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a cura dell'Istituto superiore di sanità

Congresso del Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica 2002

Andamenti italiani ed europei dei tumori polmonari: differenze tra generi e proiezioni

R. De Angelis, I. Corazziari, R. Capocaccia  e S. Francisci, Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Superiore di Sanità

 

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La mortalità per il tumore del polmone è caratterizzata, nell’ultimo trentennio, da una forte variabilità temporale, per genere e area geografica, a fronte di minimi miglioramenti nella sopravvivenza. Se da un lato, la consolidata conoscenza del fattore di rischio principale, semplifica l’interpretazione di tale variabilità, in termini di evoluzione delle abitudini al fumo, dall’altro lo studio comparativo dei trend di incidenza contribuisce a valutare: 1) l’impatto sanitario della patologia tumorale prevalente negli uomini 2) l’evoluzione del rischio crescente nelle donne 3) l’effetto delle campagne di prevenzione.

Obiettivi
Scopo della presentazione è mostrare stime e proiezioni di incidenza per il tumore polmonare in Europa. Particolare attenzione è stata rivolta al quadro descrittivo per i dati Italiani, arricchito delle informazioni relative agli andamenti temporali della prevalenza di fumatori.

Materiali e metodi
L'analisi è stata condotta nell’ambito dello studio EUROPREVAL, che si proponeva di descrivere incidenza e prevalenza per tumore nei 17 Paesi Europei partecipanti. La metodologia utilizzata permette di ricostruire stime nazionali anche laddove i Registri Tumore (RT) non raggiungono la copertura totale. La stima è basata sulla regressione dei dati nazionali di mortalità (fonte: statistiche ufficiali rese disponibili dall'OMS). La mortalità attesa è espressa in termini di incidenza e sopravvivenza: i) l’incidenza è una funzione logistica di età, periodo e coorte di diagnosi; ii) la sopravvivenza è ricavata da una modellizzazione dei dati osservati (fonte: studio EUROCARE II) con modelli parametrici misti in ipotesi di guarigione.

Risultati
In Italia, per quanto riguarda gli uomini, si è osservato un rapido e  forte incremento del rischio a partire dagli anni ‘70 e, all’inizio del decennio ’90, una inversione di tendenza che si mantiene stabile nelle proiezioni (si stima nel 2010 il raggiungimento degli stessi livelli di incidenza del 1980). Questo stesso andamento si stima in quasi tutti i Paesi Europei, con un decremento addirittura anticipato nei paesi che presentavano, già negli anni ’70, incidenze molto elevate (Regno Unito e Olanda). Fanno eccezione i Paesi dell’Est Europeo, e la Spagna.
Mortalità e incidenza nelle donne Italiane, pur restando molto al di sotto dei livelli registrati negli uomini (nel 2000 il tasso di incidenza per 100,000 è circa 20 contro 100 per gli uomini), sono in costante aumento. I tassi standardizzati sono invece stimati stabili a partire dal 2000. Questi andamenti sono spiegabili dall'effetto combinato di invecchiamento della popolazione e livelli di rischio in aumento per le generazioni nate prima del 1950. Forti sono le differenze con il  Regno Unito, dove l’incidenza diminuisce già a partire dal 1990, e con i paesi del Nord e Est Europeo (Olanda, Svezia e Polonia) stimati ancora in crescita al 2005.

Conclusioni
I dati di prevalenza di fumatori nella popolazione italiana (fonte: ISTAT) concordano con il quadro offerto dagli indicatori epidemiologici: la riduzione dei fumatori maschi è chiara a partire dal 1980 (da 55% nel 1980 a 32% nel 2000). Mentre la percentuale di fumatrici si  avvicina a quella maschile (da 11% nel 1970 a 18% nel 2000), ma sembra stabile nell’ultimo decennio. Per quanto le proiezioni indichino una riduzione del rischio, si è ancora lontani dalla fine dell’emergenza. Per le fasce più anziane di popolazione si stima infatti incidenza  elevatissima negli uomini, e ancora in crescita nel futuro per le donne. Cruciale è l’attività di prevenzione nelle generazioni più giovani.

 

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