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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Archivio 2018-2019

12/12/2019 - IVG in Provincia di Trento: i dati 2018

Nel 2018, gli istituti di cura della Provincia di Trento hanno registrato 636 interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), segnando una diminuzione del 9,5% rispetto all’anno precedente. Di queste, 39 (6,1%) sono relative ad aborti terapeutici, indotti da una diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto o da patologia materna. Il tasso d’abortività volontaria risulta pari a 5,3/1000 donne in età fertile, e il rapporto di abortività volontaria risulta pari a 135,5/1000 nati vivi da donne residenti e in età fertile. I dati aggiornati sugli obiettori di coscienza indicano, anche in riferimento ai dati nazionali ed ai dati regionali, il rispetto della piena applicazione della Legge 194/78. Per approfondire consulta il documento completo “Rapporto annuale sull’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Anno 2018” (pdf 326 kb).

 

18/4/2019 - L’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) nella PA di Trento. Anno 2017

Nel corso del 2017, nella PA di Trento sono state eseguite 703 Ivg (+2,8% rispetto all’anno precedente), di cui 52 (8,1%) relative ad aborti terapeutici, indotti da una diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto o da patologia materna. La classe d’età modale è quella compresa tra i 25 e i 29 anni (22,3% dei casi), a seguire si trovano le fasce d’età 35-39 (20,1%) e 20-24 (19,6%) e 30-34 (18,3%). L’età media all’aborto è di 29,9 anni, un valore leggermente inferiore rispetto all’ultimo quinquennio. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 624 kb).

 

24/1/2019 - Andamento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia nel 2017

In Italia, nel 2017 sono state notificate 80.733 interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), numero che conferma il trend di progressiva diminuzione del fenomeno che si osserva dal 1983, quando questi interventi erano circa 235mila. È quanto emerge dalla “Relazione contenente i dati definitivi 2017 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg)”, trasmessa al Parlamento il 18 gennaio 2019. Negli ultimi due anni c’è stato un miglioramento nella tempistica. Infatti, sebbene quest’anno la Relazione sia stata completata più tardi (a fine dicembre), contiene i dati definitivi dell’anno precedente, mentre prima veniva presentata nel periodo luglio-ottobre ma conteneva i dati definitivi di 2 anni precedenti e i provvisori dell’anno precedente. Attualmente i dati italiani sono tra i più tempestivi, accurati, dettagliati e completi a livello mondiale. Per approfondire scarica il documento completo (pdf 444 kb) e leggi la pagina dedicata ai dati epidemiologici.

 

17/1/2019 - Sorveglianza Ivg: aggiornata la sezione

È disponibile l’aggiornamento della sezione dedicata all’interruzione volontaria di gravidanza con un focus sulla Sorveglianza, che dal 1980 vede impegnati l’Istituto superiore di sanità (Iss), il ministero della Salute, l’Istat, le Regioni e le due Province Autonome.

 

25/10/2018 - Ivg in Toscana: i dati al 2017

In Toscana, pur con un tasso di abortività che si mantiene sempre superiore alla media nazionale (7,3 per 1000), si registra negli anni un decremento delle interruzioni volontarie di gravidanza Ivg, così come avviene in Italia: nel 2017 si è registrato il numero più basso dell’intero periodo (5627 Ivg, con una riduzione del 4,8% rispetto al 2016). Trend in diminuzione anche per le cittadine straniere, il cui tasso di abortività è più di 3 volte superiore a quello delle italiane, ma si è ridotto del 60% negli ultimi 10 anni, a indicare una sempre maggiore integrazione delle donne straniere e una modifica nei comportamenti relativi alle scelte di procreazione responsabile. Sono alcuni dei dati riportati nel documento “Le interruzioni volontarie di gravidanza in Toscana” pubblicato a ottobre 2018 dalla Ars Toscana. Il rapporto riferisce i dati sull’Ivg e sull’obiezione di coscienza in Regione, aggiornati al 2017. Riguardo l’Ivg farmacologica con Mifepristone (RU486) e prostaglandine (autorizzato anche in Italia da una decina di anni in alternativa all’aborto chirurgico) i dati sottolineano che è in aumento negli anni e che in Toscana viene utilizzata nel 28,1% dei casi (con proporzioni intorno al 50% in alcuni presidi ospedalieri) e in proporzione più alta rispetto alla media italiana (15,7%). Un altro aspetto che emerge è la diminuzione dei tempi di attesa tra il rilascio della certificazione e l’intervento, indicatore di efficienza del servizio. La percentuale di Ivg effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è aumentata negli anni ed è di conseguenza diminuita la percentuale di donne che attendono più di 3 settimane. La pubblicazione riporta anche i dati sull’obiezione di coscienza, ottenuti attraverso un monitoraggio ad hoc realizzato al fine di verificare la piena applicazione della legge 194. Nelle strutture sanitarie della Toscana che praticano Ivg la proporzione dell’obiezione di coscienza riguarda più della metà dei ginecologi (59,2%) con una grande variabilità tra i diversi presidi. Tuttavia la proporzione regionale è nettamente più bassa rispetto al 70,9% rilevato in Italia nel 2016. I ginecologi non obiettori effettuano mediamente una Ivg alla settimana. Il numero globale dei ginecologi che non esercita il diritto all’obiezione di coscienza è quindi congruo con il numero di interventi di Ivg e non emerge un problema che rappresenti un ostacolo alla piena applicazione delle legge 194. Per approfondire consulta il documento completo “Le interruzioni volontarie di gravidanza in Toscana. (serie In cifre - N. 16)” (pdf 1,4 Mb).

 

4/10/2018 - Salute riproduttiva e salute sessuale: due giornate per promuovere maggiore consapevolezza

Si stima che 225 milioni di donne in tutto il mondo non abbiano accesso ai moderni metodi di contraccezione di base, aspetto che comporta frequentemente gravidanze non pianificate. Per le ragazze, la gravidanza e il parto sono ancora una delle cause più comuni di morte nei Paesi in via di sviluppo, e per le più giovani (meno di 15 anni di età) il pericolo è cinque volte più elevato. A causa di aborti non sicuri, ogni anno muoiono circa 47 mila donne e altri 5 milioni soffrono di invalidità temporanea o permanente. Sono alcuni dei dati che l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite (UN Human Rights) ha pubblicato in occasione dell’edizione 2018 della Giornata internazionale per l’aborto sicuro (International Safe Abortion Day) che si è svolta lo scorso 28 settembre. Un’iniziativa che segue di pochi giorni un altro appuntamento mondiale dedicato alla salute riproduttiva: il World Contraception Day che si celebra ogni anno il 26 settembre e pensato per migliorare la consapevolezza su tutti i metodi contraccettivi disponibili al fine di consentire, soprattutto ai più giovani, di fare scelte informate sulla propria salute sessuale e riproduttiva. In Italia l’Iss contribuisce alla conoscenza di questi fenomeni e alla loro prevenzione attraverso due sistemi di sorveglianza (il sistema di sorveglianza ostetrica Itoss - Italian Obstetric Surveillance System e la sorveglianza sull’interruzione volontaria di gravidanza, Ivg) e attraverso studi specifici (come per esempio alcune delle indagini portate avanti nel Progetto nazionale fertilità). In occasione di queste giornate, l’Onu ha sottolineato come i dati dell’Oms hanno chiaramente dimostrato che la criminalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza non riduce il numero di donne che ricorrono all’aborto, ma ha come conseguenza il loro ricorso all’aborto clandestino e insicuro. È tra l’altro noto che i tassi di aborto più bassi si registrano nei Paesi in cui le donne possono interrompere legalmente una gravidanza indesiderata e dove possono avere accesso a informazioni e a tutti i metodi di contraccezione. E’ dunque importante che la comunità internazionale promuova l’uguaglianza di genere, garantendo l’accesso a un aborto sicuro e legale. Per approfondire consulta il sito Onu dedicato all’International Safe Abortion Day 2018, la pagina del sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dedicata al World Contraception Day, i dati più recenti sull’interruzione volontaria di gravidanza in Italia e il sito della sorveglianza Itoss.

 

24/5/2018 - I 40 anni delle legge 194

Il 22 maggio 1978 veniva approvata in Italia la legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). A distanza di 40 anni, l’Ivg è diminuita notevolmente passando da 235.000 casi nel 1982-83 a 85.000 nel 2016, e le donne e le coppie italiane hanno ampio accesso alla contraccezione e a questo intervento. Anche le metodiche con cui viene effettuato l’intervento sono cambiate e le complicanze e le morti associate sono rarissime. Leggi il commento di Angela Spinelli, direttore del Centro nazionale prevenzione delle malattie e promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

 

22/2/2018 - L’interruzione volontaria della gravidanza nella PA di Trento

Nel corso del 2016, nella PA di Trento sono state eseguite 684 Ivg (-5,8% rispetto all’anno precedente), di cui 52 (7,6%) relative ad aborti terapeutici, indotti da una diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto o da patologia materna. Le classi d’età modale sono 30-34 anni e 35-39 anni (circa il 21% dei casi), le fasce d’età 20-24 e 25-39 sono ben rappresentate (rispettivamente 18% e 19,6%). L’età media all’aborto è di 30,4 anni, un valore sostanzialmente stabile nell’ultimo quinquennio. Seppur in calo negli ultimi 4 anni, la percentuale di donne straniere costituisce circa un terzo della casistica provinciale del 2016 (33% del totale). Per maggiori informazioni scarica il “Rapporto annuale sull’Interruzione volontaria della gravidanza (Ivg)” (pdf 626 kb).

 

25/1/2018 - Andamento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia nel 2016

Anche nel 2016 prosegue l’andamento in diminuzione del fenomeno, anche se in entità minore rispetto agli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, il numero di Ivg è stato pari a 84.926, una diminuzione del 3,1% rispetto al dato del 2015, quando ne erano state registrate 87.639. Le Ivg cioè si sono più che dimezzate rispetto alle 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Sono alcuni dei dati presenti nella Relazione sulle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate in Italia nel 2016. Per appronfondire leggi il commento ai dati a cura di Angela Spinelli (Iss), Marzia Loghi e Alessia D’Errico (Istat).

 

11/1/2018 - Ivg in Emilia-Romagna: i dati 2016

Nel corso del 2016, in Emilia-Romagna sono state eseguite 7688 Ivg (-2% rispetto all’anno precedente). L’88,3% degli interventi è stato eseguito su donne residenti in Regione (6791 casi), di cui il 42,2% cittadine straniere. Anche dai dati del 2016 emerge che la distribuzione per classi d’età si mantiene abbastanza stabile negli anni: la maggioranza delle donne che ha fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza ha 25-29 anni (20,4%), 30-34 anni (22,8%) e 35-39 anni (21,3%). Il 26,5% delle Ivg è stato effettuato con metodo farmacologico. Per maggiori informazioni scarica la “Relazione sull’interruzione volontaria di gravidanza in Emilia-Romagna nel 2016” (pdf 1,3 Mb) pubblicata a dicembre 2017.