Registro nazionale ADHD
Nel 2003, a Cagliari, si sono riuniti numerosi specialisti della salute
mentale dell’età evolutiva e rappresentanti delle associazioni mediche
specialistiche, per discutere del percorso diagnostico e del trattamento
delle sindromi da ADHD in Italia. In seguito alla Conferenza, è stato
avviato un processo per l’apertura di un Registro nazionale per l’ADHD,
primo esempio al mondo nel suo genere, che inizierà ad operare nel settembre
2004 con l’avvio del prossimo anno scolastico.
Il
documento finale della Conferenza conteneva le seguenti raccomandazioni:
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la diagnosi di ADHD, e degli altri disturbi con sintomi simili, deve essere fatta ad opera di operatori della salute mentale dell'età evolutiva e deve coinvolgere, sempre e sin dall'inizio, oltre al bambino, i suoi genitori, gli insegnanti e il pediatra di famiglia: devono essere raccolte, da fonti multiple, informazioni sul comportamento e la compromissione funzionale del bambino e devono sempre essere considerati sia i fattori culturali che l'ambiente di vita. A tal fine è particolarmente utile l'uso di strumenti quali questionari (es. Scale Conners e ADHD-RS, SCOD) e le interviste diagnostiche (es. Kiddie-SADS e PICS-IV), opportunamente standardizzati e validati, possibilmente su campioni italiani. Secondo i promotori del Registro nazionale, un’attenzione particolare va posta su questo punto proprio per evitare di applicare criteri di diagnosi relativi a contesti culturali diversi dal nostro, come sono ad esempio quelli americani, considerando a questo scopo anche la definizione di caso proposta dall’Oms, più conservativa e restrittiva rispetto a quella del DSM-IV.
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il programma di trattamento deve prevedere consigli e supporto per i genitori e gli insegnanti, oltre a interventi psicologici specifici. La terapia con farmaci dovrebbe essere intrapresa solo se indicata da un neuropsichiatra infantile, in accordo con le evidenze riconosciute dalla comunità internazionale internazionale e tenuto conto degli aspetti psicologici e sociali del bambino e della sua famiglia. Il neuropsichiatra infantile deve anche coordinare e monitorare con gli altri operatori e la famiglia il percorso assistenziale del bambino
Dalla Conferenza si è quindi avviato il processo per l’apertura del Registro
italiano, che sarà coordinato dal Dipartimento del Farmaco dell’Istituto
Superiore di Sanità e dalla Direzione Generale dei Medicinali e dei
Dispositivi Medici del Ministero della Salute in collaborazione con la
Conferenza permanente degli Assessori alla Sanità delle Regioni e delle
Province autonome di Trento e Bolzano.
Il registro è istituito al
fine di garantire accuratezza diagnostica ed appropriatezza terapeutica.
Secondo quanto previsto dal Registro infatti, i bambini con manifestazioni
indicative di ADHD saranno inviati dai propri pediatri, dai medici o
psicologi scolastici, dagli insegnanti o dal consultorio familiare, ai
Centri di riferimento regionale che dovranno elaborare la diagnosi e
valutare il miglior approccio terapeutico possibile.
In caso di terapia farmacologica, i Centri di riferimento predisporranno
il piano terapeutico e invieranno il bambino al pediatra di libera scelta
(PLS) per la prescrizione del metilfenidato. Lo stesso pediatra prescriverà
il farmaco e effettuerà una visita standardizzata di follow up, inviando i
dati all’ISS che inserirà i casi in un database e manterrà il Registro,
inviando trimestralmente ai Centri di riferimento regionale un’analisi
descrittiva del Registro stesso.
Il trattamento verrà monitorato dal
pediatra e visitato dai Centri di riferimento regionale dopo un mese, due
mesi, sei mesi, un anno per valutare la risposta al trattamento.
Il
trattamento farmacologico è effettuato principalmente con terapia a base di
metilfenidato (commercialmente noto con il nome di Ritalin®), uno stimolante
del sistema nervoso centrale che dopo essere stato ritirato dal commercio in
Italia nel 1989, è stato ora riammesso dalla Commissione unica del farmaco
(Cuf) per usi previsti all’interno del percorso indicato dal Registro
nazionale.