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a cura dell'Istituto superiore di sanità

Congresso del Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica 2002

Sicurezza in casa: i dati di mortalità e di morbosità

Giuseppe Balducci, Reparto di Metodologie e Modelli Biostatistici – Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica

 

Consulta la presentazione dei dati

 

In Italia ogni anno muoiono circa 6000 persone per incidente in casa, considerando come tale sia l’evento accidentale in casa che quello nell’ambito delle sue pertinenze (scale esterne, cortili, garage, ecc.). Gli incidenti in casa rappresentano, inoltre, una grave fonte di morbosità; essi, infatti, comportano circa 2milioni di accessi/anno al Pronto Soccorso (PS) di cui circa il 18% (350mila casi/anno) sono seguiti da ricovero ospedaliero, mentre il restante 82% (1.650.000 casi) è rappresentato da quelli non seguiti da ricovero. Le categorie maggiormente a rischio, sia per mortalità che per morbosità, sono rappresentati da bambini, casalinghe ed anziani. Gli eventi accidentali in casa che in tali gruppi a rischio rappresentano le più frequenti cause di morte possono essere desunti dall’analisi dei dati di mortalità prodotta annualmente dall’ISTAT.

 

La gran parte di queste morti è attribuibile alle cadute accidentali, che rappresentano, mediamente, circa il 70% di tutte le morti di questo tipo. In termini di lesioni che portano al decesso, mentre nei maschi sono cause preponderanti il trauma cranico e la frattura degli arti inferiori, nelle femmine la causa prevalente di morte è rappresentata dalla sola frattura degli arti inferiori. In termini percentuali le fratture degli arti inferiori, relative al 29% dei maschi, raggiungono il 68% nelle femmine mentre il trauma cranico costituisce causa di morte nel 29% dei maschi rispetto al 14% delle femmine. Questi risultati meritano alcune considerazioni: da una parte, se noi consideriamo il numero di morti in funzione dell’età alla morte, ci rendiamo immediatamente conto di come le cadute costituiscano un fenomeno strettamente connesso alla classe di soggetti anziani e quindi verosimilmente non facilmente suscettibile di prevenzione e non determinante in termini di anni di vita perduta; d’altra parte, questo fenomeno sembra destinato ad assumere un sempre maggiore interesse alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione.

 

Nel quadro di morbosità, invece, si osservano eventi molto differenziati per età, stato sociale, attività svolta, ecc. Uno dei gruppi da considerare è quello dei bambini, per il quale le cadute rappresentano la causa preponderante, raggiungendo mediamente il 75% dei casi. Inoltre, al di sotto dei 4 anni, la proporzione degli avvelenamenti e degli incidenti dovuti ad ustioni e caustici è piuttosto rilevante e cala in maniera sensibile dai 5 anni in poi. Le principali lesioni riportate dai bambini al di sotto dell’anno di età sono le lesioni al capo (oltre i 4/5 delle lesioni riportate), mentre nella fascia 1-14 anni predominano le lesioni agli arti superiore ed inferiori, che aumentano progressivamente con l’aumentare dell’età. Un secondo gruppo a rischio è costituito dalle casalinghe. Nelle donne tra i 20 ed i 69 anni, un arrivo al PS su 3 è per incidente avvenuto in casa durante il lavoro domestico. In questo caso la maggioranza degli eventi accidentali è rappresentato da lesioni di tipo superficiale, quasi sempre dovute ad uso di taglienti (circa 40% dei casi). Gli eventi più gravi che possono culminare, sia pur raramente, con la morte della casalinga sono rappresentati dalle cadute (25%), per lo più da scale a libretto nell’atto, per esempio, di cambiare tende, pulire lampadari, ecc. Importanti sono infine le ustioni da sostanze bollenti o da caustici (13%). Le conseguenze più comuni consistono in fratture agli arti superiori ed inferiori, trauma cranico ed ustioni.

 

Nell’ambito degli incidenti in casa gli anziani hanno un peso rilevante: essi sono permanentemente esposti a tutto un insieme di fattori di rischio presenti nella casa, fattori che interagiscono con quelli di tipo personale (malattie presenti, trattamenti farmacologici in corso, abuso di bevande alcoliche), rendendo altamente probabile un evento accidentale. Le cadute rappresentano la dinamica prevalente (circa il 60% degli eventi osservati). Altri incidenti frequenti sono quelli derivati da oggetti da taglio o punta (maschi 20%, femmine 10%), da urti o schiacciamenti (maschi 17.5%, femmine 11.5%). Le lesioni superficiali sono sostanzialmente relative al capo ed al viso, agli arti superiori e a quelli inferiori (72% del totale delle lesioni riportate), mentre quelle osteoarticolari agli arti rappresentano circa il 16%. Questi eventi negli anziani rappresentano certamente un fenomeno di interesse sociale e sanitario, anche se verosimilmente una gran parte di questi può essere considerata espressione di un decadimento generale della persona e quindi difficilmente controllabile. Una quota di questo fenomeno può essere suscettibile di prevenzione, anche attraverso semplici accorgimenti, quali l’uso di tappetini antisdrucciolamento in bagno, evitare l’uso di tappetini scendiletto, dotare i bagni di appositi sostegni, ecc. Tenendo conto che alla morbosità derivante da questi eventi è associata anche una quota consistente di invalidità (per ogni morto circa 2 invalidi), l’attuazione di azioni di prevenzione fornirebbe un ritorno cospicuo di risultati anche sotto il profilo economico: un’azione con solo il 20% di efficacia ridurrebbe gli accessi al PS di 400mila casi ed il numero dei ricoveri di 70mila casi, con indubbi risparmi dal punto di vista dei costi socio-sanitari.

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