Un modello matematico per la dengue
È possibile utilizzare un modello matematico per spiegare il
comportamento della febbre emorragica dengue, una delle malattie tropicali
più diffuse in tutto il Sud-Est asiatico.
Secondo i risultati pubblicati dalla rivista Nature, l'incidenza
epidemiologica segue un andamento paragonabile a quello di un'onda
spazio-temporale progressiva e radiale, che si diffonde in tutte le
direzioni e alla medesima velocità, a partire da un focolaio centrale. È
stato calcolato che le ondate di dengue in Thailandia viaggiano a una
velocità di 148 chilometri al mese e impiegano circa 250 giorni per
raggiungere le regioni più distanti da Bangkok, la capitale e la città più
popolosa del paese asiatico.
I dati presi in esame si riferiscono a 850mila casi di infezione registrati
tra il 1983 e il 1997 in 72 province della Thailandia. L'analisi indica che
nelle aree circostanti la capitale i casi accertati di dengue si verificano
in sincronia, un po' più tardi che a Bangkok. Anche se i ricercatori non
hanno ancora compreso del tutto l'origine del fenomeno, sospettano che le
cause siano legate ai sempre più frequenti spostamenti della popolazione e
non ai mutamenti climatici o ambientali, come invece altri precedenti studi
avevano ipotizzato.
Il modello utilizzato per descrivere l'andamento geografico e temporale
delle epidemie di dengue è stato sviluppato dalla Nasa, nell'ambito delle
ricerche sulla propagazione delle onde all'interno di mezzi fisici (ad
esempio, le onde generate da un suono o quelle che si sviluppano in acqua).
Si tratta di un metodo analogo a quello di cui si servono matematici e
fisici per spiegare il comportamento dei sistemi complessi e dei fenomeni
non lineari. Nonostante gli schemi di interazione tra le variabili in gioco
siano fortemente semplificati, queste tecniche possono aiutare a formulare
nuove ipotesi e ad allargare i modelli esplicativi già esistenti.
Questi studi rappresentano il primo passo per comprendere il meccanismo di
diffusione di una malattia così contagiosa come la dengue, causa prima di
ospedalizzazione e di morte tra i bambini thailandesi. Oltre che
sull'effettivo trattamento farmacologico dei casi di infezione accertati,
oggi i principali sforzi di contenimento sono concentrati sulla lotta al
vettore della malattia, la zanzara Aedes aegypti: praticamente
eliminata intorno agli anni Cinquanta in seguito alle campagne contro la
febbre gialla (di cui è il principale vettore di infezione), è invece
riemersa una ventina d'anni fa, proprio in seguito alla sospensione dei
provvedimenti di eradicazione.
In tutto il mondo ogni anno vengono colpiti da dengue 50-100 milioni di
persone, 200-500mila delle quali nella forma più severa di febbre
emorragica, che risulta fatale nel 5% dei casi. Secondo la Pan American
Health Organization, l'incidenza della dengue è in deciso aumento nei
Caraibi, in America Latina e in Messico. C'è la possibilità di alcuni casi
di "importazione" anche negli Stati Uniti, a causa degli spostamenti e dei
viaggi della popolazione lungo il confine. Anche se la dengue non è una
malattia endemica negli Stati Uniti, le condizioni climatiche e ambientali
di alcuni stati meridionali potrebbero rivelarsi favorevoli per una nuova
massiccia diffusione della zanzara Aedes aegypti.
Una migliore igiene, cura e pulizia degli spazi abitati rappresenta
certamente la prima azione di contrasto nella lotta alla diffusione di
questa malattia. Ma capire anche le dinamiche spazio-temporali con cui la
malattia si diffonde potrebbe aiutare i sistemi sanitari di molti paesi
sottosviluppati a prendere le giuste contromisure, attraverso l'uso di
modelli di previsione delle epidemie più adeguati e il dispiegamento di
strategie di controllo più efficaci.
Bibliografia
Nature, Vol. 427, N. 6972, pp. 271-378.
http://www.nature.com/nature/links/040122/040122-6.html