Il benessere psicologico in popolazioni del settore sanitario
L’obiettivo dello
studio è la validazione e la prima applicazione di un questionario
autocompilato per valutare il benessere in popolazioni che lavorano nel
settore sanitario. Il benessere dei lavoratori, fino a oggi, è stato infatti
scarsamente indagato: gli studi condotti su questo tipo di popolazione si
sono perlopiù focalizzati sulla presenza del cosiddetto burn-out. Nel corso
degli ultimi decenni sono state proposte numerose scale autocompilate per
misurare il benessere, ma non si ritiene che ve ne sia una a priori migliore
delle altre. La maggior parte di queste scale misurano l’esperienza
soggettiva del benessere e possono essere classificate in tre gruppi, a
seconda che misurino prevalentemente o esclusivamente la componente
cognitiva/valutativa del benessere (soddisfazione per la vita), quella
affettiva/emotiva (presenza di stati d’animo positivi e negativi) o entrambe
le componenti.
Metodi
Elaborazione e somministrazione di un questionario
costituito da 28 item, che deriva dalla revisione della letteratura
disponibile e dai suggerimenti e commenti emersi da un focus group. Lo
strumento è stato sottoposto a studio di riproducibilità in un campione di
45 operatori e di validità fattoriale in un campione di 514 operatori. Sono
state valutate anche le associazioni tra benessere ed età, sesso, qualifica
e anzianità di lavoro.
Risultati
In generale il personale
ha mostrato un discreto livello di benessere. Le percentuali più elevate di
risposte che denotano scarso benessere o assenza di benessere si sono
registrate per quanto riguarda l’aiuto che si riceve per problemi personali
gravi e il riuscire a prendersela poco per le critiche. In generale, hanno
un più basso livello di benessere i dipendenti di sesso femminile e gli
infermieri, ma solo per quanto riguarda alcuni fattori.
Lo studio indica che il benessere è poco legato allo status economico e
professionale, una volta raggiunto un certo grado di sicurezza e di
benessere economico.
I risultati ottenuti nel corso del primo impiego dello strumento qui
presentato, che suggeriscono che la maggior parte dei rispondenti ha nel
complesso un soddisfacente livello di benessere, sono stati relativamente
inattesi. Infatti poiché nell’ambito dell’inchiesta lo stesso personale
aveva mostrato una scarsissima soddisfazione per la propria condizione
lavorativa, ci si aspettava parimenti di trovare uno scarso benessere. Più
prevedibile invece è stato il minore benessere osservato negli infermieri e
nelle donne. Risultati analoghi sono stati trovati in studi recenti condotti
in Gran Bretagna e in Egitto. Il risultato relativo alla scarsa convinzione
di poter ricevere aiuto per problemi personali gravi (nel 38% del campione)
pure è stato già osservato in altri studi.
Le percentuali più
elevate di risposte indicanti un elevato benessere sono state registrate
negli item sull’essere contento di vivere (72%), sentirsi una persona
socievole (54%), avere una buona relazione sentimentale (52%) e sentirsi
utile (51%).
Le percentuali più elevate di risposte che denotano scarso benessere o
assenza di benessere si sono registrate per quanto riguarda (in ordine
decrescente di assenza di benessere):
-
l’aiuto ricevuto per problemi personali gravi (38%);
-
il riuscire a prendersela poco per le critiche (33%);
-
il sentirsi a proprio agio in situazioni in cui si è al centro dell’attenzione (16%);
-
il sentirsi una persona coi nervi saldi (13%);
-
il riuscire a concentrarsi (13%);
-
il sentirsi calmo e rilassato (12%);
-
il non sentirsi inferiore agli altri (12%).
Assenza di benessere è stata segnalata in tutti gli item e in nessun item è
stato inferiore al 3%.
Consulta l’intero
studio, pubblicato nel 2004 sul
Giornale italiano di psicopatologia.