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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale 2020

La 12 edizione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale ricorre quest’anno dal 9 al 15 marzo. L’evento, promosso dal World Action on Salt & Health, ha come tema “Hide and Seek” (nascondi e cerca) per richiamare l’attenzione della popolazione sul sale “nascosto” all’interno dei cibi e la necessità di “cercare” cibi con un contenuto ridotto.

 

Azioni intraprese in Italia per favorire cambiamenti delle abitudini alimentari e monitorare la popolazione italiana adulta, il ruolo dell’Iss

L'aumento della produzione di alimenti sempre più elaborati, la rapida urbanizzazione e il cambiamento degli stili di vita stanno trasformando i modelli alimentari. Gli alimenti altamente processati (come piatti pronti, carni lavorate come pancetta, prosciutto e salame, formaggio, snack salati) sono sempre più diffusi ed economici. Questo comporta un aumento del consumo di alimenti ricchi di grassi saturi, grassi trans, zuccheri e sale. Il sale è la fonte primaria di sodio e un aumento del consumo di sodio è associato a ipertensione arteriosa e aumento del rischio di malattie cardiache e ictus. L’assunzione di sale è stata inoltre associata ad altre patologie cronico-degenerative, quali tumore dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.

 

Consigli pratici per la riduzione del consumo di sale:

  • preferire alimenti freschi e non trasformati
  • aggiungere sempre meno sale quando si cucina ed eliminare la saliera dalla tavola
  • insaporire con le spezie il cibo e limitare il consumo di condimenti ricchi di sodio
  • leggere le etichette con attenzione preferendo cibi in cui il sale non superi i 0,3 grammi (corrispondenti a 0,12 di sodio) in 100 grammi di prodotto
  • scegliere pane sciapo e snack meno salati.

La situazione in Italia

In Italia, il ministero della Salute ha avviato - in particolare nell’ambito del Programma Guadagnare Salute - diverse iniziative finalizzate a favorire la riduzione del consumo alimentare di sale nella popolazione attraverso campagne informative e azioni dirette a modificare le abitudini alimentari e a rendere più facili le scelte salutari. Il Ministero ha infatti stipulato, a partire dal 2009, Protocolli d’Intesa con associazioni dei panificatori artigianali e aziende dell’industria alimentare volti a ridurre il contenuto di sale nel pane artigianale e in alcuni prodotti industriali come pane, gnocchi confezionati, primi piatti pronti surgelati, zuppe e passati di verdure surgelati; queste azioni sono state rafforzate da ulteriori interventi di riduzione del contenuto di sodio che hanno coinvolto numerosi prodotti alimentari oltre a quelli rientranti nei citati accordi. La riduzione del consumo di sale, inoltre, è un obiettivo centrale del Piano nazionale della prevenzione (PNP) 2014-2018, prorogato al 2019, perseguito dalle Regioni attraverso lo sviluppo di iniziative comprendenti, tra l’altro, accordi intersettoriali locali e attività informative per la popolazione e formative per operatori connessi al settore alimentare.

 

Contemporaneamente sono stati avviati Progetti, promossi e finanziati dal ministero della Salute - Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCM), con l’obiettivo di monitorare il consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha avuto l’incarico di valutare l’escrezione urinaria di sodio in campioni rappresentativi della popolazione italiana adulta al fine di stimarne e monitorarne il consumo di sale. I dati dell’indagine condotta dall’ISS tra il 2008 e il 2012 negli adulti di età 35-79 anni, mostrano un consumo medio giornaliero di sale pari a 10,6 grammi negli uomini e 8,2 grammi nelle donne, valori ben superiori a quello raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) (meno di 5 g di sale al giorno). Solo il 5% degli uomini e il 15% delle donne consumava meno di 5 g di sale al giorno.

 

Nel 2018 l’ISS ha avviato una nuova indagine, finanziata dal ministero della Salute-Ccm-Area Azioni Centrali, per valutare il consumo di sale attraverso la misurazione dell’escrezione urinaria di sodio su campioni rappresentativi della popolazione generale adulta italiana (come per la prima indagine, le analisi di laboratorio  sono state coordinate ed effettuate dal Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università di Napoli Federico II). A Dicembre 2019 si è concluso lo screening previsto in dieci regioni italiane distribuite tra Nord, Centro e Sud: Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Sicilia. Sono in corso le analisi statistiche per confrontare l’escrezione urinaria media di sodio riscontrata in queste regioni nella prima indagine condotta a partire dal 2008 e quella rilevata in quest’ultima indagine così da valutare se, a seguito delle attività di prevenzione realizzate in coerenza con il Programma Guadagnare Salute, ci sia stata una riduzione effettiva del consumo di sale nella alimentazione degli italiani.

 

La situazione internazionale

A livello globale la maggior parte della popolazione adulta consuma tra gli 8 e i 15 grammi di sale al giorno, quando l’OMS raccomanda un valore inferiore 5 grammi giornalieri. La riduzione dell’assunzione di sale ai livelli raccomandati dall’Oms potrebbe prevenire 2,5 milioni di morti ogni anno. L’elevato consumo di sale che si registra a livello mondiale è legato all’aumento dei cibi trasformati, alla rapida urbanizzazione e ai cambiamenti nell’alimentazione. In molti Paesi fino all’80% del sale assunto con l’alimentazione proviene da sale già presente in alimenti trasformati (come pane, cereali per la colazione o piatti pronti), o da sale presente nei cibi della ristorazione.

 

Ridurre del 30% il consumo di sale entro il 2025 è uno dei nove obiettivi strategici del Piano d’Azione globale 2013-2020 dell’Oms per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili (“Global action plan for the prevention and control of NCDs 2013-2020”). Gli interventi previsti nel Piano comprendono l’attuazione di politiche che definiscano obiettivi nazionali per la riduzione del sale e linee guida per l’alimentazione nazionale, che coinvolgano i produttori di alimenti e i servizi di ristorazione, facilitino la scelta di cibi a ridotto contenuto di sale, aumentino la consapevolezza del consumatore sulle pratiche di una sana alimentazione e la necessità di ridurre il consumo di sale.

 

Campagna “Più salute con meno sale e meno zuccheri”

In occasione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale 2020, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha lanciato la campagna “Più salute con meno sale e meno zuccheri” richiamando l’attenzione sull’importanza di leggere le etichette dei cibi e preferire quelli meno ricchi di sale e zucchero per contrastare i danni prodotti dall’abuso di sale e zuccheri (eccesso ponderale, disfunzione endoteliale, aumento della pressione).

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 12 marzo 2020

Autori: Chiara Donfrancesco e Luigi Palmieri - Dipartimento Malattie cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento, ISS