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World Heart Day 2014: ambienti sani per un cuore sano

Luigi Palmieri, Serena Vannucchi, Chiara Donfrancesco, Cinzia Lo Noce, Francesco Dima, Claudia Meduri, Diego Vanuzzo¹ e Simona Giampaoli - reparto di Epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari, Cnesps-Iss

¹ Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, Firenze

 

25 settembre 2014 – I luoghi in cui viviamo, lavoriamo e trascorriamo il tempo libero non dovrebbero concorrere ad aumentare il nostro rischio cardiovascolare; creare “ambienti che siano salutari per il cuore” è il focus dell’edizione 2014 della giornata mondiale del cuore, evento che si svolge ogni anno il 29 settembre.

 

Le persone, infatti, spesso si trovano a non poter effettuare scelte salutari a causa delle molteplici condizioni legate all’ambiente che le circonda, quali la disponibilità di cibo sano, di aree smoke-free, di zone verdi e isole pedonali dove sia possibile muoversi liberamente e facilmente, praticando attività fisica. Diventa sempre più importante assicurare e sostenere condizioni che assicurino scelte sane a tutti, ovunque essi vivano o lavorino, incoraggiando a ridurre il proprio rischio cardiovascolare. Dare ad ognuno il diritto di fare “Scelte per il cuore che NON siano scelte difficili” (Heart Choices NOT Hard Choices): uno slogan in completa sintonia con quello del programma nazionale Guadagnare Salute-Rendere facili le scelte salutari.

 

Il World Heart Day, evento lanciato nel 2000 dalla World Heart Federation, ha l’obiettivo di informare la popolazione sui rischi legati alle malattie cardiovascolari, che rappresentano ancora oggi la principale causa di morte, con 17,3 milioni di decessi l’anno in tutto il mondo, e sulle enormi potenzialità dovute alla prevenzione attraverso l’adozione di stili di vita sani fin dalla giovane età. La giornata vuole contribuire a diffondere l’informazione che l’80% delle morti premature dovute alle malattie cardiovascolari potrebbero essere evitate se i 4 fattori di rischio principali – abitudine al fumo, alimentazione non corretta, inattività fisica e abuso di alcol – fossero tenuti sotto controllo.

 

Il successo della giornata mondiale del cuore dipende dall’impegno e dalla capacità di attivazione delle istituzioni pubbliche e private nel diffondere la conoscenza delle malattie cardiovascolari e dei suoi fattori di rischio e nel promuovere iniziative volte al miglioramento dell’ambiente e degli stili di vita.

 

Abitudini e stili di vita degli italiani

In Italia sono disponibili alcuni dati relativi alle abitudini alimentari e agli stili di vita della popolazione adulta (età 35-74 anni) raccolti attraverso l’indagine Oec/Hes-Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey condotta nel 2008-2012 nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Istituto superiore di sanità (Iss) e Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco).

 

Le informazioni sulle abitudini alimentari sono state raccolte attraverso un questionario “food frequency” arricchito da figure per la definizione delle porzioni; le informazioni su abitudine al fumo, attività fisica e consumo di alcol sono auto-riportate.

 

Lo stile alimentare corretto è stato definito seguendo le indicazioni della piramide alimentare e calcolando le quantità delle porzioni a partire dai Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia 2012 (Larn). Sono state considerate “corrette” le seguenti abitudini alimentari:

  • consumo giornaliero di verdura corrispondente o superiore a 200 grammi (pari a 2-3 porzioni)
  • consumo giornaliero di frutta compreso fra 200 e 500 g (pari a 2-3 porzioni)
  • consumo di pesce almeno 2 volte a settimana (circa 150 g per porzione)
  • consumo di formaggi per non più di 3 volte a settimana (circa 75 g per porzione)
  • consumo di salumi e insaccati per non più di due volte a settimana (circa 50 g per porzione)
  • consumo di dolci per non più di 2 volte a settimana (circa 100 g per porzione)
  • consumo di bibite zuccherate inferiore a una la settimana (circa 330 ml, ovvero una lattina)
  • il consumo di alcol non superiore a 20 g al giorno per gli uomini e non più di 10 g per le donne, corrispondenti alla somma del consumo di vino, birra e superalcolici.

Queste otto abitudini alimentari sono state inoltre raggruppate e la popolazione è stata suddivisa in coloro che non avevano alcun comportamento alimentare sano o solo uno, in coloro che avevano rispettivamente 2, 3, 4, e 5 o più comportamenti alimentare sani.

 

Alimentazione e stili di vita sani, Italia 2008-12. Età 35-74 anni

 

Nell’ambito delle abitudini alimentari alcune importanti considerazioni: solo il 30% della popolazione della fascia di età adulta consuma giornalmente una quantità di verdura adeguata (pari a 2-3 porzioni al giorno), un po’ più del 30% consuma pesce almeno 2 volte a settimana e solo il 15% consuma dolci secondo le raccomandazioni (non più di 2 volte a settimana). Va meglio il consumo raccomandato di frutta e quello adeguato di formaggi. Importanti differenze di genere si hanno nel consumo adeguato di salumi e insaccati e in quello di alcol. Non segue nessuna indicazione alimentare corretta il 2,7% degli uomini e lo 0,6% delle donne (dato parziale della classe da 0 a 1). L’11% degli uomini e il 24 % delle donne presentano un numero di comportamenti alimentari corretti compreso tra 5 e 8.

 

È stata quindi valutata la prevalenza delle persone che seguivano uno stile di vita corretto, includendo in questo gruppo le persone che dichiaravano di non essere fumatori, di svolgere in qualche misura una attività fisica regolare, e di avere un consumo alimentare assimilabile ad almeno 5 fra gli otto comportamenti alimentari corretti (oltre a quelli citati sulla verdura, pesce e dolci, il consumo di insaccati non più di due volte a settimana, non più di 3 volte a settimana i formaggi, consumo di bibite zuccherate non superiore a una lattina a settimana, frutta almeno 2-3 porzioni al giorno e non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne e due per gli uomini): dai dati emerge che in questi parametri rientra solo il 7% degli uomini e il 12,8% delle donne.

 

Stili di vita, Italia: confronto tra 1998-02 e 2008-12. Età 35-74 anni

 

L’indagine del 2008-2012 ha evidenziato che, nella popolazione generale di età compresa tra i 35 e i 74 anni, la sedentarietà nel tempo libero è rimasta sui livelli già elevati registrati nel 1998-2002; la situazione è peggiore per le donne, per le quali la prevalenza di inattività fisica, anche se mostra una lieve riduzione, resta superiore al 40%.

 

Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, se per gli uomini si è registrata una sensibile riduzione della prevalenza di fumatori correnti, nelle donne la riduzione è molto esigua.

 

I risultati mostrano che, a livello di comunità, qualcosa è stato fatto negli anni per ridurre i fattori di rischio (abolizione dell’abitudine al fumo nei locali pubblici, modificazione della quantità di sale nel pane e in altri prodotti confezionati) e questo ha portato sicuramente benefici di salute, ma c’è ancora molto da fare nell’ambito della prevenzione. Interventi comunitari e individuali rivolti a semplici modificazioni degli stili di vita nelle diverse fasce di età, compresa quella avanzata, consentiranno di migliorare lo stato di salute cardiovascolare.

 

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