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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Mortalità perinatale: al via la sorveglianza pilota Spitoss

Implementare un modello di sorveglianza attiva per elaborare stime population based della mortalità perinatale e raccogliere informazioni utili a prevenire i decessi evitabili. Questo l’obiettivo generale di Spitoss (Italian Perinatal Surveillance System), il progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con tre Regioni italiane (Lombardia, Toscana e Sicilia) e finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute.

 

Spitoss, avviato ufficialmente il 1 luglio 2017, nasce nell’ambito della più estesa sorveglianza ostetrica nazionale Itoss (Italian Obstetric Surveillance System) e nel quadro definito dalle politiche sanitarie internazionali nell’ambito dell’attività di ricerca epidemiologica e di salute pubblica inerente alla salute della donna e del neonato.

 

La nuova sorveglianza prevede (nel rispetto dell’indicatore adottato da Eurostat) [1] la segnalazione e l’analisi approfondita dei casi di:

  • mortalità in utero tardiva (dalla 28sima settimana di gestazione)
  • mortalità neonatale precoce (nati vivi che muoiono entro la prima settimana dalla nascita).

La metodologia del progetto pilota prevede sia il coinvolgimento della Rete di tutti i presidi sanitari dotati di Unità di ostetricia e neonatologia e/o di Unità di terapia intensiva neonatale (Tin), sia la partecipazione di tutti i professionisti sanitari coinvolti nell’assistenza alla nascita. È previsto inoltre, come per la sorveglianza della mortalità materna, che i casi incidenti siano sottoposti ad audit multi-professionale nel presidio dove è avvenuto il decesso, a un’indagine confidenziale a livello regionale e a una revisione centrale coordinata dall’Iss da parte di comitati multidisciplinari di esperti. Le cause di morte ante partum, intra partum e neonatale precoce vengono attribuite adottando il sistema internazionale di classificazione delle malattie, incidenti e cause di morte ICD-PM (ICD, International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death – PM, Perinatal Mortality) [2].

 

Cosa dice l’epidemiologia

I dati della letteratura scientifica internazionale mostrano che mentre le morti neonatali sono diminuite del 40% dal 1990 al 2013 a livello globale (2,8 milioni nel 2013) [3], le morti in utero sono scese solo del 15% dal 1995 al 2009 [4]. Nel mondo, la morte in utero colpisce almeno 2,6 milioni di famiglie ogni anno. Numeri equivalenti a quelli delle morti registrate tra i bambini nel primo anno di vita e pari a più del doppio delle morti neonatali entro la prima settimana di vita [5].

 

In Italia l’Istat dal 2000 al 2013 ha registrato una diminuzione del tasso di mortalità perinatale (nel 2013, era pari a 4,1/1000) evidenziando una variabilità per area geografica, meritevole di approfondimento, che vede il tasso più alto in Sicilia (4,7/1000) e i valori più bassi in Lombardia (3,6/1000) e Toscana (2,7/1000).

 

L’importanza delle sorveglianze

Aver affiancato al sistema di sorveglianza della mortalità materna (Itoss) anche un sistema dedicato specificamente alla mortalità perinatale non può che favorire una raccolta più completa di informazioni utili ai professionisti sanitari del percorso nascita. Infatti, oltre ai dati sulle cause di mortalità materna tra le quali l’emorragia ostetrica, i suicidi, l’influenza in gravidanza e il taglio cesareo presentati in una clip video dedicata, saranno presto disponibili anche informazioni fondamentali per migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza al feto e al neonato e per permettere di produrre stime population based con cui verificare i tassi di mortalità stimati attraverso i flussi sanitari.

 

Risorse utili

  • il sito della sorveglianza Itoss
  • le pagine del sito Itoss dedicate al progetto pilota Spitoss sulla mortalità perinatale, da cui è possibile consultare il protocollo del progetto e conoscere nel dettaglio la metodologia e gli strumenti utilizzati per la raccolta dei dati, la loro analisi e classificazione
  • il Primo Piano sul sito dell’Iss dedicato alla clip video sulla sorveglianza della mortalità materna Itoss
  • la clip video sulla sorveglianza della mortalità materna Itoss (realizzata con la collaborazione del Pensiero Scientifico Editore) sul canale YouTube dell'Iss

 

 

Riferimenti

  1. il documento pubblicato dall’Oecd a giugno 2017 “Definitions, Sources and Methods OECD Health Statistics 2017. June 2017
  2. il documento Oms (2012) “The WHO application of ICD-10 to deaths during pregnancy, childbirth and puerperium: ICD MM
  3. Il documento congiunto (2014) “UN Inter-agency Group for Child Mortality Estimation. Levels and trends in child mortality” 2014
  4. L’articolo pubblicato su The Lancet nel 2011 “National, regional, and worldwide estimates of stillbirth rates in 2009 with trends since 1995: a systematic analysis
  5. La serie pubblicata su The Lancet a gennaio 2016 “Stillbirths 2016: ending preventable stillbirths

Data di creazione della pagina: 6 luglio 2017

Revisione a cura di: Serena Donati, Paola D’Aloja, Ilaria Lega, Alice Maraschini, Silvia Andreozzi – Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Cnapps-Iss