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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La sedentarietà fra i fattori di rischio delle patologie cardiovascolari delle donne: i risultati conseguiti nell’ambito del progetto Cuore

Le indagini condotte nell’ambito dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare (Oec)/Health Examination Survey permettono di descrivere, in diverse Regioni italiane la sedentarietà nel tempo libero e la prevalenza di obesità, condizione fortemente legata all’inattività fisica. La raccolta è parziale poiché l’indagine è ancora in corso pertanto i dati descritti sono solo preliminari. Si tratta della Joint Action dell’Unione europea per la realizzazione di uno studio pilota per la sorveglianza dello stato di salute della popolazione generale in Europa condotto nell’ambito del progetto Cuore (Cnesps-Iss) sull’epidemiologia e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Le metodologie e le procedure adottate per l’esame della popolazione sono standardizzate e confrontabili con quelle degli altri Paesi.

 

A partire dal 2008, sono state esaminate 2427 donne di età compresa tra i 35 e 79 anni in 11 Regioni italiane, con un tasso di partecipazione superiore al 60%. La prevalenza dell’inattività fisica nel tempo libero supera il 40% nelle donne e dipende in modo chiaro dalla dislocazione geografica con un gradiente evidente di crescita passando dalle Regioni del Nord a quelle del Sud [vedi figura 1]. Inattività fisica e obesità sono due caratteristiche che vanno nella stessa direzione: è noto infatti che l’aumento del peso corporeo è dovuto allo squilibrio tra introito e dispendio calorico. Anche per la prevalenza dell’obesità si registra infatti la stessa distribuzione geografica indicata per l’inattività fisica che vede un crescendo da Nord a Sud [vedi figura 2]. Durante l’indagine dell’Oec, i dati sulla sedentarietà nel tempo libero sono stati raccolti attraverso un questionario, mentre quelli sull’obesità (indice di massa corporea ≥30 kg/m2) derivano dalla misurazione diretta della popolazione.

 

Figura 1. Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey 2008-2012: prevalenza di inattività fisica nel tempo libero, espressa in percentuale, nelle donne di età 35-79 anni in 11 Regioni e nell’insieme delle stesse. Donne

 

 

Figura 2. Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey 2008-2012: prevalenza di obesità (Imc>30kg/m2), espressa in percentuale nelle donne di età 35-79 anni in 11 Regioni e nell’insieme delle stesse. Donne

 

Negli ultimi decenni è stato osservato un cambiamento nelle abitudini dell’attività fisica: il movimento compiuto durante le ore di lavoro, che fino a pochi anni fa contribuiva in modo elevato all’esercizio fisico quotidiano di una persona, oggi è quasi completamente scomparso e sostituito con quello realizzato nel tempo libero. La figura 3 mostra come, fin dalla fine degli anni ’90, la sedentarietà in ambito lavorativo sia aumentata molto, passando nelle donne dal 14% al 21%, a fronte di una analoga riduzione della attività fisica pesante (dal 27% al 17% nelle donne). A questa riduzione del movimento compiuto durante le ore di lavoro quotidiano non è corrisposto un analogo aumento dell’attività fisica nel tempo libero, che rimane realizzata, anche nelle persone “fisicamente attive” in non più di 3-4 ore a settimana. Anche gli spostamenti da casa al posto di lavoro, un tempo effettuati con i mezzi pubblici o in bicicletta, vedono oggi principalmente l’utilizzo di veicoli privati riducendo ancora di più le occasioni del movimento. Inoltre, l’aumento della sedentarietà associato a una sempre maggiore disponibilità di cibo, sta portando a un incremento allarmante della diffusione dell’obesità: come sappiamo dalla letteratura, infatti, l’obesità è associata a un aumento della pressione arteriosa, della glicemia, della colesterolemia con conseguente incremento dell’ipertensione arteriosa, del diabete e delle dislipidemie.

 

 

Figura 3. Variazione del livello di attività fisica lavorativa in alcune coorti del progetto Cuore in popolazione adulta: uomini e donne 35-65 anni esaminati nel periodo 1984-87, appartenenti alla coorte MATISS, e nel 1998-2002, appartenenti all’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare

 

Conclusioni

I cambiamenti nello stile di vita avvenuti negli ultimi 20 anni (spostamento della pratica dell’attività fisica dalle ore lavorative al tempo libero) sono ben documentati anche nell’ambito delle coorti del progetto Cuore: l’attività fisica lavorativa è diminuita anche se è leggermente aumentata quella nel tempo libero. Questa riduzione è in linea con le trasformazioni economiche e le conseguenti modificazioni del mondo del lavoro avvenute nell’ultimo ventennio, in particolare lo spostamento della occupazione da settori legati ad una maggiore attività fisica, come l’agricoltura, verso settori come quello dei servizi, in cui il movimento fisico è molto ridotto. È riportato in letteratura, e dimostrato anche nei dati del progetto Cuore, che per qualsiasi aumento di attività fisica si verifica una riduzione del livello medio della colesterolemia totale, della pressione arteriosa sistolica e diastolica, della glicemia e, negli uomini, anche della abitudine al fumo. La condizione di obesità, conseguenza in parte determinata dalla riduzione della attività fisica e in parte a una alimentazione più ricca, preoccupa non poco coloro che si interessano di salute pubblica: in un recente report della Commissione Europea viene riportato che più di 1 milione di decessi per anno e circa il 7% del costo per le cure mediche della regione europea sono attribuibili alla obesità; il Daly (disability adusted life years), cioè gli anni di disabilità, dovuto all’obesità è stimato intorno al 3,7%. Si stima che un programma comunitario per contrastare l’obesità potrebbe far guadagnare nel Daly circa il 9,6%.

Data di creazione della pagina: 7 marzo 2012

Revisione a cura di: Chiara Donfrancesco, Luigi Palmieri, Cinzia Lo Noce, Francesco Dima, Serena Vannucchi e Simona Giampaoli - Reparto di Epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari, Cnesps-Iss