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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Cedap 2006: l’assistenza al parto in Italia

In Italia, in media il 37,4% dei parti avviene con taglio cesareo. Si tratta di una percentuale di gran lunga superiore alla soglia del 10-15% indicata dall’Oms per garantire il massimo beneficio complessivo per la madre e per il bambino. La percentuale di tagli cesarei è più alta nelle case di cura private (61,6% nelle case di cura accreditate e 76,1% in quelle non accreditate contro il 34% degli ospedali pubblici) ed è più frequente nelle donne di cittadinanza italiana (39,2%) rispetto a quelle straniere (26,9%). I dati emergono dalla quinta edizione del rapporto Cedap - Certificato di assistenza al parto relativo al 2006. Quest’ultima rilevazione, rispetto agli anni precedenti, risulta più affidabile: grazie all’aumento del 41% rispetto al 2002 del numero di schede esaminate, la copertura dei dati raggiunge una cifra pari al 92,9% dei parti rilevati con la Scheda di dimissione ospedaliera (Sdo).

 

Più dell’88% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l’11% nelle case di cura e lo 0,1% a domicilio. Il 64,7% dei punti di nascita totali è avvenuto in strutture dove avvengono oltre mille parti all’anno, mentre il 10,5% dei parti si è svolto in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.

 

Le caratterisitche sociodemografiche delle madri

Il 14,7% dei parti ha riguardato madri di cittadinanza non italiana: al nord questa percentuale tocca il 20%. Tra i parti delle madri non italiane i più frequenti sono quelli di donne provenienti da Paesi europei non appartenenti all’Unione europea (40%), dall’Africa (26%), dall’Asia (17%) e dal Sud America (9,5%). L’età media delle madri è di 32,1 anni per le italiane e di 28,7 per le cittadine straniere. Il 37,2% delle donne che hanno partorito nel 2006 ha una scolarità bassa, il 44,7% medio-alta e il 18,1% ha conseguito la laurea. Il 58% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 33,3% sono casalinghe e il 6,9% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

 

Pma e neonati

I parti per cui si è ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) sono stati circa 5 mila, con una media di 0,97 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (Fivet), seguita dalla fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi). L’1% dei nati ha un peso inferiore ai 1500 grammi e nel 5,9% dei casi è compreso tra 1500 e 2500 grammi. I nati morti nel corso del 2006 sono stati 1468, pari al 2,8 ogni 1000 nati; 3,3 ogni 1000 nati i bambini venuti al mondo con malformazioni.

 

Data di creazione della pagina: 19 novembre 2009