EpiSouth Plus: lo stato dell’arte e le prospettive nel primo project meeting
Maria Grazia Dente, Massimo Fabiani, Flavia Riccardo, Valeria Alfonsi e Silvia Declich - Reparto di Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps-Iss
13 dicembre 2012 - Le molteplici minacce per
la salute pubblica che possono verificarsi a livello
globale non hanno confini nazionali; le malattie, come
altre minacce dovute a sostanze biologiche, chimiche o
radio-nucleari, possono infatti diffondersi rapidamente
nella nostra società a causa degli ingenti e continui
movimenti di persone e merci. È per questo che
promuovere, rafforzare e consolidare il dialogo e la
cooperazione fra i singoli Stati diventa non solo una
necessità, ma un vero e proprio imperativo al fine di
garantire la sicurezza sanitaria di ogni cittadino.
Esattamente in questa direzione si è mosso negli ultimi anni il network internazionale EpiSouth che, il 5-7 dicembre scorsi, ha tenuto a Roma il suo project meeting. Circa 150 partecipanti hanno preso parte alla tre giorni che, articolata in diverse sessioni tematiche, ha contribuito a fornire un quadro più chiaro sulle strategie da adottare nel Bacino del Mediterraneo per il rafforzamento della preparazione e della risposta a potenziali minacce per la salute, nonché la loro precoce identificazione a livello nazionale e regionale nel contesto dell’implementazione del Regolamento Internazionale (IHR-2005) dell’Oms.
Avviato nel 2006, il progetto europeo EpiSouth, coordinato dal reparto di Epidemiologia delle malattie infettive del Centro nazionale epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), cofinanziato da due direzioni generali della Commissione europea (Dg Sanco e Dg Devco/EuropeAid), e dal ministero della Sanità italiano e con il supporto del European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e di tutti le istituzioni partecipanti, è entrato a ottobre 2010 nelle sua seconda fase (EpiSouth Plus) che si si concluderà nel 2013. Il network, che include 27 Paesi (9 dall’Unione europea, 17 esterni all’Unione, più un Paese candidato), ha implementato, in questa nuova fase, attività atte a consolidare alcuni dei settori progettuali affrontati durante la prima fase (la formazione in epidemiologia applicata e di campo, l’epidemic intelligence transfrontaliera, le malattie prevenibili da vaccino nelle popolazioni migranti, le infezioni zoonotiche emergenti transfrontaliere) e avviato nuove attività considerate criticamente necessarie dai paesi partecipanti.
Infatti, durante il recente meeting, dopo aver presentato lo stato dell’arte delle attività di EpiSouth Plus, le sessioni di approfondimento sono state dedicate ai filoni di attività più rilevanti per il network:
- integrazione tra sorveglianza epidemiologica e di laboratorio (leggi il documento “WP4 Experts Meeting, Paris, France 13 January 2012”, pdf 396 kb)
- sistemi di allerta rapida ed epidemic intelligence per le minacce sanitarie (visita la pagina dedicata ai bollettini settimanali pubblicati dal network)
- collaborazione allo sviluppo delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità per i punti di accesso alle frontiere (leggi il documento “EpiSouth plus Report 2/2011 - In Depth Analysis of Coordination of Surveillance and Response Between Points of Entry and National System in the EpiSouth Region” pdf 191 kb)
- piani nazionali di preparazione e controllo (Generic preparadness plan) atti a consentire azioni concertate e coordinate con altri Paesi coinvolti, da testare anche con un esercizio di simulazione di risposta a una potenziale minaccia transfrontaliera per la sicurezza sanitaria (leggi il documento “EpiSouth plus Report 4/2012 - Public Health Preparedness and Response Core Capacity Assessment”, pdf 401 kb).
Sono state infine illustrate le strategie e le attività del network per il 2013.
L’ambizioso obiettivo di creare una collaborazione permanente su tematiche di interesse epidemiologico al fine di migliorare la sorveglianza delle malattie infettive, e altre minacce per la salute, la comunicazione e la formazione tra Paesi nell’area mediterranea sembra essere sempre più vicino. È quindi necessario continuare a lavorare avendo in mente una visione globale e un approccio integrato e multisettoriale alla salute.