Spes – Rapporto della rete di sorveglianza dei pediatri di libera scelta
Dopo quasi cinque anni di attività, il 17 novembre 2004
Spes (la
rete di sorveglianza nazionale dei pediatri sulle malattie infettive e sui
programmi di vaccinazione) si è riunita per valutare il lavoro effettuato e per
discutere delle prospettive future.
A partire dal 2000, 600 pediatri di famiglia, la metà dei quali partecipanti
ogni mese al programma di sorveglianza, hanno effettuato un monitoraggio
costante di circa il 4% dei bambini italiani. È stato così possibile evidenziare
l’andamento delle malattie sorvegliate (come il morbillo, la parotite, la
rosolia e la varicella) con molta più efficienza rispetto al sistema delle
notifiche obbligatorie (con una incidenza stimata 3-4 volte superiore rispetto a
quanto rilevato dalle notifiche).
Uno dei risultati più importanti del lavoro della rete Spes è stato quindi
quello di monitorare in modo accurato le malattie infettive proprio nelle aree
dove il sistema di notifica obbligatoria è meno efficiente, dimostrando
l’utilità del lavoro della rete di pediatri di libera scelta, un’esperienza che
rimane ancora oggi unica in Europa.
Nel 2003 hanno partecipato all’iniziativa 250 pediatri, con una popolazione
in sorveglianza di circa 250.000 bambini tra 0 e 14 anni (pari al 3% dei bambini
italiani).
I
risultati più
importanti riguardano l’andamento del morbillo, che durante il 2003 ha avuto
ancora una elevata incidenza (544 per 100.000 bambini fino a 14 anni, rispetto a
738 casi per 100.000 nel 2002). L’incidenza al sud è stata 22 volte maggiore
rispetto al nord e 8 volte più alta rispetto al centro.
Tra il 2002 e il 2003 si sono verificati circa 100.000 casi di morbillo in
età pediatrica. Da non sottovalutare le complicanze, più frequenti nei bambini
molto piccoli (di età inferiore a 1 anno).
Sono stati identificati 3072 ricoveri per morbillo e relative complicanze,
la maggior parte dei quali (71%) al Sud. Oltre il 70% dei ricoveri ha coinvolto
bambini di età inferiore a 15 anni; sono inoltre i bambini di età inferiore a 1
anno ad aver presentato il tasso di ricovero più elevato.
L’utilità della rete inoltre è evidenziata anche per la possibilità di
registrare altri eventi importanti, come la copertura vaccinale o le abitudini
prescrittive dei pediatri e l’atteggiamento delle famiglie nei riguardi di
queste prescrizioni. A questo particolare obiettivo si è dedicato lo
studio Ape
(Attitudini prescrittive in pediatria) che ha effettuato un’indagine
conoscitiva per descrivere l’uso di farmaci nella pratica clinica in pediatria
ambulatoriale e per identificare i fattori che condizionano la prescrizione.
Lo studio ha coinvolto 65 pediatri della rete Spes di tutta Italia. Il
campione analizzato è stato di 2749 questionari compilati dai pediatri e di 2449
dalle famiglie. I risultati indicano una complessiva buona soddisfazione da
parte dei genitori nei confronti delle visite pediatriche, che in una
percentuale consistente (30%) avevano l’obiettivo di stilare un bilancio
generale di salute. Quasi nel 60% dei casi sono state effettuate prescrizioni di
farmaci, in gran parte antibiotici.
Ape è stato il primo studio italiano dedicato alla valutazione delle
motivazioni che stanno alla base delle prescrizioni pediatriche: le analisi
hanno evidenziato, come già sottolineato da altri studi, che la prescrizione non
dipende esclusivamente dalla diagnosi ma è fortemente condizionata da fattori di
natura psicologica, culturale e socioeconomica.
Lo
studio Icona,
condotto nel 2003 in tutte le regioni italiane, ha valutato le coperture
vaccinali entro i due anni, il gradimento dei servizi vaccinali da parte degli
utenti e altri argomenti relativi alla salute dei bambini nel secondo anno di
vita.
In collaborazione con l’Istat, infine, il Centro nazionale di epidemiologia,
sorveglianza e prevenzione della salute dell’Iss ha seguito l’andamento della
mortalità nei bambini italiani nei primi due anni di vita dal 1990 al 2001.