Ultimi aggiornamenti
Le informazioni contenute nella pagine di questa sezione di EpiCentro risalgono al 2016. Per rimanere aggiornato sull’attuale situazione epidemiologica e per tutte le informazioni sull’influenza aviaria si consiglia di consultare il sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), Centro nazionale ed europeo di riferimento sul tema.
24/11/2016 - Influenza aviaria A(H5N8) in Europa: la valutazione del rischio dell’Ecdc
Sono otto i Paesi europei che riportano casi di influenza aviaria da virus A(H5N8) altamente patogenico tra uccelli selvatici, volatili degli zoo e allevamenti di pollame. Si tratta della seconda volta che il virus A(H5N8) è stato introdotto in Europa attraverso la migrazione autunnale degli uccelli, anche se circola in Asia dal 2010. Il sequenziamento completo del genoma dei virus A(H5N8) suggerisce che questi virus circolano essenzialmente nella popolazione di uccelli selvatici e volatili stanziali senza rischi specifici per l’uomo. Infatti, ad oggi nel mondo, non sono mai stati riportati casi di infezione nell’uomo. Il rapid risk assessment dell’Ecdc conclude che il rischio di trasmissione alla popolazione generale europea è molto basso. Per maggiori informazioni consulta il documento completo “Outbreaks of highly pathogenic avian influenza A(H5N8) in Europe, updated rapid risk assessment” e il comunicato stampa dell’Ecdc.
(10 dicembre 2015) Influenza aviaria in Francia: il Risk Assessment Ecdc
Il 25 novembre 2015 le autorità sanitarie francesi hanno notificato un focolaio di influenza aviaria, da virus A/H5N1 altamente patogenico, tra i volatili di un cortile nel Dipartimento della Dordogna. Cinque giorni dopo le autorità hanno segnalato la circolazione del virus anche in due allevamenti di pollame del sud-ovest della Regione. Le indagini condotte hanno evidenziato che il sottotipo identificato in Francia non è correlato con gli altri circolanti nel mondo, ma si è evoluto da forme a bassa patogenicità circolanti in Europa. L’Ecdc, nella sua valutazione del rischio, sottolinea che il rischio di trasmissione per via alimentare (ad esempio attraverso le uova) è estremamente basso e raccomanda l’uso di tute protettive per le persone impiegate negli allevamenti in cui è stata rilevata la presenza del virus. Le autorità sanitarie francesi hanno attivato il piano di gestione delle infezioni con un controllo della zona in cui è stata identificata la presenza del virus e il monitoraggio delle persone esposte agli animali infetti. Per maggiori informazioni scarica il Rapid Risk Assesment Ecdc “Situation overview: highly pathogenic avian influenza virus A of H5 type” (pdf 857 kb) pubblicato il 4 dicembre 2015.
(16 aprile 2015) Influenza aviaria A(H5N1) in Egitto: il punto della situazione
Il ministero della Salute e della popolazione egiziano ha segnalato al 5 aprile 2015 134 casi umani di influenza aviaria A(H5N1), di cui 38 fatali. Il numero dei casi umani confermati in laboratorio con inizio dei sintomi registrato tra gennaio e marzo 2015 è il più alto registrato dall’inizio dell’epidemia nel 2006. Questo incremento del numero di segnalazioni in Egitto si registra a partire da novembre 2014 e potrebbe essere attribuibile a diversi fattori tra cui un aumento della circolazione dei virus A(H5N1) tra il pollame, una minore consapevolezza del rischio da parte della sanità pubblica nell’Egitto centrale e settentrionale e a fattori stagionali. A marzo 2015, una missione congiunta Oms-Fao-Oie si è recata sul luogo per valutare i rischi e definire le misure di controllo raccomandate. Riguardo i rischi per i Paesi europei, l’Ecdc conferma il Rapid Risk Assessment pubblicato il 13 marzo 2015 “Influenza A (H5N1) cases increasing in Egypt; risk to EU unchanged” (pdf 794 kb) da cui non emerge un aumentato rischio per l’Europa.
(19 febbraio 2015) Influenza aviaria: aggiornamento sui casi umani
Continuano ad essere segnalati casi sporadici e piccoli cluster familiari di infezione umana da virus dell’influenza aviaria A(H7N9) in Cina e da virus dell’influenza aviaria A(H5N1) in Egitto. Come riportato nel comunicato dell’Organizzazione mondiale della sanità dell’8 febbraio 2015, tra il 20 dicembre 2014 e il 27 gennaio 2015 il National Health and Family Planning Commission cinese ha segnalato 83 nuovi casi umani confermati di infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9). Tra il 6 e il 26 gennaio 2015, l’Egitto ha segnalato all’Oms 24 nuovi casi umani confermati di infezione da virus dell’influenza aviaria A(H5N1). Per maggiori informazioni leggi il rapporto Oms “Influenza at the human-animal interface Summary and assessment as of 26 January 2015” (pdf 391 kb). Questi due Paesi hanno anche segnalato all’Oms casi sporadici di infezione umana dovuta ad altri virus dell’influenza aviaria. Il 9 febbraio 2015 il National Health and Family Planning Commission cinese ha segnalato all’Oms un caso confermato di influenza aviaria A(H5N6) in un uomo di 44 anni venuto a contatto con carcasse di pollame selvatico e, il 10 febbraio 2015 è stato identificato un caso di infezione da virus A(H9N2) (pdf 299 kb) in Egitto in un bambino di tre anni che ha avuto contatti con pollame da cortile apparentemente sano.
(19 febbraio 2015) Rischio di infezione umana da virus dell’influenza aviaria a(H7) a bassa patogenicità: il risk assessment dell’Ecdc
Il 2 febbraio 2015 le autorità inglesi hanno segnalato un focolaio di influenza aviaria A(H7N7) a bassa patogenicità in un allevamento di polli in Hampshire. Le indagini condotte sono riassunte nel Rapid Risk Assessment Ecdc “Human infection by low pathogenic avian influenza A(H7) viruses” (pdf 831 kb) dell’11 febbraio 2015. Il documento fornisce un quadro epidemiologico e virologico sulle infezioni umane da influenza aviaria A(H7N7) a bassa patogenicità e i rischi per la salute pubblica nei Paesi dell’Unione europea e dello spazio economico europeo.
(12 febbraio 2015) Infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9): il risk assessment dell’Ecdc
Il 26 gennaio scorso, le autorità sanitarie pubbliche canadesi hanno segnalato un caso di infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9) in un residente della Columbia Britannica, di ritorno da un viaggio in Cina. Si tratta del primo caso documentato nel Nord America. Il 29 gennaio è risultato positivo anche un secondo caso, contatto stretto del primo. I due casi sono curati in casa e non hanno necessitato di ricovero ospedaliero. Dal marzo 2013 all’Oms sono stati segnalati nell’uomo a livello globale 488 casi di influenza aviaria A(H7N9) confermati in laboratorio, di cui 185 decessi. Al momento il rischio più immediato per i cittadini dei Paesi Ue ed Eea è per chi vive o visita zone colpite dall’influenza aviaria A(H7N9) e rientra in Europa. Il rischio che si possa verificare una diffusione a livello comunitario in seguito dell'importazione in Europa è improbabile in quanto il virus non si trasmette facilmente tra da persona a persona. Sono alcuni dati riportati nel quarto aggiornamento del rapid risk assessment dell’Ecdc sull’infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9) nell’uomo. Il documento, pubblicato il 2 febbraio 2015, riassume le informazioni epidemiologiche e virologiche sulla malattia in Cina e Canada e valuta il rischio per la salute pubblica per i Paesi Ue ed Eea. Per maggiori informazioni scarica il documento completo “Rapid Risk Assessment: Human infection with influenza virus A(H7N9) virus”.
(22 gennaio 2015) Infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9) in Cina
Il 13 gennaio 2015 il National Health and Family Planning Commission cinese ha notificato 15 nuovi casi confermati di infezione da virus dell’influenza aviaria A(H7N9) in diverse Province della Cina orientale. Tre dei pazienti sono deceduti. Il Governo cinese ha messo in atto provvedimenti per migliorare la sorveglianza epidemiologica, i trattamenti medici, le misure di prevenzione e comunicare alla popolazione le informazioni utili a prevenire nuovi casi. Ai viaggiatori diretti verso le Province con focolai noti, l’Oms consiglia di evitare gli entrare in contatto con gli allevamenti e i macelli di pollame, il contatto con gli uccelli vivi nei mercati e le superfici che possono essere state contaminate con feci di animali. Per maggiori informazioni consulta il sito Oms.