Dall’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare uno spaccato sulla salute degli italiani
Simona Giampaoli (Istituto superiore di sanità), Diego Vanuzzo (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, Firenze) e il gruppo di ricerca dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health examination survey
5 giugno 2014 - Valutare la salute cardiovascolare della popolazione generale adulta in Italia: questo l’obiettivo alla base del progetto che da quasi vent’anni l’Istituto superiore di sanità, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e la Fondazione per il tuo Cuore-Heart Care Foundation portano avanti su tutto il territorio nazionale. Infatti, nell’ambito dell’accordo di collaborazione firmato nel 2003 e rinnovato nel 2013, è stato realizzato l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare (Oec) che grazie a due indagini (la prima condotta nel quadriennio 1998-2002 e la seconda nel 2008-2012) ha permesso di raccogliere dati importanti attraverso un esame accurato di campioni di popolazione adulta, stratificati per età e sesso, estratti in Comuni identificati in tutte le Regioni italiane.
La fotografia che emerge è stata raccontata nel “3° Atlante italiano delle malattie cardiovascolari” presentato il 29 maggio a Firenze nel corso del 45° Congresso nazionale dell’Anmco. I dati per l’Italia nel suo complesso e per macroaree mettono a confronto per i due quadrienni la distribuzione dei fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, lipidi, glicemia, misure antropometriche), delle condizioni a rischio (dislipidemia, ipertensione arteriosa, obesità, diabete, abitudine al fumo di sigarette e inattività fisica) e delle malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus, angina pectoris, claudicatio intermittens, fibrillazione atriale, ipertrofia ventricolare sinistra, TIA).
Nel loro complesso si tratta di informazioni preziose, misurate con procedure e metodologie standardizzate, che danno un quadro generale dello stato di salute della popolazione adulta italiana. Per la prima volta vengono descritte le abitudini alimentari degli italiani e la prevalenza della combinazione di stili di vita sani (abitudini alimentari sane, attività fisica nel tempo libero e astensione dal fumo di sigarette); ancora per la prima volta vengono descritti fattori di rischio e condizioni a rischio in nei migranti, nelle persone anziane (75-79 anni) e nelle donne in menopausa.
L’indagine effettuata nel 2008-12 ha inoltre consentito di valutare le variazioni osservate a dieci anni di distanza dalla prima indagine nei fattori di rischio, nelle condizioni a rischio e nella prevalenza delle malattie cardiovascolari.
Cosa emerge?
In generale i risultati (disponibili sul sito del progetto Cuore) suggeriscono che le azioni intraprese negli anni in ambito comunitario sui fattori di rischio (abolizione dell’abitudine al fumo nei locali pubblici, la modificazione della quantità di sale nel pane e in altri prodotti confezionati, ecc) hanno portato sicuramente benefici tra la popolazione. È evidente infatti un andamento in discesa della prevalenza dell’abitudine al fumo e una leggera riduzione del valore medio della pressione arteriosa nella popolazione. Purtroppo, la prevalenza del diabete è praticamente rimasta stabile nel decennio, così come stabile sembra la prevalenza delle malattie cardiovascolari ed è evidente un preoccupante aumento dell’obesità e della colesterolemia media nella popolazione.
Il controllo delle condizioni a rischio è sicuramente migliorato, ma c’è ancora molto da fare nell’ambito della prevenzione: interventi comunitari e individuali rivolti a semplici modificazioni degli stili di vita nelle diverse fasce di età (compresa quella avanzata) consentirebbero di migliorare sensibilmente lo stato di salute della popolazione generale.
I dati raccolti sono frutto di un lavoro congiunto che si è potuto realizzare grazie ai finanziamenti ottenuti nel corso degli anni attraverso i progetti del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute e della Fondazione per il tuo cuore, grazie alla collaborazione di Comuni, Aziende sanitarie, Unità Operative di cardiologia, Dipartimenti di prevenzione, e grazie alla disponibilità di personale e strutture a livello locale, all’entusiasmo di molti ricercatori e operatori sanitari che hanno collaborato a vario titolo. Ma questo importantissimo risultato è stato reso possibile anche per l’adesione delle persone partecipanti, che hanno compreso che l’indagine non era solo una opportunità per valutare il proprio stato di salute, ma anche un contributo importante per la ricerca e per la salute della popolazione italiana in generale.
Per approfondire
Consulta sul sito del progetto Cuore i dati su:
- fattori di rischio
- per gruppi di popolazione (popolazione generale, anziani, donne in menopausa, migranti)
- per macroaree (Nord, Centro, Sud e Isole)
- prevalenza delle malattie cardiovascolari.