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a cura dell'Istituto superiore di sanità

Congresso del Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica 2002

Ricoverarsi a Roma: le infezioni ospedaliere presso l’Azienda Ospedaliera “San Camillo–Forlanini”

Faria S.*, Di Renzi M.*, Gabriele S.*, Sodano L.**
* Università degli Studi “La Sapienza”, Roma
** Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini”, Roma

 

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Obiettivo: stimare la frequenza puntuale delle infezioni ospedaliere (IO) in atto.

 

Disegno: indagine di prevalenza, condotta dal 12 al 24 novembre 2001 in 18 unità operative (UO) di chirurgia e 8 di terapia intensiva/rianimazione (area critica), per complessivi 568 posti-letto. Le infezioni studiate sono: infezioni del sito chirurgico (ISC), infezioni delle vie urinarie (IVU), polmoniti, batteriemie primitive, infezioni associate a catetere intravascolare centrale (CIC). Si sono usate le definizioni dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), USA, escluse le polmoniti (protocollo europeo HELICS). Mediante una scheda ad hoc, sono state raccolte informazioni relative a: caratteristiche demografiche, percorso assistenziale, procedure invasive, uso di antibiotici, eventuali infezioni. L’input, il controllo di qualità e l’analisi dei dati sono stati effettuati ricorrendo al software EPI INFO 2000.

 

Risultati: Sono stati reclutati 517 pazienti, di cui il 50,5% operati, con un tasso di prevalenza di IO in atto pari al 6,6% (95% IC 4,6%-9,1%) e di pazienti infetti del 5,8% (95% IC 3,9%-8,2%). Le IO sono così distribuite per localizzazione: ISC 50%, IVU 20%, batteriemia primitiva 15%, infezioni associate al CIC 12%, polmoniti 3%. La prevalenza delle infezioni nosocomiali è più elevata nell’area critica rispetto a quella chirurgica (16,7% versus 4,8%, p<0,01). La frequenza puntuale di ISC per équipe chirurgica è compresa nel range 0%-23,5%. In 29 IO si sono identificati 33 microrganismi, di cui i più frequenti sono: Staphylococcus aureus (28%), Pseudomonas aeruginosa (21%), Enterobacter spp. (12%), stafilococchi coagulasi negativi (12%). Le procedure invasive (n=370) sono così distribuite: catetere vescicale 33%, drenaggio chirurgico 26%, CIC 19%, intubazione 14%, nutrizione parenterale totale 8%.

 

Conclusioni: pur con la prudenza necessaria nell’interpretazione dei risultati, l’indagine ha rilevato un’ampia variabilità nella frequenza delle IO, in particolare delle ISC per équipe chirurgica. S’impone, quindi, un approfondimento, mediante studi d’incidenza, in particolare nelle UO a maggiore rischio.

 

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