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Ricoveri ospedalieri in Italia: il Rapporto SDO 2018

Il “Rapporto annuale sull'attività di ricovero ospedaliero (SDO) relativo all' Anno 2018”, pubblicato a gennaio 2020 dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, evidenzia come la rilevazione abbia raggiunto un elevato livello di completezza, pari al 99,8% per gli istituti pubblici e 99,1% per gli istituti privati accreditati, con una copertura complessiva pari al 98,8%. Inoltre nel 98% delle schede è possibile avere l’informazione completa sull’identificativo del paziente al fine di poter approfondire la conoscenza sui profili ospedalieri della popolazione.

 

Il numero di dimissioni (per acuti, riabilitazione e lungodegenza) per l’anno 2018 è pari a 8.339.286 di cui circa il 95% per ricoveri per acuti, il 4% per ricoveri in riabilitazione e l’1% in lungodegenza; il corrispondente numero di giornate complessivamente erogate è pari a 58.889.633, di cui circa l’80% in ricoveri per acuti, il 15% in riabilitazione e circa il 5% in lungodegenza. Il numero medio di diagnosi compilate per scheda per acuti in regime ordinario è pari a 2,5 e il numero medio di procedure compilate per scheda per acuti in regime ordinario è pari a a 3.

 

La mobilità regionale si attesta intorno all’8% per l'attività per acuti in regime ordinario, al 9% per l'attività per acuti in regime diurno, al 16% per l'attività di riabilitazione in regime ordinario, al 10% per l'attività di riabilitazione in regime diurno, e al 6% per l'attività di lungodegenza.

 

Il 54% del totale delle dimissioni per acuti, in regime ordinario e diurno, sono avvenute in ospedali a gestione diretta, 14% in policlinici universitari pubblici, l’11% in aziende ospedaliere e il 10% in case di cura private accreditate.

 

Analizzando i dati sulle dimissioni per acuti in regime ordinario per MDC (Major Diagnostic Category) si evince che la categoria più numerosa, ovvero circa il 14% di tutte le dimissioni, si riferisce alle malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio, seguita dai ricoveri per malattie e disturbi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo (13%), da quelli per le malattie e disturbi dell’apparato respiratorio (circa il 10%) e da quella riguardante la gravidanza, il parto e il puerperio (circa il 9%).

 

Il burden economico complessivo si attesta a circa 26 miliardi di euro per l'attività per acuti (di cui 23,7 miliardi di euro in regime ordinario e 2,3 miliardi di euro in regime diurno), circa 2 miliardi di euro per l'attività di riabilitazione (di cui 1,9 miliardi di euro in regime ordinario e 84,2 milioni di euro in regime diurno), e circa 349,8 milioni di euro per l'attività di lungodegenza, per un totale di circa 28,4 miliardi di euro complessivi.

 

Dati 2018 e dati 2017 a confronto

Confrontando i dati del 2018 con quelli dell’anno precedente emerge una generale diminuzione delle dimissioni, pari al 2,1%, e delle giornate di degenza, pari a 0,8%. In particolare:

  • riabilitazione in regime diurno (dimissioni -7,2%, giornate -5,6%)
  • attività per acuti in regime diurno (dimissioni -3,2%, giornate -2,7%)
  • lungodegenza (dimissioni -1,9%, giornate -1,2%)
  • attività per acuti in regime ordinario (dimissioni -1,8%, giornate -0,9%)
  • riabilitazione in regime ordinario (dimissioni -1,1%, con giornate in aumento del +1,3%).

Anche il tasso di ospedalizzazione per acuti, standardizzato per età e sesso, si contrae rispetto all’anno precedente da 123,2 a 120,5 dimissioni per 1000 abitanti, diviso in 92,4 dimissioni (per 1000 abitanti) in regime ordinario e 28,1 in regime diurno. Il trend del tasso di ospedalizzazione, standardizzato per età e sesso, è in calo. Quello complessivo passa da 171,8 per 1000 abitanti nel 2010 a 126,5 nel 2018 (-36%).

 

Questa diminuzione complessiva dei volumi di attività rispetto agli anni precedenti si riflette anche sui 108 DRG LEA (ossia tra i DRG, diagnosis-related group, che vengono considerati “potenzialmente inappropriati” per una gestione in regime di ricovero ordinario), indicando un miglioramento dal punto di vista dell'appropriatezza e dell’efficienza nell'uso delle risorse ospedaliere.

 

Il contenuto informativo

È importante specificare che il Decreto Ministeriale n. 261 del 7 dicembre 2016, ha introdotto nuove variabili a partire dall'anno 2017 aumentando il contenuto informativo del flusso SDO. Queste nuove informazioni permettono di analizzare più dettagliatamente l'appropriatezza organizzativa e clinica dell'assistenza sanitaria erogata in ospedale, di definire con maggior precisione i percorsi diagnostico/terapeutici nel corso del ricovero, nonché di valutare meglio la complessità della casistica, effettuare analisi di risk adjustment per le valutazioni di efficacia e di esito e valutare la correlazione fra esiti e volume di procedure per singolo operatore (chirurgo/anestesista). Lo stesso decreto ha inoltre modificato le tempistiche per l'invio dei dati SDO dalle Regioni al ministero della Salute, con l'obiettivo di anticipare il processo di acquisizione e consolidamento della banca dati SDO, in modo da rendere rapidamente disponibili dati aggiornati sull'attività ospedaliera erogata, per tutte le finalità di programmazione sanitaria e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 23 gennaio 2020

Autori: Valerio Manno e Giada Minelli – Servizio tecnico scientifico di statistica, ISS