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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Bisogna scegliere di volta in volta il metodo più indicato

Stefania Salmaso - direttore del Cnesps

 

In ambito sociale le disuguaglianze sono un dato evidente e molto importante, a partire da quelle di genere e di etnia che riguardano in misura maggiore o minore tutti i Paesi del mondo. Nello studio delle malattie le disuguaglianze più preoccupanti sono quelle evitabili, e in particolare quelle legate agli stili di vita e allo stato occupazionale: sono questi i fattori che vengono raccolti e sintetizzati dalla definizione di livello socioeconomico.

 

Proprio perché legato a più fattori, questo concetto presenta notevoli difficoltà di descrizione esplicita: non c’è un modo migliore in assoluto, bensì un indicatore valido e utile in una zona può non esserlo in un’altra. Come ha sottolineato Cesare Cislaghi nel suo intervento ricco e stimolante, un consumo maggiore di farmaci è correlato a una maggiore ricchezza se si considera il livello individuale, ma a una maggiore povertà se si considera il livello di area geografica: è una dimostrazione di come non esista un sistema unico.

 

Indicatori diversi, scelte diverse

Inoltre è stato evidenziato come lo status di una persona possa cambiare nel corso della vita: il problema allora è non andare a studiare le correlazioni con le malattie al momento dell’insorgenza, ma tenendo conto del periodo di latenza della malattia. Anche le strade per cui la condizione socioeconomica ha effetto sulla salute sono diverse, come ha spiegato David Blane (ppt 327 kb), e diverso è quindi il modo in cui devono essere calibrati gli studi. Carla Ancona (ppt 3,15 Mb) ha poi ha evidenziato come lo status socioeconomico può essere di volta in volta modificatore delle misure d’effetto o fattore confondente: in base a questa scelta saranno naturalmente diverse le tecniche da usare. A seconda degli scopi prefissi, inoltre, cambiano i determinanti delle malattie, e di conseguenza le azioni di programmazione sanitaria da mettere in atto.

 

Le esperienze utili portate avanti in Italia, e raccontate per esempio da Annibale Biggeri (ppt 2,16 Mb) e Nicola Caranci (ppt 680 kb), dimostrano il lavoro importante svolto dall’Aie, che si propone da un lato di continuare e sviluppare le ricerche, dall’altro di offrire a chi si occupa di sanità pubblica strumenti standard più efficaci possibili.