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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Prevenzione

 

Come esposto nel Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, un’azione di contrasto della diffusione della zanzara tigre, che risulti efficace e a basso impatto ambientale, deve essere di natura preventiva, volta a limitare tutte quelle situazioni e comportamenti che possano facilitare la riproduzione della specie. Innanzitutto è necessario individuare e rimuovere i focolai larvali, cioè tutti quei contenitori che possono mantenere anche piccole quantità d’acqua, dove possono svilupparsi le larve della zanzara tigre. In ambito privato, dove più facilmente questa specie prospera ad alte densità e dove è più difficile intervenire, risulta essenziale la collaborazione della cittadinanza, che per questo motivo deve essere coinvolta e sensibilizzata sulle corrette pratiche di igiene ambientale, attraverso un’informazione mirata.

 

Un altro aspetto fondamentale rimane la sorveglianza e il monitoraggio dell’abbondanza e della diffusione dell’insetto, che permette alle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e ai Comuni di controllare i livelli di infestazione, attivare interventi mirati e valutarne l’efficacia. 

 

La diffusione della zanzara tigre è tipicamente urbana, proprio per la sua propensione a deporre le uova in piccole raccolte d’acqua. Per questo, è necessario monitorare tutte quelle situazioni che favoriscono il ristagno di acqua, come i sottovasi di piante e fiori, le aiuole, le vasche e le fontane ornamentali, le grondaie e qualsiasi contenitore lasciato all’aperto.

 

Oltre a un monitoraggio sistematico, effettuato per esempio con l’impiego di ovitrappole o trappole per adulti, le istituzioni locali dovrebbero provvedere a:

  • mantenere puliti e attivi i tombini
  • effettuare trattamenti larvicidi, perlomeno con cadenza quindicinale, nei tombini e in tutte le zone di scolo e ristagno poste in aree pubbliche
  • effettuare interventi di disinfestazione mirati in occasione di eventi particolari o in certe aree, quali quelle ospedaliere, parchi o centri anziani, in cui l’infestazione delle zanzare risulti particolarmente intensa. Questi interventi possono essere realizzati con insetticidi di sintesi mirati per gli adulti della zanzara o attraverso prodotti di origine biologica specifici per le larve.

I cittadini possono efficacemente contribuire alla lotta cercando di:

  • evitare l’abbandono e l’accumulo all’aperto di materiali che possano raccogliere l’acqua piovana
  • eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni; mantenere pervie canalette e grondaie; innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto
  • cercare di tenere adeguatamente coperti e provvisti di zanzariera eventuali recipienti per la raccolta dell’acqua, qualora indispensabili
  • introdurre pesci rossi, predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini
  • trattare ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi, a uso domestico, i tombini e tutti i recipienti inamovibili, posti all’esterno, dove si raccoglie acqua piovana
  • utilizzare i repellenti di sintesi efficaci contro la zanzara tigre (a base di principi attivi tra i quali deet e icaridina) in forma di crema o spray, ma con la massima cautela e comunque secondo quanto indicato in etichetta.

 

Data di creazione della pagina: 14 luglio 2022

Revisione a cura di: Marco Di Luca, Francesco Severini, Luciano Toma - Dipartimento malattie infettive, ISS