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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Prevalenza d'uso dei metodi contraccettivi alla ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto

Giulia Montebove e Michele Grandolfo

Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Ostetricia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

 

 

SUMMARY (Prevalence of use of contraceptive methods following the resumption of intercourse after childbirth) - The study evaluates the use of post partum contraceptives and the factors associated with it in a sample of women who gave birth in four Latium birth centers. A precoded questionnaire has been administered at birth and three months after childbirth. 577 women were interviewed with a response rate of 94%. In the third month after delivery, 72% resumed sexual intercourse, and 84% used a contraceptive method. Having received information was associated with increased use of the methods. The birth path is confirmed to be an important opportunity to provide counselling on family planning.

Key words: contraception; puerperium; counselling

michele.grandolfo@guest.iss.it

 

 

Introduzione

Sulla base dell’evoluzione epidemiologica dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia (1), il Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) riconosce al percorso nascita un ambito strategico anche per il counselling sulla procreazione responsabile (2). Indagini nazionali condotte negli ultimi 15 anni (3-5) confermano tale indicazione: le donne informate durante il percorso nascita usano maggiormente i metodi contraccettivi alla ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto. Tuttavia tale opportunità viene solo parzialmente colta, soprattutto per le donne meno istruite, proprio quelle che ne avrebbero maggiormente bisogno.

 

Lo studio si propone di verificare queste evidenze tra le donne che hanno partorito nel Lazio, regione poco rappresentata nelle indagini nazionali.

 

Materiali e metodi

La popolazione bersaglio della presente survey è rappresentata da tutte le donne che hanno partorito, tra agosto 2012 e maggio 2013, nei centri nascita Fatebenefratelli S. Giovanni Calibita, Pertini, Casilino di Roma e Belcolle di Viterbo.

 

Le interviste sono state effettuate da studentesse ostetriche addestrate con questionario precodificato a giorni alterni in rotazione, garantendo la copertura di tutti i giorni della settimana.

 

Le donne che nell’intervista a tempo 0 hanno dato il loro consenso sono state contattate telefonicamente e nuovamente intervistate a tre mesi dal parto. Criteri di ammissione erano: assenza di malattie materne e neonatali e conoscenza della lingua italiana. È stata eseguita un’analisi descrittiva, bivariata e multivariata dei dati con il software statistico STATA, utilizzando gli odds ratio grezzi e aggiustati (ORgr e ORagg) come stima della forza d’associazione.

 

 

Risultati

Il 94% (577) delle donne eleggibili ha accettato l’intervista al parto e il 90% di queste ha accettato l’intervista telefonica al terzo mese.

 

Il campione di puerpere intervistate alla nascita è risultato per l’84,3% di nazionalità italiana, con età superiore ai 30 anni nel 66,7% dei casi. La quasi totalità (96%) era coniugata o convivente e il 70,3% occupata. L’istruzione è risultata medio-alta, con il 56,7% di donne che ha conseguito il diploma di scuola media superiore e il 30,2% la laurea. Il 58,4% del campione era costituito da primipare. Il 77% (403) delle donne ha pianificato la gravidanza e il 5% (28) è entrata in gravidanza nonostante l’uso di metodi contraccettivi, 9 per fallimento di metodi poco sicuri (coito interrotto) e 19 per uso scorretto di quelli più sicuri (preservativo e pillola). Il 52,6% delle donne ha riferito di aver fatto uso sistematico di anticoncezionali in precedenza: metodi ormonali il 36,1%, coito interrotto il 31,5%, preservativo il 24,6%, metodi naturali il 6,6%, spirale intrauterina poco meno dell’1%.

 

L’istruzione medio-elevata è associata a un maggior uso di metodi contraccettivi prima della gestazione (56,7% vs 39,1%, ORagg = 1,91, p = 0,02) e le donne straniere rispetto alle italiane sono a maggior rischio di non usarli (43,0% vs 56,6%, ORagg = 0,61, p = 0,06).

 

Durante tutto il percorso nascita poche donne hanno ricevuto informazioni sui metodi contraccettivi da usare alla ripresa dei rapporti sessuali nel puerperio: il 26,8% in gravidanza, di più se assistite dal consultorio familiare o dall’ostetrica (38,9% vs 24,5%; ORagg = 2,11, p <0,01) e se pluripare (33,5% vs 22,5%; ORagg = 1,94, p <0,01); meno del 3% durante la degenza e il 56,8% nei primi mesi successivi al parto. Hanno ricevuto maggiormente l’informazione in puerperio le donne che hanno partecipato a un CAN (corso di accompagnamento alla nascita) nell’attuale o precedente gravidanza (62,9% vs 50%; ORagg = 1,70, p = 0,01) e le più istruite (58,6% vs 42,0%; ORagg = 2,82, p <0,01).

 

Alla dimissione il 69% delle puerpere dichiarava di voler utilizzare un contraccettivo alla ripresa dei rapporti e il 21% circa non aveva ancora preso una decisione in merito.

 

Il 72% delle donne ha ripreso i rapporti sessuali entro il terzo mese dal parto, scegliendo di ricorrere a un anticoncezionale nell’84% dei casi. Di queste, la maggior parte (51%) ha optato per i metodi di barriera (prevalentemente preservativo), il 18% per i metodi ormonali, il 22% circa per il coito interrotto e solo l’8% per i metodi naturali.

 

Sono risultati fattori associati in modo significativo all’impiego di un metodo di procreazione responsabile alla ripresa dei rapporti: l’aver utilizzato un anticoncezionale in modo continuativo in passato, l’aver ricevuto informazioni sulla contraccezione almeno in puerperio ed eventualmente in altre occasioni come al CAN, da parte di chi ha seguito la gravidanza, durante la degenza ospedaliera (Tabella). Tra le donne italiane, l’aver ricevuto informazioni corrette, rispetto a non averle ricevute, ha avuto un impatto significativo sull’uso per entrambi i livelli di istruzione: rispettivamente, istruzione bassa: 85,7% vs 62,1%; istruzione medio-alta: 88,2% vs 73,8%.

 

 

 

Discussioni

I risultati, in linea con quanto emerso nelle indagini condotte fino a oggi dall’Istituto Superiore di Sanità, confermano che la ricezione di un adeguato counselling sulla pianificazione familiare durante il percorso nascita si associa in modo significativo a un maggiore uso di metodi contraccettivi alla ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto. Tuttavia, il fatto che circa la metà delle donne non riceve l’informazione sta ad indicare un’occasione mancata da parte di chi opera nei servizi implicati, in contrasto con la raccomandazione del POMI riguardo l’offerta attiva di consulenza e sostegno.

 

Ad avvalorare la necessità della fornitura di un adeguato counselling è il dato che una donna su 5 subito dopo il parto non sapeva ancora se avrebbe utilizzato o meno un contraccettivo.

 

Anche questa indagine conferma l’importanza della partecipazione ai CAN, come raccomandato dal POMI (2) e dalle linee guida sulla gravidanza fisiologica (6). Ancora una volta si evidenzia l’importanza dell’offerta attiva per superare il paradosso secondo cui chi ne ha più bisogno, come le donne meno istruite, riceve meno informazione nonostante l’evidenza che, se correttamente informate, ne traggono beneficio nella stessa misura delle più istruite.

 

I limiti dello studio sono rappresentati dal fatto che il campione esaminato, per quanto variegato, non è rappresentativo dell’intera popolazione laziale, poiché condotto in soli 4 centri nascita. Inoltre, è stata fatta un’unica analisi sia per le donne di cittadinanza italiana sia per le straniere e questo potrebbe aver influenzato alcuni risultati; tuttavia gli studi population based del 2008-09 e 2010-11 hanno riportato percentuali molto simili tra le italiane e le straniere per quanto riguarda la ricezione di informazioni sui metodi contraccettivi durante l’assistenza pre e post parto e il ricorso a un anticoncezionale alla ripresa dei rapporti sessuali.

 

Il ruolo positivo svolto dai consultori familiari e dalle ostetriche conferma la validità delle raccomandazioni del POMI e del modello dell’empowerment.

 

Dichiarazione sui conflitti di interesse

Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro.

 

Riferimenti bibliografici

 

1. Grandolfo M, Spinelli A, Donati S, et al. Epidemiologia dell’interruzione volontaria di gravidanza in Italia e possibilità di prevenzione. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 1991 (Rapporti ISTISAN 91/25).

2. Ministero della Salute. Decreto Ministeriale 24 aprile 2000. Adozione del progetto obiettivo materno-infantile relativo al “Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000”.

3. Donati S, Grandolfo ME. Il sostegno alla ripresa della vita sessuale delle donne che partoriscono, un argomento orfano di interesse. Not Ist Super Sanità 2003;39(2):235-41.

4. Grandolfo ME, Donati S, Giusti A. Indagine conoscitiva sul percorso nascita, 2002. Aspetti metodologici e risultati nazionali (www. epicentro.iss.it/problemi/percorso-nascita/ind-pdf/nascita-1.pdf ).

5. Lauria L, Lamberti A, Buoncristiano M, et al. Percorso nascita: promozione e valutazione della qualità di modelli operativi. Le indagini del 2008-2009 e del 2010-2011. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2012 (Rapporti ISTISAN 12/39).

6. Sistema Nazionale Linee Guida. Gravidanza fisiologica - Aggiornamento 2011. Linea Guida 20.