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EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La settimana della sicurezza stradale 2007 in Europa

Le principali vittime degli incidenti stradali sono i giovani: sono proprio loro, quindi, i protagonisti della Settimana mondiale della sicurezza stradale, in programma dal 23 al 29 aprile 2007. Con la speranza, comunque, che questa iniziativa porti un effettivo miglioramento della sicurezza stradale per gli utenti di tutte le età.

 

Anche l’Oms Europa partecipa attivamente alla settimana, che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza dei cittadini di tutto il mondo sull’impatto sociale degli incidenti stradali, soprattutto sui rischi per i giovani, ma anche di incentivare l’adozione di misure preventive efficaci come l’uso del casco e delle cinture di sicurezza, il rispetto dei limiti di velocità, il controllo della guida in stato di ebbrezza e la realizzazione di infrastrutture più sicure (per esempio, il miglioramento della visibilità delle strade).

 

Sos giovani: i fattori di rischio

Chiunque può rimanere vittima di un incidente stradale. Tuttavia, sono i giovani a pagare il prezzo più alto, che può andare dall’infortunio più o meno grave, all’invalidità temporanea o permanente, ma anche alla morte. Nella Regione europea dell’Oms, gli incidenti stradali causano la morte di 127 mila persone ogni anno; di queste, il 25% ha meno di 25 anni.

 

Gi incidenti stradali sono la principale causa di morte tra i giovani di questa fascia di età e l’impatto è ancora più alto se si tiene conto anche del gran numero di giovani che subiscono infortuni, spesso gravemente invalidanti. Gli incidenti stradali rappresentano inoltre la principale causa di ricovero ospedaliero e invalidità, con notevole impatto sui costi sociosanitari.

 

I fattori che accrescono il rischio di incidenti stradali sono diversi a seconda dell’età. Bambini e adolescenti sono gli utenti della strada più vulnerabili: le infrastrutture stradali, infatti, sono state pensate e costruite per gli adulti e i più giovani non hanno quindi l’esperienza sufficiente per usarle in tutta sicurezza. La carenza di interventi in materia di sicurezza stradale pregiudica pertanto il loro fondamentale diritto alla sicurezza.

 

Secondo l’Oms Europa, in generale la metà delle vittime al di sotto dei 15 anni sono pedoni, mentre i giovani tra i 15 e i 24 anni che perdono la vita sulla strada sono soprattutto alla guida di auto o ciclomotori. Per quanto riguarda le situazioni a rischio, bambini e adolescenti al di sotto dei 14 anni sono più esposti come pedoni (48%) o occupanti di vetture (32%), mentre tra i 15 e i 24 anni i rischi maggiori si corrono in auto (59%), sulle due ruote (19%) e a piedi (17%). Inoltre, i neopatentati e i più giovani sono spesso vittime degli eccessi di velocità e dell’abuso di alcol.

 

È fondamentale distinguere le principali cause nelle diverse fasce di età, perché solo così si può intervenire in maniera mirata adottando strategie specifiche per i diversi soggetti.

 

Il fenomeno in Europa

Nell’Unione europea la dimensione del fenomeno presenta notevoli differenze a livello territoriale e le percentuali di mortalità per incidenti stradali possono variare fino a 8 volte tra i diversi Paesi. In generale, un abbassamento della mortalità può essere il risultato di una riduzione del livello di motorizzazione del Paese, di campagne informative più efficaci oppure di un miglioramento degli interventi di sicurezza stradale. Questi Paesi dovrebbero quindi essere presi a modello.

 

Le differenze nell’incidenza degli incidenti stradali rispecchia differenze nell’esposizione ai principali fattori di rischio e nella rigidità dei regolamenti. Inoltre, l’impatto degli incidenti stradali è molto forte nei Paesi più poveri e va di pari passo con la condizione socioeconomica.

Queste disuguaglianze nei confronti dei rischi rappresentano disparità nel diritto alla salute e quindi costituiscono una forma di ingiustizia sociale spesso sottovalutata.

 

Il piano d’intervento dell’Oms

Nel rapporto Youth and road safety in Europe del 2007, l’Oms Europa identifica i fattori che aumentano i rischi per i giovani: l’eccesso di velocità, la guida in stato di ebbrezza e l’incoscienza, ma anche il mancato uso del casco o delle cinture di sicurezza. Sotto accusa anche le caratteristiche di costruzione dei veicoli e delle strade. Per i più piccoli, invece, il principale fattore di rischio peggiore è l’abitudine a non usare gli appositi seggiolini.

 

Per tentare di arginare questo drammatico fenomeno, contando sull’esperienza dei diversi Paesi dell’Unione europea, l’Oms vuole individuare le strategie di intervento migliori in termini di rapporto costi-benefici e di accessibilità. L’applicazione e l’intensificazione delle misure di sicurezza richiede un significativo impegno politico ed economico. Politici, medici e giuristi devono lavorare insieme per rispondere a questa grave minaccia alla salute pubblica e per proteggere i giovani cittadini europei.

 

Realizzare percorsi sicuri per pedoni e ciclisti, gli utenti della strada più vulnerabili, permetterebbe di evitare un gran numero di incidenti e favorirebbe anche l’attività fisica, facilitando la prevenzione di malattie come l’obesità e il diabete.

 

La paura per l’insicurezza delle strade è infatti il principale deterrente che frena i genitori dal permettere ai propri figli di spostarsi a piedi o con le biciclette. I bambini quindi vengono scoraggiati all’utilizzo di questi mezzi di trasporto, che al giorno d’oggi sono molto meno usati rispetto a pochi decenni fa. Solo il 30% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni pratica attività fisica nella misura necessaria a garantire un buono stato di salute.

 

Realizzare percorsi pedonali e ciclabili adeguati significa quindi garantire la sicurezza in strada dei bambini, ma anche invogliare i più grandi a spostarsi a piedi o in bici. In questo modo si potrebbe avere un ambiente più salutare, con minori rischi in particolare per le malattie respiratorie e metaboliche, nonché per il benessere psichico.