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Istituto Superiore di Sanità
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Legge 40: la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione

Il 28 giugno 2007 il ministro della Salute Livia Turco ha presentato al Parlamento la relazione annuale sullo stato di attuazione della Legge 40 del 19 febbraio 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. La relazione riporta i primi dati ufficiali del Registro nazionale dell’Iss relativi all’applicazione delle tecniche di Pma effettuate in Italia nel 2005. I dati sono divisi per tecniche utilizzate.

 

Inseminazione semplice

Sono state trattate 15.770 coppie, per un totale di 26.292 cicli iniziati. Le gravidanze ottenute sono state 2.805, di cui 1.464 dall’esito noto. I parti sono stati 1.114 e i bambini nati vivi 1.291. Gli esiti negativi (aborto spontaneo o terapeutico, morte intrauterina, gravidanza ectopica) sono stati 350 (23,9%).

 

Scongelamento di embrioni o di ovociti

Sono stati iniziati 4.049 cicli, ottenendo 451 gravidanze (194 con embrioni e 257 con ovociti scongelati). Di 325 si conosce il follow-up: 239 parti con 264 bambini nati vivi e 89 esiti negativi (27,4%).

 

Tecniche a fresco

Sono state trattate 27.254 coppie con 33.244 cicli iniziati. Le gravidanze ottenute sono state 6.243, pari al 21,2% rispetto ai prelievi e al 24,5% rispetto ai trasferimenti effettuati. Le gravidanze di cui si conosce il follow-up sono 3.603, esitate in 2.680 parti, con 3.385 bambini nati vivi, e in 950 esiti negativi (26,4%).

 

Per il 27,1% dei cicli iniziati è stata usata la tecnica Fivet, per il 72,8% con la tecnica Icsi. Il motivo di quest’ultimo dato resta da approfondire, perché risulta superiore a quello atteso, anche considerando i dati della letteratura internazionale. La tecnica Gift è invece ormai quasi inutilizzata: solo 41 cicli di trattamento, pari allo 0,1% dei cicli totali, con 8 gravidanze ottenute.

 

3.864 cicli (l’11,6% di quelli iniziati) sono stati sospesi, di cui il 68,7% per mancata risposta alla stimolazione. Sono stati prelevati 209.236 ovociti, di cui il 36,8% inseminati, il 12,2% crioconservati e il 51,1% scartati. Rispetto a questi dati si evidenzia che la tecnica della crioconservazione degli ovociti è ancora sperimentale per molti centri e in molti casi non viene utilizzata perché troppo costosa rispetto alle probabilità di successo.

 

3.943 cicli sono stati interrotti dopo il prelievo e prima del trasferimento (pari al 13,4% dei prelievi). Il 48,5% dei cicli interrotti è per mancata fertilizzazione.

 

Sono stati effettuati 25.402 trasferimenti, di cui il 18,7% con un solo embrione, il 30,9% con 2 embrioni e il 50,4% con 3 embrioni. Questi dati sono in controtendenza rispetto a molti Paesi europei, sempre più orientati a trasferire un solo embrione e con più alto potenziale di sviluppo, in base alle caratteristiche e all’età della donna, per limitare le gravidanze gemellari, fonte di patologia perinatale e materna. Tra Icsi e Fivet, le gravidanze trigemine nel 2005 sono state il 3,3% e i parti trigemini il 2,7%: un dato ben superiore all’1,1% raggiunto in Europa già nel 2003.

 

Gli esiti negativi delle gravidanze con follow-up sono stati del 26,4%.

 

Il 37,5% del costo dei cicli è a totale carico delle coppie in quanto svolto in centri privati, soprattutto al Centro e al Sud: questo dato spiega il fenomeno della migrazione delle coppie da una Regione all’altra e da un centro a un altro.

 

Prima e dopo la Legge 40

Riguardo alle tecniche a fresco è possibile un confronto fra il 2003 (prima della Legge 40) e il 2005 (dopo la Legge 40). La percentuale di gravidanze sul totale dei prelievi effettuati scende dal 24,8% nel 2003 al 21,2% nel 2005, e la perdita ipotetica nell’applicazione delle tecniche a fresco ammonta a 1.041 gravidanze. Il numero totale di gravidanze è passato da 4.807 nel 2003 a 6.235 nel 2005, ma i valori assoluti non sono confrontabili, in quanto nel 2003 operavano solo 120 centri e nel 2005 169, e le pazienti sono passate da 17.125 nel 2003 e 27.254 nel 2005.

 

La percentuale di trasferimenti effettuati con un solo embrione è salita dal 13,7% nel 2003 al 18,7% nel 2005: nel 2003 il trasferimento di un singolo embrione poteva avvenire per decisione del medico in base alle caratteristiche della paziente, mentre nel 2005 avviene invece spesso per mancanza di altri embrioni da trasferire, anche se è noto che eseguire un trasferimento con un solo embrione non selezionato riduce notevolmente le probabilità di ottenere una gravidanza, soprattutto nelle pazienti con età più avanzata.

 

I parti plurimi sono passati dal 22,7% nel 2003 al 24,3% nel 2005. Inoltre, a differenza degli altri Paesi europei, la percentuale dei parti trigemini non mostra una costante riduzione nel tempo.

 

La percentuale di gravidanze ottenute con tecniche a fresco che non giungono al parto sale dal 23,4% nel 2003 al 26,4% nel 2005: un aumento direttamente correlato all’obbligo di impianto di tutti gli embrioni previsto dalla legge 40/2004.

 

Conclusioni

In definitiva, secondo la relazione, la situazione generale è stata significativamente modificata dall’applicazione della legge: sono diminuite le percentuali di gravidanze, con conseguente diminuzione di bambini nati. È aumentata la percentuale di trattamenti che non giungono alla fase del trasferimento o con bassa possibilità di successo. Il numero di ovociti inseminati è minore, ma il numero di embrioni trasferiti è superiore. È più elevata l’incidenza di parti plurimi, con i conseguenti effetti negativi immediati e futuri per i nati e per la madre. Sono aumentati gli esiti negativi delle gravidanze.

 

In conclusione, la relazione sottolinea che il panorama dell’applicazione delle tecniche di procreazione assistita in Italia è ancora molto ampio ed eterogeneo. Il numero di centri è molto più elevato che in altri Paesi europei, ma l’offerta delle tecniche appare per certi versi inadeguata. Occorre migliorare la qualità dei servizi da offrire alle coppie, ed effettuare un’ulteriore valutazione sui costi a carico delle coppie e sul fenomeno della migrazione delle coppie. L’età delle pazienti appare piuttosto elevata: ne deriva la necessità di azioni di prevenzione delle cause d’infertilità e di specifiche campagne informative alle coppie sempre più incisive ed efficaci.

 

«Auspico che, a tre anni dall’applicazione della legge, si continui a riflettere, con grande rigore e sobrietà, sulla legge medesima, a partire dagli esiti dell’applicazione delle tecniche, al fine di garantire alle donne e alle coppie la migliore efficacia e sicurezza delle tecniche e al fine di garantire al meglio proprio i principi ispiratori dichiarati dalla legge, che sono la tutela della salute delle donne e la tutela degli embrioni», ha concluso il ministro Turco.

 

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