Informazioni generali
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile a seconda della gravità. La malattia (nota in inglese come Copd, Chronic obstructive pulmonary disease) è solitamente progressiva ed è associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare. La conseguenza a lungo termine è un vero e proprio rimodellamento dei bronchi, che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria.
Ad aggravare questo quadro clinico è l’aumento della predisposizione alle infezioni respiratorie di origine virale, batterica o fungina. Non esiste al momento una cura efficace, ma sono disponibili diversi trattamenti per controllare i sintomi e per evitare pericolose complicanze. Fondamentale è invece la prevenzione, per ridurre al minimo i fattori di rischio (fumo di sigaretta in primis).
I sintomi
Prima della diagnosi, i due sintomi principali della
Bpco sono la tosse e la dispnea, qualche volta accompagnati da respiro
sibilante. Spesso la tosse è cronica, più intensa al mattino e
caratterizzata dalla produzione di muco. La dispnea compare gradualmente
nell'arco di diversi anni e nei casi più gravi può arrivare a limitare le
normali attività quotidiane. In genere, queste persone sono soggette a
infezioni croniche dell'apparato respiratorio, che occasionalmente provocano
ricadute accompagnate da una sintomatologia aggravata. Con il progredire
della malattia questi episodi tendono a divenire sempre più frequenti.
La diagnosi
Il principale strumento diagnostico per la Bpco è la spirometria, che permette di misurare la capacità polmonare residua.
La malattia è stata classificata in quattro diversi livelli di gravità:
- stadio 0: soggetto a rischio, che presenta tosse cronica e produzione di espettorato. La funzionalità respiratoria risulta ancora normale alla spirometria
- stadio I: malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria
- stadio II: malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità respiratoria e da dispnea in caso di sforzo
- stadio III: malattia severa caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria oppure dai segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca.
Gestire la malattia
Non esiste una cura efficace per la Bpco che consenta di ripristinare la funzionalità respiratoria perduta. Esistono comunque tutta una serie di trattamenti per gestire la malattia e consentire di raggiungere i seguenti obiettivi:
- prevenire la progressione della malattia
- ridurre i sintomi
- migliorare la capacità sotto sforzo
- migliorare lo stato di salute generale
- prevenire e trattare le complicanze
- prevenire e trattare l'aggravarsi della malattia
- ridurre la mortalità.
I farmaci più indicati per la Bpco sono i
broncodilatatori, somministrati per via inalatoria, che sono in grado di
dilatare le vie aeree e garantire così il maggior flusso possibile di aria.
In caso di forme gravi o acute, si possono usare antinfiammatori potenti
come cortisone e suoi derivati, evitandone però l'uso prolungato a causa dei
pesanti effetti collaterali. Ai pazienti si raccomanda anche di vaccinarsi
regolarmente contro malattie come l'influenza
o la polmonite da pneumococchi, che potrebbero aggravare una funzionalità
polmonare già fortemente compromessa.
Accanto ai farmaci, esistono altre possibilità
terapeutiche, come per esempio l'ossigenoterapia, ovvero la somministrazione
di ossigeno puro, e la ventilazione meccanica, che supplisce
all'insufficiente attività respiratoria. Inoltre ai pazienti viene
consigliato di controllare il peso, per non affaticare ulteriormente il
sistema respiratorio, e di praticare una serie di esercizi specifici per
tenere in attività i muscoli del respiro.
I fattori di rischio
Esistono diversi fattori di rischio, alcuni individuali, altri di origine ambientale. Tra i fattori individuali, ci sono molti geni che si ritiene possano essere associati all'insorgenza della Bpco. Al momento, i dati più significativi in proposito sono quelli relativi al deficit di alfa1-antitripsina, una condizione ereditaria piuttosto rara caratterizzata dalla carenza di questa proteina epatica che normalmente protegge i polmoni. Ci sono poi alcune patologie respiratorie complesse che possono contribuire allo sviluppo della malattia, in particolare l'asma e l'ipersensibilità bronchiale.
Tra i fattori ambientali, numerosi studi indicano che
il principale fattore di rischio per lo sviluppo della Bpco è il fumo di
tabacco, in particolare quello di sigaretta (meno quello di sigaro e pipa),
che accelera e accentua il decadimento naturale della funzione respiratoria.
Anche il fumo passivo può contribuire parzialmente allo sviluppo della malattia,
in quanto favorisce l'inalazione di gas e particolato. Gioca un ruolo
determinante anche l'esposizione a polveri, sostanze chimiche, vapori o fumi
irritanti all'interno dell'ambiente di lavoro (per esempio silice o cadmio).
Altri fattori di rischio, seppure meno influenti, associati allo sviluppo
della Bpco sono l'inquinamento dell’aria: non solo quello atmosferico
causato da smog e polveri sottili, ma anche quello presente all'interno
degli ambienti chiusi (provocato dalle emissioni di stufe, apparecchi
elettrici, impianti di aria condizionata ecc.). Infezioni respiratorie come
bronchiti, polmoniti e pleuriti possono predisporre infine al deterioramento
dei bronchi.