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EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La settimana mondiale per la sicurezza stradale 2007

L'incidente non è fatalità: questo lo slogan della prima Settimana mondiale della sicurezza stradale delle Nazioni Unite, in programma dal 23 al 29 aprile 2007. In questi giorni le Nazioni Unite e altre agenzie internazionali, governi, associazioni non governative, aziende del settore privato, fondazioni e tutti coloro che lavorano per la una maggiore sicurezza sulle strade organizzano in tutto il mondo centinaia di manifestazioni per migliorare la sicurezza sulle strade, a livello locale, nazionale, regionale e globale.

 

Alla base dell’iniziativa c’è la consapevolezza che l’impegno individuale e collettivo dei principali settori della società, istituzionali e non, può contribuire significativamente a limitare il fenomeno degli incidenti stradali. Questi i principali obiettivi dell’iniziativa:

  • portare all'attenzione dei cittadini di tutti i Paesi l’impatto sociale degli incidenti stradali
  • porre l’accento sui rischi per i giovani utenti della strada
  • intervenire sui quei fattori che incidono maggiormente sulla possibilità di prevenire gli incidenti: uso di casco e cinture di sicurezza, pericolosità della guida in stato di ebbrezza, rispetto dei limiti di velocità, realizzazione di infrastrutture più sicure.

L’Assemblea mondiale dei giovani

L’evento principale della settimana è l'Assemblea mondiale dei giovani (Ginevra, 23-24 aprile), a cui sono intervenute delegazioni di giovani provenienti da cento Paesi per discutere i temi della sicurezza stradale. Organizzata secondo gli standard delle Nazioni Unite, ma con la particolarità di aver coinvolto soltanto dei giovani, l’Assemblea aveva i seguenti obiettivi:

  • dare voce ai giovani sul problema della sicurezza stradale
  • contribuire a cambiare le abitudini dei giovani, orientandole al rispetto delle regole fondamentali per la sicurezza stradale
  • promuovere e sostenere la formazione di un’associazione di leader nazionali per la sicurezza stradale
  • lanciare la Dichiarazione dei giovani sulla sicurezza stradale, un documento che, partendo dal punto dei vista dei giovani su come loro, insieme a genitori, insegnanti, leader politici e altri possono contribuire alla sicurezza stradale, verrà utilizzato per catalizzare l’attenzione sul problema e richiedere interventi in tutto il mondo.

All’apertura dell’assemblea sono intervenuti diversi leader mondiali, tra cui il segretario nazionale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il primo ministro britannico Tony Blair. “L’Assemblea mondiale dei giovani rappresenta la nostra opportunità per un importante passo in avanti e una notevole responsabilità. È il momento per far sentire la nostra voce. La dichiarazione sulla sicurezza è solo il primo passo di un lungo cammino verso una mobilità stradale più sicura per i giovani di tutto il mondo” ha dichiarato il ventunenne libanese Nelly Ghossaini, presidente dell’Assemblea mondiale dei giovani.

 

Oltre all’adozione di questo documento, i giovani partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con esperti di sicurezza stradale, presentare iniziative di prevenzione rivolte ai giovani e discutere all’interno di gruppi di lavoro su come applicare la dichiarazione nel proprio Paese.

 

Il rapporto Oms su giovani e sicurezza stradale

Secondo il rapporto 2007 dell’Oms Youth and road safety (pdf 3 Mb), gli incidenti stradali sono la principale causa di morte per i ragazzi tra i 10 e i 24 anni: in tutto il mondo, ogni anno, muoiono infatti sulle strade circa 400 mila giovani di età inferiore ai 25 anni.

 

Le percentuali di decessi e infortuni per incidenti stradali sono molto elevate nei Paesi a basso o medio reddito, soprattutto in Africa e in Medio Oriente. Tra i giovani al di sotto dei 25 anni, i maschi corrono rischi maggiori rispetto alle coetanee.

 

Causando un elevato numero di morti e di casi di invalidità, temporanee e permanenti, gli incidenti stradali comportano enormi costi economici, oltre che umani e sociali: 518 milioni di dollari ogni anno per l’economia mondiale. Nei Paesi a reddito medio-basso il costo degli incidenti stradali è pari all’1-1,5 % del Pil, superando, in alcuni casi, l’ammontare degli aiuti internazionali per lo sviluppo.

 

Secondo l’Oms il numero di decessi e infortuni causati da incidenti stradali è destinato a salire ed è quindi necessario intervenire su scala mondiale per migliorare la sicurezza stradale. Il dato più preoccupante che emerge dal rapporto è che vittime della strada sono soprattutto i più giovani: bambini che giocano per le strade, piccoli pedoni, ciclisti, motociclisti, neopatentati e passeggeri dei mezzi di trasporto pubblici.

 

L’Oms denuncia la tendenza generalizzata a considerare i bambini come dei piccoli adulti, degli uomini in miniatura. È importante, invece, tener presente che i bambini differiscono dai grandi per statura, livello di maturità e interessi. Pertanto per garantir loro di giocare, di recarsi a scuola e di spostarsi in tutta sicurezza, è necessario adottare misure di protezione speciali. Per proteggere gli adolescenti, invece, è necessario intervenire su altri fronti, per esempio abbassando il limite massimo del tasso alcolico e adeguando i programmi di educazione stradale.

 

Nel rapporto, inoltre, vengono identificate le strategie di prevenzione che hanno permesso in alcuni Paesi di ridurre effettivamente il numero di decessi e di infortuni per incidenti stradali. Gli interventi più efficaci sono:

  • il controllo del rispetto dei limiti di velocità e del limite del tasso alcolico
  • l’obbligo di indossare il casco per i motociclisti e le cinture di sicurezza per gli automobilisti
  • l’uso di seggiolini per i bambini.
  • l’adeguamento delle infrastrutture stradali e la realizzazione di spazi sicuri dove far giocare i bambini.

Il rapporto è accompagnato anche da un secondo documento, più “umano”: I volti dietro le cifre: le voci delle vittime della strada e di loro familiari. Realizzato dall’Oms con la collaborazione dell’Associazione per la sicurezza dei viaggi sulle strade del mondo, il volume raccoglie i contributi personali delle vittime di incidenti stradali, dei loro cari e dei loro amici. Queste storie restituiscono umanità alle fredde statistiche elaborate dai dati dei rapporti sulla sicurezza stradale di tutto il mondo. Raccontano infatti il dramma della “devastazione” fisica ma anche psicologica, emotiva ed economica conseguente a un incidente, svelando l’enorme sofferenza che si cela ogni anno dietro ciascun incidente. Il libro raccoglie anche le iniziative che vengono prese in tutto il mondo, a livello individuale e collettivo, per spronare alla prevenzione, facendo leva sulla paura della sofferenza arrecata da un evento così traumatico.