English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Meteo - pollini: che fioritura fa?

Dal 1985 in Italia è attiva una Rete di monitoraggio degli allergeni aerodiffusi che misura la concentrazione in atmosfera dei principali pollini di interesse allergologico. Il monitoraggio, svolto su scala nazionale e regionale, è realizzato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna (Isac-CNR), in collaborazione con l’Associazione Italiana di Aerobiologia. La rete conta circa 90 stazioni di campionamento presenti sul territorio nazionale ed è collegata alla Rete Europea, European Aeroallergen Network (EAN). Proprio grazie a questa rete è stato possibile identificare una serie di allergie che non erano conosciute, come quella da cipresso che negli ultimi anni si sta dimostrando piuttosto significativa.

Sul sito dell’Isac-CNR si trova, aggiornato ogni mercoledì, un bollettino dei pollini prodotto sulla base delle osservazioni della settimana precedente. Per la determinazione qualitativa e quantitativa dei pollini presenti in atmosfera, si utilizzano campionatori volumetrici tipo Hirst e si segue una metodologia standardizzata.

Oltre a una previsione orientativa dell’inizio e della fine dei pollini principali, l’Isac spiega che non è possibile fornire indicazioni precise sugli andamenti per periodi superiori a una settimana. Questo è dovuto al fatto che l’attività dei pollini è strettamente correlata con le condizioni climatiche e pertanto anche le previsioni dell’andamento sono vincolate alle previsioni meteorologiche. Nel corso degli anni si è infatti osservato che per motivi climatici si possono avere fluttuazioni del periodo di fioritura delle piante anche di un mese.

Tuttavia, un dato interessante riguardante l’annata in corso è proprio quello dell’allergia da cipresso. Tradizionalmente infatti, i pollini arrivavano da fine dicembre – inizio gennaio fino a febbraio, e in quantità misurate sui 200 pollini/m3. Quest’anno si è invece osservata una presenza eccezionale del polline da cupressaceae, che proprio in questo periodo sta avendo il suo picco e in quantità notevolmente più consistenti rispetto agli altri anni, visto che si sono misurati fino a 500 pollini/m3.

Per quanto riguarda gli altri pollini, Ci si attende un picco dell’ontano, appartenente alle betulaceae, in questo periodo anche se con differenze sostanziali tra Nord e Sud d’Italia, visto che a Sud non è presente la betulla e quindi il problema è minore. Le piante più allergeniche sono poi le urticaceae e le graminaceae. Le graminaceae hanno solitamente due picchi, uno a fine primavera – inizio estate e uno a settembre. Quest’anno, si stanno già rilevando problemi nelle regioni del sud Italia, in particolare dovuti alla parietaria. Le zone più interessate da questo problema sono quelle del sud ma anche della Val Padana, dove i pollini della parietaria colonizzano i muri delle città e quindi rimangono intrappolati proprio a contatto con la popolazione.

Uno dei problemi sottolineati da Paola De Nuntiis, dell’Isac-CNR di Bologna, è quello di una poco attenta gestione del verde pubblico. Infatti, l’introduzione di piante ornamentali non autoctone in diverse città ha causato negli ultimi anni numerosi picchi di allergie. Dopo l’esempio della sardegna, che ha introdotto la betulla dando il via a numerose allergie da betulaceae, ora si pone il problema di Roma, dove sono state introdotti oolivi e cipressi come verde urbano, specie che danno origine a problemi allergici.

“Sarebbe auspicabile un coordinamento tra addetti ai lavori” spiega De Nuntiis, “perché la scelta del verde urbano può essere molto singificativa in termini dell’introduzione di nuove allergie nelle città.”
Anche dove l’introduzione è stata casuale, come l’arrivo dell’ambrosia a Milano, è necessario adottare misure per limitare i problemi allergici. La Regione Lombardia, ad esempio, ha approvato una legge che obbliga lo sfalcio dell’ambrosia che ha colonizzato tutte le zone incolte, per evitarne la fioritura. Tuttavia, questa misura, dai dati raccolti finora, non sembra aver dato consistenti risultati, se è vero che il polline d’ambrosia è già stato rilevato perfino a Bologna, città dove questa pianta non è presente. In questo caso, sarebbe probabilmente molto più efficace una strategia di vera e propria eradicazione della pianta, come è stato fatto in altri paesi.

Per consultare il bollettino dei pollini clicca qui. Per aggiornamenti sugli andamenti nelle prossime settimane del ‘bollettino polline’ e per altre informazioni sulle problematiche di aerobiologia, consulta il sito dell’Associazione italiana di aerobiologia.