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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Prevenire gli incidenti nei giovani: i risultati del progetto AdRisk

Infortuni, killer numero uno nei giovani

Ogni mezz’ora in Europa una persona tra i 15 e i 24 anni muore a causa di un infortunio fatale. In tutto, ogni anno perdono la vita 20 mila giovani, il doppio rispetto ad altre cause di morte, come tumori, malattie cardiocircolatorie e patologie del sistema nervoso. Secondo i risultati del progetto “Community action on adolescents and injury risk” (AdRisk), si può fare ancora molto per prevenire gli incidenti che vedono coinvolti gli adolescenti.

 

Le principali cause dell’alto tasso di infortuni in questa fascia di età sono legate all’atteggiamento che i giovani manifestano nei confronti dei rischi e, più in generale, al loro stile di vita. La ricerca di stimoli sempre nuovi si deve alla tendenza dei giovani a sperimentare cose nuove (come alcol e droga, guida spericolata, attività ludiche rischiose) e alla vulnerabilità emotiva che li contraddistingue. Per quanto riguarda le tipologie di incidente più frequente, quelli su strada rappresentano da soli circa la metà delle cause di morte. Nel tempo libero o durante le attività sportive avvengono invece più spesso gli incidenti che comportano ricovero ospedaliero e disabilità permanenti: per i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, il 41% degli incidenti trattati in ospedale è avvenuto praticando sport.

 

Prevenire gli incidenti si può

Il quadro che emerge dal rapporto è allarmante. La buona notizia è che una buona strategia di prevenzione può sensibilmente ridurre l’entità del fenomeno. L'analisi delle strategie di prevenzione, condotta nell’ambito del progetto AdRisk, ha permesso di identificare nuove opportunità e di esplorare approcci innovativi al problema della prevenzione degli infortuni nei giovanissimi.

 

A conclusione del progetto viene proposto un pacchetto di materiali rivolto ad autorità, decision-maker, professionisti del settore sanitario, insegnanti, giovani, educatori sanitari, responsabili di progetto e personale delle Ong. L’obiettivo è favorire la creazione di opportunità di apprendimento in cui i giovani possano pienamente esplorare e sperimentare il proprio sviluppo fisico, psicologico e sociale, e le abilità e competenze individuali, senza il rischio di farsi male.

Il punto di partenza è preparare efficacemente i giovani al rischio, sviluppando in loro la capacità di valutare rischi e prendere decisioni adeguate. Non si tratta di impartire ordini o divieti, ma di abituare i giovani a essere consapevoli e critici. L’insegnamento della “competenza del rischio” può trovare spazio durante la formazione scolastica e professionale, le lezioni di scuola guida, l’educazione sportiva o le attività extra-curriculari.

 

In secondo luogo, gli adolescenti devono essere considerati “partner”, cioè una risorsa preziosa per realizzare interventi mirati di prevenzione del rischio. I giovani, infatti, sono i maggiori esperti dei comportamenti dei coetanei e i migliori interlocutori dei loro pari.

Infine, l’atteggiamento degli adulti verso i giovani deve essere positivo, rispettoso e disponibile.

 

I risultati del progetto AdRisk

Il progetto AdRisk ha messo a punto una serie di documenti e strumenti innovativi per colmare le lacune esistenti nella lotta contro gli infortuni tra ai giovani tra i 15 e i 24 anni di età. I materiali proposti si concentrano sul rafforzamento della capacità dei giovani di affrontare i rischi e far fronte alle sfide