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Antibiotici: le abitudini degli europei secondo Eurobarometro

(revisione a cura di Valeria Alfonsi - Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps - Iss)

 

13 maggio 2010 - Gli antibiotici hanno giocato un ruolo fondamentale per il miglioramento della salute pubblica, ma negli ultimi anni si è stato registrato un aumento del numero di patogeni che hanno sviluppato una resistenza a questi farmaci.

 

L’antibiotico-resistenza è un fenomeno naturale, accelerato negli ultimi anni dall’uso eccessivo, e non sempre appropriato, di antibiotici che costituisce una vera e propria minaccia per la salute pubblica non soltanto per le importanti implicazioni cliniche in termini di aumento della morbilità, letalità, durata della malattia, possibilità di sviluppo di complicanze, ma anche per i costi aggiuntivi dovuti all’impiego di farmaci, di procedure più costose, all’allungamento delle degenze e a eventuali invalidità.

 

La risposta dell’Ue

Per far fronte a questo problema, l’Unione europea ha messo a punto una strategia comunitaria volta a incoraggiare un uso prudente degli antibiotici e, a partire dal 2008, ha organizzato una campagna di sensibilizzazione in tutti i 27 Paesi membri. Allo scopo di guidare successivi interventi al fine di raggiungere la consapevolezza del rischio, promuovere l’uso appropriato di antibiotici, definire il potenziale impatto delle campagne di sensibilizzazione, e infine modificare gli atteggiamenti, il Direttorato generale per la salute e i consumatori (Dg-Sanco), ha commissionato un’indagine Eurobarometro sulla "Resistenza antimicrobica" (pdf 2,8 Mb), con l’obiettivo di esplorare le conoscenze e le attitudini sull’uso di antibiotici tra gli europei.

 

I risultati

I risultati sono in accordo con quelli della precedente survey condotta nel 2002, nell’indicare che il 40% degli europei ha assunto antibiotici per uso orale negli ultimi dodici mesi precedenti l’indagine (sotto forma di compresse, polveri solubili o sciroppi). Il 95% degli intervistati si è procurato questi farmaci con prescrizione o direttamente dal medico curante; solo il 3% dichiara di averli comprati in farmacia senza ricetta e il 2% di aver usato confezioni non completamente esaurite al termine di precedenti terapie. Questi dati variano molto tra gli Stati membri; il maggiore consumo di antibiotici è stato registrato in Europa meridionale.

 

Il 20% degli intervistati ha assunto antibiotici contro l’influenza e il 14% contro un raffreddore. Il 53% pensa che gli antibiotici “uccidano i virus” e il 47% è convinto che siano efficaci contro influenza e raffreddori. Dall’altro lato, l’83% degli intervistati è consapevole che un uso eccessivo di questi farmaci comporta una diminuzione della loro efficacia e il 68% sa che possono avere effetti collaterali come la diarrea.

 

Le campagne di sensibilizzazione

Più di un europeo su tre ricorda di avere ricevuto informazioni sull’assunzione degli antibiotici nei 12 mesi precedenti l’intervista: il 30% dal proprio medico, il 29% da spot televisivi e il 15% dai mezzi d’informazione.

 

I medici rimangono la fonte di maggiore fiducia: l’88% degli intervistati per avere informazioni sugli antibiotici consulterebbe un medico, anche se il 42% preferirebbe andare in farmacia.

 

Gli italiani e gli antibiotici

In Italia le persone che hanno assunto antibiotici negli ultimi dodici mesi (57%) sono di più rispetto alla media europea (40%) e in particolare quelli che li hanno assunti contro l’influenza sono il 23%, contro una media europea del 20%.

 

Insieme a Romania (57%), Ungheria (75%) ed Estonia (78%) l’Italia, con il 65% degli intervistati, è il Paese in cui i cittadini sono meno consapevoli che un uso non adeguato degli antibiotici ne riduce l’efficacia.

 

In Italia i medici giocano un ruolo particolarmente importante nell’informazione relativa agli antibiotici: il 59% degli intervistati residenti nel nostro Paese infatti ha saputo da un medico che gli antibiotici, se assunti quando non necessario, possono perdere efficacia.

 

Leggi l’indagine Eurobarometro sulla "Resistenza antimicrobica" (pdf 2,8 Mb).