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Ricoveri ospedalieri in Italia: il Rapporto SDO 2020

Il 24 novembre 2022 la Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute ha pubblicato il “Rapporto annuale sull'attività di ricovero ospedaliero (Dati SDO 2020)”. In quest’ultimo Rapporto vengono evidenziati gli effetti sulle ospedalizzazioni provocati dalla pandemia da SARS-CoV-2 in termini di volumi erogati. In effetti, si riscontra una marcata riduzione di circa il 20% dei ricoveri rispetto al 2019. Questa diminuzione è certamente correlata alla emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ma anche, e forse soprattutto, ai provvedimenti emergenziali emanati dal Ministero della Salute [1] volti a ottimizzare l’organizzazione del ricorso ai ricoveri ospedalieri.

 

Il database delle Schede di Dimissione Ospedaliera relativa all'anno 2020 è caratterizzato da un elevato livello di completezza della rilevazione: la copertura complessiva (comprensiva degli Istituti privati non accreditati) è pari al 98,9% (99,8% per le strutture pubbliche, 99,3% per gli istituti privati accreditati e 90,8% per quelle non accreditate). Il 96,6% delle schede contiene un codice identificativo anonimo corretto, in leggero aumento rispetto all'anno 2019.

 

Al netto delle schede riferite alla voce “Nido”, ovvero all’attività di ricovero riferita alle nascite, e a quelle inviate da Istituti non censiti nell’anagrafe delle strutture, il numero di dimissioni totali è stato pari a 6.489.469 di cui il 95% in attività per acuti, il 4% in attività di riabilitazioni e l’1% in attività di lungodegenza.

 

Dei 6.162.235 ricoveri per acuti, l’80% è avvenuto in regime ordinario e il 20% in regime diurno per un totale di 40.097.485 giornate di ricovero (92% in regime ordinario). Dei 254.268 ricoveri in riabilitazione, il 93% è occorso in regime ordinario per un totale di 6.740.776 giornate di ricovero (96% in regime ordinario). I 72.966 ricoveri per lungodegenza hanno prodotto 1.793.361 giornate di ricovero.

 

La degenza media è pari a 7,5 giorni per i ricoveri per acuti in regime ordinario, a 27,5 giorni per i ricoveri in riabilitazione e a 24,6 per le lungodegenze. 

 

La categoria più numerosa, esaminando le dimissioni per acuti in regime ordinario per MDC (Major Diagnostic Category, ovvero Categoria Diagnostica Principale), è quella costituita dalle malattie e disturbi del sistema cardiocircolatorio (13,8% del totale), seguita dalle malattie e disturbi dell'apparato respiratorio (13,3%) e dalle malattie e disturbi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo (12,4%).

 

La mobilità interregionale complessiva a livello nazionale per i ricoveri per acuti si attesta all’7,2% in regime ordinario e al 9,3% per quelli in regime diurno, per le riabilitazioni si attesta al 13,1% per i ricoveri in regime ordinario e al 11,0% per quelli in regime diurno, per le lungodegenze è al 4,7%.

 

La spesa complessiva per il 2020 ammonta a circa 24,3 miliardi di euro, di cui circa 22,4 miliardi per i ricoveri per acuti (circa il 93% per i ricoveri in regime ordinario), circa 1,6 miliardi per i ricoveri in riabilitazione (94% per i ricoveri in regime ordinario) e circa 263 milioni di euro per i ricoveri in lungodegenza.

 

I ricoveri ospedalieri in regime ordinario connessi al COVID-19 sono stati 286.530 corrispondenti a un tasso di ricovero pari a 48 per 10mila [2]. La distribuzione geografica di questi ricoveri rispecchia in gran parte la diversa diffusione del virus nel territorio nazionale. Basti osservare che la proporzione dei ricoveri COVID-19 sul totale delle ospedalizzazioni passa dal 2,4% nelle Isole a 9,2% del Nord-ovest con punte del 43,1% nei mesi di marzo-aprile nel Nord-Ovest del nostro Paese.

 

In più, posto che il 12,3% dei ricoveri COVID-19 è transitato nelle terapie intensive a fronte di un valore medio del 7,5% per i ricoveri ordinari non-COVID, la quota di ricoveri COVID-19 con transito in terapia intensiva nel Sud d’Italia supera il 16% rispetto al 8% dei ricoveri non-COVID.

 

Le diagnosi più frequentemente associate ai ricoveri COVID-19 sono state alcune malattie infettive e parassitarie (tubercolosi, HIV, infezioni batteriche di sede non specificata e soprattutto malattie da virus e da clamidia non specificate), le malattie del sistema respiratorio, le malattie ipertensive, il diabete mellito, il sovrappeso e l’obesità, la demenza e la malattia di Alzheimer [2].

 

Il 21,5% dei pazienti con ricovero COVID-19 ha avuto nel corso del 2020 ricoveri successivi dopo il primo. Il motivo principale di re-ricovero è stato, per la quasi metà di questi pazienti, di nuovo il COVID-19, per il 17% malattie respiratorie, in particolare polmoniti non specificate e altre malattie respiratorie non specificate.

 

Confronto 2019-2020

Rispetto all'anno precedente, nel 2020 la qualità della compilazione è migliorata, con una diminuzione della percentuale di errore pari a oltre 9 punti.

 

Nell'anno 2020 sono pervenute 1.720.146 schede totali in meno rispetto al 2019, con un decremento del 20,15%. Al netto delle schede riferite alla voce “Nido” e a quelle inviate da Istituti non censiti nell’anagrafe delle strutture, la diminuzione totale è stata pari al 20,8%. Questa diminuzione è stata più evidente per i ricoveri non-COVID con punte del 28% nel Nord-Ovest e del 29% nel Sud. La diminuzione minore è avvenuta per i ricoveri acuti in regime ordinario (-18,2%) fino a -34,7% per le riabilitazioni in regime diurno. Anche il numero delle giornate di ricovero/accessi è diminuito del 15,7%, passando da -13,2% per i ricoveri acuti in regime ordinario fino a -40,1% per le riabilitazioni in regime diurno.

 

In generale, la degenza media dei ricoveri per tutte le attività è aumentata rispetto al 2019. Con riferimento ai ricoveri per acuti in regime ordinario, ad esempio, l’aumento della durata della degenza media è correlato all’incremento della complessità dei ricoveri, basti considerare che il numero medio di diagnosi e di procedure compilate per scheda passano, rispettivamente, da 2,5 a 2,6 e da 3,1 a 3,2. Questo aumento è certamente connesso alla pandemia visto che, a seguito dei provvedimenti emergenziali emanati dal Ministero della Salute, il ricorso all’ospedale è stato riservato alla casistica di emergenza-urgenza, tipicamente più complessa, con rimodulazione dell’attività programmata considerata clinicamente differibile.

 

La mobilità interregionale complessiva a livello nazionale registra una generale diminuzione per i ricoveri in regime ordinario mentre per quelli in regime diurno rimane sostanzialmente stabile.

 

 

Riferimenti

  1. Circolari del Ministero della Salute: n.7422 del 16/03/2020; n. 8076 del 30/03/2020; n.11257 del 31/03/2020; n. 7865 del 25/03/2020; n. 27007 del 11/08/2020; n. 32732 del 12/10/2020; n. 22663 del 03/11/2020
  2. www.istat.it/...

 

Data di pubblicazione della pagina: 22 dicembre 2022

Testo scritto da: Valerio Manno, Alice Maraschini, Giada Minelli – Servizio tecnico scientifico di statistica, ISS