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Oms Europa: un rapporto sulla prevenzione degli incidenti

Gli incidenti rappresentano una seria minaccia allo sviluppo economico e sociale. Nei Paesi a basso reddito le persone hanno probabilità quasi quattro volte maggiori di morire per incidente rispetto a quelle di Paesi ad alto reddito. Numerosi Stati membri, in particolare quelli dell’Europa settentrionale, hanno cominciato ad affrontare sistematicamente il problema già nei decenni scorsi, mentre molti altri, avendo riconosciuto la gravità del problema negli ultimi anni, cominciano solo ora ad attivarsi per arginare il fenomeno.

 

È quanto emerge dal documento dell’Oms Europa “Progress in preventing injuries in the Who European Region” (pdf 1,1 Mb). Il rapporto presenta una panoramica dei progressi compiuti dagli Stati membri nell’implementazione della risoluzione EUR/RC55/R9 e delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Il documento illustra i profili di 30 Paesi membri in merito alle politiche nazionali di prevenzione degli incidenti. Le schede sui profili nazionali sono state messe a punto raccogliendo informazioni sulle lesioni non intenzionali (come incidenti stradali, avvelenamenti, annegamenti, cadute e incendi) e su quelle conseguenti ad atti di violenza (violenza giovanile, maltrattamenti infantili, violenza domestica, abusi sulle persone anziane e autolesionismo).

 

Risultati confortanti

I progressi compiuti sono incoraggianti, anche se in molti Paesi le politiche di prevenzione sono state attuate in aree geografiche delimitate piuttosto che su scala nazionale. Le indicazioni europee sembrano aver stimolato il cambiamento: il 71% dei Paesi, infatti, ammette che la risoluzione Ue ha permesso al tema della prevenzione degli incidenti e della violenza di ottenere un ruolo di primo piano nell’agenda politica nazionale.

 

Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi soprattutto in tre dei campi: sviluppo delle politiche nazionali (68% dei Paesi), sorveglianza (61%) e rafforzamento delle capacità amministrative (56%). Per quanto riguarda lo sviluppo delle politiche nazionali, il 52% dei Paesi ha adottato provvedimenti per prevenire gli incidenti, mentre solo il 23% ha previsto misure di prevenzione della violenza.

 

I settori più trascurati

Se la maggior parte dei Paesi dispone di politiche per la sicurezza stradale (86%), meno della metà di essi può contare su provvedimenti per prevenire altre lesioni non intenzionali, come avvelenamenti, incendi, cadute o annegamenti.

 

Le politiche di prevenzione della violenza domestica sono presenti nel 71% dei Paesi, quelle per la prevenzione dei maltrattamenti infantili nel 61%, mentre solo un terzo degli Stati membri si avvale di misure per la prevenzione degli abusi sugli anziani, della violenza giovanile e della violenza auto inflitta.

 

Per centrare l’obiettivo di fornire una risposta multisettoriale al problema della prevenzione degli incidenti, il rapporto sottolinea la necessità di diffondere e applicare in modo più capillare programmi di prevenzione efficaci per ciascuna tipologia di infortunio e di interagire maggiormente con tutti gli stakeholder coinvolti nella battaglia per la riduzione dei decessi e delle disabilità dovuti a incidenti o violenze.

 

Scarica il rapporto originale (pdf 1,1 Mb).

 

Data di creazione della pagina: 22 ottobre 2008