosa, specie che è stata introdotta nella sorveglianza solo a partire dal 2007. La sorveglianza ha confermato, inoltre, che i livelli di resistenza sono più alti al Centro e al Sud rispetto al Nord Italia, dato che si correla al maggior consumo di antibiotici in queste aree geografiche. Sono alcuni dei dati presentati nel rapporto Istisan “Ar-Iss: sorveglianza dell’antibiotico-resistenza in Italia. Rapporto del triennio 2006-2008”. La pubblicazione illustra i metodi e i risultati della sorveglianza epidemiologica dell’antibioticoresistenza Ar-Iss, per il triennio 2006-2008, e i risultati di studi microbiologici effettuati sui ceppi batterici raccolti nell’ambito della sorveglianza.

 

(13 maggio 2010) Efsa: resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici

In un rapporto recentemente pubblicato dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) si afferma che alcuni tra i più comuni batteri zoonotici (quali Salmonella e Campylobacter) provenienti da animali e alimenti nell’Ue, hanno sviluppato resistenza agli antimicrobici. I batteri zoonotici resistenti agli antimicrobici sono fonte di preoccupazione in quanto possono compromettere l’efficacia del trattamento delle malattie nell’uomo. In particolare è stata comunemente riscontrata fra i batteri testati, la resistenza all’ampicillina, ai sulfonamidi e alla tetraciclina e, da diversi Paesi, è stata segnalata la resistenza ai fluorochinoloni, ai macrolidi o alle cefalosporine di terza generazione, che sono importanti antibiotici nel trattamento delle malattie umane. L’indagine dell’Efsa, che ha raccolto i dati di 26 Paesi membri tra il 2004 e il 2007, costituisce la terza e ultima parte della “Relazione annuale comunitaria dell’Efsa sulle tendenze e sulle fonti di zoonosi e agenti zoonotici nell’Unione europea per il 2007”. Le maggiori preoccupazioni sorte intorno all'aumento di resistenza agli antibiotici nei più comuni batteri zoonotici, sono legate all’importanza di alcuni di questi antibiotici nel trattamento delle malattie dell’uomo e alla loro presenza anche in alimenti destinati al consumo umano: dalle analisi effettuate sono emersi alti livelli di resistenza al fluorochinolone nella Salmonella presente nel pollame e nel Campylobacter presente nel pollame, nei bovini, nei suini e nella carne di pollo destinata al consumo. Leggi il rapporto scientifico dell’Efsa (pdf 11,5 Mb).

 

(13 maggio 2010) Eurobarometro: gli europei e gli antibiotici

Esplorare le conoscenze, le attitudini e la consapevolezza sull’uso di antibiotici tra gli europei: è lo scopo dell’indagine Eurobarometro sulla “Resistenza antimicrobica” commissionata dal Direttorato generale per la salute e i consumatori (Dg-Sanco). Dai dati emerge che il 40% degli europei ha assunto antibiotici per uso orale negli ultimi dodici mesi precedenti l’indagine e che il 95% degli intervistati si è procurato questi farmaci con prescrizione o direttamente dal medico curante. Solo il 3% dichiara di averli comprati in farmacia senza ricetta e il 2% di aver usato confezioni non completamente esaurite al termine di precedenti terapie. L’Italia è tra i Paesi in cui i cittadini sono meno consapevoli che un uso non adeguato degli antibiotici ne riduce l’efficacia. Leggi l’approfondimento.