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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Aspetti epidemiologici

In Italia

 

Revisione a cura di Pietro Carbone e Paolo Salerno - Centro nazionale malattie rare (Cnmr), Istituto superiore di sanità (Direttore del Cnmr: Domenica Taruscio)

 

5 maggio 2016 – L’acido folico e i folati sono stati riconosciuti come essenziali nella prevenzione di alcune malformazioni congenite. La carenza di acido folico nelle prime fasi della gravidanza aumenta infatti in modo rilevante il rischio di sviluppare malformazioni fetali, in particolare i difetti del tubo neurale (Dtn) come la spina bifida o l’anencefalia. Per questo è di fondamentale importanza acquisire ed elaborare dati epidemiologici sull’assunzione di acido folico da parte della popolazione femminile oltre che sui Dtn e altre malformazioni congenite.

Nei seguenti paragrafi sono riportati alcuni dati su questi due argomenti.

 

I consumi di acido folico

La formulazione e diffusione di raccomandazioni rivolte alla popolazione sugli effetti preventivi dei folati e dell’acido folico è iniziata nel nostro Paese intorno al 2000. In quegli anni la prevalenza di assunzione periconcezionale di acido folico nelle donne era stimata intorno al 3-4%.

 

Due indagini condotte dall’Istituto superiore di sanità (Iss) tra il 2008-09 e il 2010-11, mostrano i livelli di assunzione di acido folico nelle donne italiane e straniere presenti nel nostro Paese. I risultati, pubblicati nel rapporto Istisan 12/39 “Percorso nascita: promozione e valutazione della qualità di modelli operativi. Le indagini del 2008-2009 e del 2010-2011” (pdf 4,8 Mb), evidenziano le percentuali di assunzione nel periodo periconcezionale e a gravidanza iniziata:

 

periodo periconcezionale:

  • il 23,2% delle donne italiane
  • l’8,6% delle donne straniere

a gravidanza iniziata:

  • il 70,3% delle donne italiane
  • il 62,6% delle donne straniere

Tra l’indagine 2008-09 e quella 2010-11 si osserva un miglioramento nel dato sull’assunzione nel periodo periconcezionale tra popolazione italiana (passato dal 20,9% al 25,4%), mentre non emergono differenze per le straniere (rispettivamente 9,1% e 8,2%). Per le donne straniere si registra, invece, un aumento dell’assunzione di acido folico durante la gravidanza, che passa dal 54,1% al 71,1% (vedi Figura 1).

 

Figura 1: Assunzione (%) di acido folico in occasione della gravidanza

 

Fonte: Istisan 12/39, Iss

 

Inoltre, il rapporto evidenzia alcune caratteristiche comuni alle donne che più frequentemente assumono acido folico nel periodo periconcezionale: hanno livello di istruzione più elevato, svolgono un’attività lavorativa, sono coniugate, primipare e di età più avanzata (per le straniere sono state osservate le stesse tendenze, anche se non è stata sempre raggiunta la significatività statistica).

 

Malformazioni congenite e disturbi del tubo neurale (Dtn)

Come segnalato nella Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012-2013, i dati sulle malformazioni congenite sono sia desumibili attraverso la banca dati del Registro nazionale malattie rare (Rnmr) che dal il flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (Cedap):

  • tra il 2007 e il 2010 il Rnmr ha registrato 13.963 casi con malformazioni congenite rare nella popolazione generale
  • i dati Cedap 2010 indicano che i nati con malformazioni congenite riscontrabili al momento della nascita, o nei primi 10 giorni di vita, sono stati 5789.

I dati epidemiologici più affidabili e di qualità sono comunque quelli forniti dai Registri malformazioni congenite (Rmc). Dai dati aggregati dei Rmc di Emilia-Romagna e Toscana nel periodo 2008-2011 risultano 6494 casi di malformazioni congenite (5191 nati vivi; 47 morti fetali; 1256 aborti indotti) su 290.891 nascite sorvegliate (nati vivi + nati morti), per una prevalenza totale di 223,25/10.000 (corrispondente al 2,23% delle nascite).

 

L’analisi delle tendenze temporali per diversi gruppi di malformazioni congenite strutturali (ovvero non cromosomiche) ha evidenziato trend in diminuzione in particolare per i Dtn per i quali la prevalenza è passata da un valore medio di 6,24/10.000 nel periodo 1998-2005 a 5,39/10.000 nel periodo 2006-2011.

 

Queste tendenze in diminuzione secondo gli autori potrebbero almeno in parte essere spiegate dall’aumentato intake di acido folico in epoca periconcezionale (che come noto riduce il rischio di insorgenza dei Dtn) connesso all'introduzione e diffusione della raccomandazione ufficiale del Network italiano promozione acido folico coordinato dal Cnmr (Iss) avviata proprio nei ultimi mesi del 2004 e inizio del 2005. Inoltre, potrebbe avere contribuito in modo più generale anche l’applicazione di misure di prevenzione primaria, quali la promozione di corretti stili di vita verso le donne in età fertile: corretta alimentazione prima e durante la gravidanza e contrasto a fattori di rischio per la gravidanza quali fumo e alcol. Per maggiori informazioni scarica il capitolo “Lo stato di salute della popolazione” (pdf 3,4 Mb) della Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012-2013.

 

Risorse utili