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La sicurezza stradale nel mondo: il rapporto Oms 2009

2 luglio 2009 - Ogni anno i morti sulle strade sono circa 1,3 milioni e le persone che subiscono incidenti non mortali sono tra i 20 e i 50 milioni. Gli incidenti stradali sono un grave problema di salute pubblica, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, dove si verifica la maggioranza degli incidenti. Secondo il rapporto dell’Oms sulla sicurezza stradale “Global status report on road safety” (pdf 4,9 Mb) sono stati fatti molti progressi, ma pedoni, ciclisti e motociclisti rimangono gruppi piuttosto vulnerabili e ogni anno la metà circa delle vittime della strada viene registrato in queste categorie. Il documento analizza le misure adottate da 178 diversi Paesi in materia di sicurezza sulle strade, tra cui limiti di velocità, riduzione della guida in stato di ebbrezza, aumento dell’uso delle cinture di sicurezza e dei caschi per i motociclisti. Il rapporto descrive la situazione della sicurezza stradale per il 98% della popolazione e usa metodi standardizzati che consentono un confronto tra i dati dei diversi Paesi.

 

Alcuni dati

Nel 2004 gli incidenti stradali si collocavano al quarto posto nella classifica delle cause più importanti di morte della popolazione mondiale, ma per il 2030 si prevede che raggiungano la quinta posizione. I Paesi a basso e medio reddito hanno un tasso di incidenti mortali maggiore rispetto ai Paesi più ricchi: rispettivamente 21,5; 19,5; 10,3 ogni 100 mila persone. Pur avendo solo il 48% del totale dei veicoli registrati, nei Paesi più poveri si verifica il 90% degli incidenti globali. Malgrado nei Paesi industrializzati negli ultimi 40-50 anni il tasso di mortalità per incidente stradale sia diminuito, l’incidente stradale rimane una delle più importanti cause di morte e disabilità.

 

La situazione in Italia e nel mondo

In Italia i dati del 2006 riportano 5669 morti causati da incidente stradale, di cui il 77% ha interessato individui di sesso maschile e il 23% di sesso femminile. Agli incidenti mortali si aggiungono i numerosi incidenti non mortali, quasi 333 mila. Gli incidenti hanno coinvolto gli utenti della strada nelle seguenti percentuali: 32% automobilisti, 26% motociclisti, 17% passeggeri di auto, 13% pedoni, 6% ciclisti e 6% altro. Solo il 29% dei Paesi analizzati ha adottato i criteri minimi di base per ridurre la velocità nelle aree urbane e meno del 10% dei Paesi ha limiti di velocità effettivi. Quasi il 90% dei Paesi ha delle leggi che regolano il consumo di alcol in relazione alla guida, ma solo il 49% ha un limite di concentrazione alcolica nel sangue inferiore o uguale a 0,05 grammi per decilitro, come raccomandato. Solo il 40% dei Paesi ha leggi che prevedono l’obbligo del casco per motocicli con caratteristiche specifiche sia per chi guida sia per i passeggeri. Per quanto riguarda il trasporto di bambini, il 90% dei Paesi industrializzati prevede l’obbligo di misure di sicurezza, contro il 20% dei Paesi più poveri.

 

Gli interventi necessari

Il rapporto evidenzia, quindi, la necessità di un rafforzamento delle misure di sicurezza stradale e un incremento delle risorse umane e finanziare per le attività in questo settore. Per assicurare la sicurezza stradale è necessario intervenire in diversi settori, tra cui quello sanitario, quello dei trasporti e quello dei controlli stradali. Anche se molti Paesi hanno adottato misure efficaci per migliorare la sicurezza stradale, molte sfide rimangono aperte. Attualmente solo un terzo dei Paesi ha una strategia nazionale per la sicurezza stradale che include specifici obiettivi e che prevede finanziamenti per la sua implementazione. Anche la qualità e l’armonizzazione dei dati dovrebbero essere potenziate per favorire gli studi comparativi.

 

Risorse utili