R. De Angelis, I. Corazziari, R. Capocaccia e S. Francisci, Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Superiore di Sanità
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La mortalità per il
tumore del polmone è caratterizzata, nell’ultimo trentennio, da una forte
variabilità temporale, per genere e area geografica, a fronte di minimi
miglioramenti nella sopravvivenza. Se da un lato, la consolidata conoscenza
del fattore di rischio principale, semplifica l’interpretazione di tale
variabilità, in termini di evoluzione delle abitudini al fumo, dall’altro lo
studio comparativo dei trend di incidenza contribuisce a valutare: 1)
l’impatto sanitario della patologia tumorale prevalente negli uomini 2)
l’evoluzione del rischio crescente nelle donne 3) l’effetto delle campagne di
prevenzione.
Obiettivi
Scopo della
presentazione è mostrare stime e proiezioni di incidenza per il tumore
polmonare in Europa. Particolare attenzione è stata rivolta al quadro
descrittivo per i dati Italiani, arricchito delle informazioni relative agli
andamenti temporali della prevalenza di fumatori.
Materiali e metodi
L'analisi è stata
condotta nell’ambito dello studio EUROPREVAL, che si proponeva di descrivere
incidenza e prevalenza per tumore nei 17 Paesi Europei partecipanti. La
metodologia utilizzata permette di ricostruire stime nazionali anche laddove
i Registri Tumore (RT) non raggiungono la copertura totale. La stima è basata
sulla regressione dei dati nazionali di mortalità (fonte: statistiche
ufficiali rese disponibili dall'OMS). La mortalità attesa è espressa in
termini di incidenza e sopravvivenza: i) l’incidenza è una funzione
logistica di età, periodo e coorte di diagnosi; ii) la sopravvivenza è
ricavata da una modellizzazione dei dati osservati (fonte: studio EUROCARE II)
con modelli parametrici misti in ipotesi di guarigione.
Risultati
In Italia, per quanto
riguarda gli uomini, si è osservato un rapido e forte incremento del
rischio a partire dagli anni ‘70 e, all’inizio del decennio ’90, una
inversione di tendenza che si mantiene stabile nelle proiezioni (si stima nel
2010 il raggiungimento degli stessi livelli di incidenza del 1980). Questo
stesso andamento si stima in quasi tutti i Paesi Europei, con un decremento
addirittura anticipato nei paesi che presentavano, già negli anni ’70,
incidenze molto elevate (Regno Unito e Olanda). Fanno eccezione i Paesi
dell’Est Europeo, e la Spagna.
Mortalità e incidenza nelle donne Italiane, pur restando molto al di
sotto dei livelli registrati negli uomini (nel 2000 il tasso di incidenza per
100,000 è circa 20 contro 100 per gli uomini), sono in costante aumento. I
tassi standardizzati sono invece stimati stabili a partire dal 2000. Questi
andamenti sono spiegabili dall'effetto combinato di invecchiamento della
popolazione e livelli di rischio in aumento per le generazioni nate prima del
1950. Forti sono le differenze con il Regno Unito, dove l’incidenza
diminuisce già a partire dal 1990, e con i paesi del Nord e Est Europeo
(Olanda, Svezia e Polonia) stimati ancora in crescita al 2005.
Conclusioni
I dati di prevalenza di
fumatori nella popolazione italiana (fonte: ISTAT) concordano con il quadro
offerto dagli indicatori epidemiologici: la riduzione dei fumatori maschi è
chiara a partire dal 1980 (da 55% nel 1980 a 32% nel 2000). Mentre la
percentuale di fumatrici si avvicina a quella maschile (da 11% nel 1970 a
18% nel 2000), ma sembra stabile nell’ultimo decennio. Per quanto le
proiezioni indichino una riduzione del rischio, si è ancora lontani dalla
fine dell’emergenza. Per le fasce più anziane di popolazione si stima infatti
incidenza elevatissima negli uomini, e ancora in crescita nel futuro per le
donne. Cruciale è l’attività di prevenzione nelle generazioni più giovani.