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Incidenti stradali in Italia: il rapporto 2008 di Aci e Istat

3 dicembre 2009 - In Italia, nel 2008, si sono verificati circa di 220 mila incidenti stradali che hanno causato oltre 310 mila infortuni e quasi 5 mila decessi. Sebbene le cifre siano molto elevate, il rapporto “Incidenti stradali. Anno 2008" (pdf 331 kb), pubblicato da Aci e Istat e basato sugli incidenti stradali verbalizzati dalle forze dell’ordine, segnala un miglioramento: rispetto al 2007 gli incidenti sono diminuiti del 5,2%, i decessi del 7,8% e i feriti del 4,6%.

 

A fronte di un aumento del parco veicolare del 17,7%, dal 2000 al 2008, in Italia, gli incidenti sono passati da 256.546 a 218.963 (-14,6%), i morti da 7.061 a 4.731 (-13,7%) e i feriti da 360.013 a 310.739 (-33%). Miglioramenti sono stati registrati per l’indice di mortalità (numero di decessi ogni 100 incidenti), passato dal 2,8% del 2000 al 2,2% del 2008, e per l’indice di gravità (numero di decessi ogni 100 infortuni), passato da 1,9% a 1,5%.

 

Gli obiettivi per il 2010

Nell’ambito della sicurezza stradale, uno degli obiettivi fissati dall’Unione Europea è la riduzione della mortalità del 50% rispetto al 2001 entro il 2010. Al 2008, malgrado gli obiettivi fissati dall’Ue siano ancora lontani, l’Italia ha ridotto la mortalità del 33%.

 

Si tratta di un valore superiore alla media europea (-31,2%), ma inferiore rispetto ai risultati raggiunti da Portogallo (-52,9% di incidenti), Lussemburgo (-53,9%) e Lettonia (-50,2%), che hanno centrato anticipatamente l’obiettivo del 2010, ma anche rispetto a Francia (-47,1%), Spagna (-46,3%) e Germania (-40,3%) che, invece, si apprestano a raggiungerlo.

 

La distribuzione degli incidenti

Nel 2008, in Italia, il 76,8% degli incidenti mortali si è verificato sulle strade urbane, causando oltre 228 mila feriti (il 73,5% del totale) e oltre 2 mila morti (43,9% del totale). La riduzione dell’incidentalità, rispetto al 2007, è stata registrata su tutte le strade (-5,2%), ma nelle autostrade è stata più marcata (-9,3%), probabilmente grazie all’implementazione dei sistemi “Tutor” di controllo elettronico della velocità.

 

Analogamente a quanto osservato per il numero di incidenti stradali, anche per la mortalità e la lesività si registra una maggiore diminuzione sulla rete autostradale (-14,1% e -10,8%). Meno marcata la riduzione dei morti e dei feriti sulle strade urbane (-8,5% e -4,4%, rispettivamente) e sulle strade extra-urbane (-5,7% e -3,5%).

 

L’indice di mortalità più elevato si registra sulle strade extra-urbane (escluse le autostrade), con 5,7 decessi ogni 100 incidenti. Il valore massimo di mortalità è associato alle strade extra-urbane a una carreggiata a doppio senso (6,6 morti ogni 100 incidenti).

 

Quando avvengono gli incidenti

Nel 2008 il maggior numero di incidenti si è verificato a luglio (21.369 incidenti), mentre il maggiore indice di mortalità è stato registrato ad agosto (2,7 morti ogni 100 incidenti), probabilmente a causa del maggior uso dei veicoli in corrispondenza dell’esodo estivo. Tra i giorni della settimana quello più a rischio è il venerdì, in cui si concentra il 15,5% degli incidenti e il 15,1% dei feriti. Per quanto riguarda la frequenza dei decessi, quella più elevata si registra il sabato (17,2%), mentre l’indice di mortalità più alto (3,4 morti ogni 100 incidenti) viene rilevato di domenica. Complessivamente, tra sabato e domenica si concentrano un quarto degli incidenti e oltre un terzo dei decessi, con un indice di mortalità pari al 3%.

 

Considerando le fasce orarie, la punta massima di incidentalità si registra alle 18, con altri due picchi distribuiti tra le 8 e le 9 e le 12 e le 13. Diverso il discorso per la mortalità, che si mantiene superiore alla media dalle 21 alle 7 del mattino e raggiunge un picco alle ore 5 (6 decessi ogni 100 incidenti). In sostanza, la notte si verificano meno incidenti, ma più pericolosi. In particolare, tra il venerdì e il sabato avvengono il 44% degli incidenti, il 45,1% dei decessi e il 47,2% delle lesioni.

 

Come avvengono gli incidenti

Il 76% degli incidenti coinvolge due o più veicoli e la modalità più diffusa di incidente è quella frontale-laterale (77.735 casi, 1.213 morti e 113.432 feriti), seguita dal tamponamento (40.047 casi, 499 morti e 65.534 feriti).

 

Per quanto riguarda gli incidenti che coinvolgono veicoli isolati, la fuoriuscita di strada e lo sbandamento del veicolo sono i più frequenti (20.378 incidenti), seguiti dall’investimento di pedoni (18.557 casi).

 

Per quanto riguarda l’indice di mortalità, il più pericoloso è lo scontro frontale (5,1%), seguito dalla fuoriuscita di strada (4,3%), dall’urto con ostacolo accidentale (4,2%) e dall’investimento di pedone (3,2%).

 

Persone e veicoli coinvolti

I conducenti rappresentano il 69,8% dei morti e il 69,2% dei feriti, i passeggeri il 16,5% dei morti e il 24,1% dei feriti e i pedoni il 13,7% dei morti e il 6,6% dei feriti. L’indice di gravità (ovvero il rapporto tra morti e feriti nelle diverse categorie di utenti) è pari a 1,1 per i passeggeri, 1,6 per i conducenti e 3 per i pedoni.

 

Il decesso dei conducenti colpisce soprattutto la fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni, mentre i conducenti feriti sono più frequenti tra i 30 e i 34 anni. Tra i passeggeri la frequenza più elevata di morti si inserisce nella fascia compresa tra i 15 e i 19 anni, mentre tra i pedoni i più colpiti sono gli anziani.

 

I veicoli più coinvolti negli incidenti stradali sono le autovetture (64,4%), seguite dai motocicli (13,5%), ciclomotori (7%) e velocipedi (3,8%). Per quanto riguarda l’indice di mortalità, invece, il valore più alto si registra tra motocicli (2%) e velocipedi (1,8%).

 

Scarica il rapporto “Incidenti stradali. Anno 2008" (pdf 331 kb).