I 1000 giovedì di EpiCentro
«Non si può negare che il numero “1000” abbia un fascino tutto particolare nella nostra cultura. Lontano dal mitico milione o dagli astrusi diecimila, è il punto in cui il quotidiano si affaccia sul mito: le Mille e una notte, i Mille di Garibaldi, le Millemiglia… Però mille non è solo un traguardo prestigioso: è piuttosto un punto di svolta dal quale ripartire verso ulteriori orizzonti, come l’alba dopo l’Anno Mille, o le 1003 dame d’Ispagna nel Catalogo di Leporello delle conquiste del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte. Il “millesimo” cliente è più fortunato degli altri perché magari lo aspetta un premio o un festeggiamento: e questa è proprio la sensazione che provo oggi nell’avere l’onore di scrivere queste righe di celebrazione per la 1000sima uscita di EpiCentro, sito tematico di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Io sono arrivato a essere testimone privilegiato del suo processo costante e settimanalmente cadenzato di gestazione, crescita e presentazione soltanto poco più di due anni fa - che sono poco rispetto agli oltre venti anni della sua storia - ma tanto è bastato per aggiungere all’ammirazione che avevo da semplice utente l’orgoglio per essere parte di questa solida e prestigiosa realtà» racconta Giovanni Capelli, Direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS) dell'ISS.
«Correva l’anno 2001 quando, per la prima volta, pubblicammo EpiCentro, un sito pensato per rivolgersi agli operatori sanitari offrendo loro un supporto utile al lavoro quotidiano, ma anche per essere la loro voce, pubblicandone i contributi e le esperienze nella sanità pubblica. Avevamo capito, grazie anche alle intuizioni di Paolo D’Argenio e Nancy Binkin, esperti epidemiologi e compagni di strada, che l’affermarsi quasi esplosivo di internet anche nel mondo istituzionale era un’occasione troppo importante e da non trascurare di costruire un ponte di comunicazione con la rete delle ASL, con quel territorio che deve dialogare con l’attore centrale per realizzare i programmi e le politiche sanitarie» spiega Donato Greco, MD Specialista in Malattie infettive, Igiene e sanità pubblica, Epidemiologia e statistica sanitaria.
Fin dal suo inizio (1979) il reparto malattie infettive di quello che allora era il Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica (LEB) dell’ISS aveva prestato attenzione alla comunicazione: con il terremoto irpino del 1980 c’era stata una sorta di sperimentazione telematica di comunicazione, attivando una rete di telefax che quotidianamente comunicavano al reparto le sindromi infettive dei campi dei terremotati (la prima esperienza di una rete sanitaria del Paese). Nello stesso anno nasce il Bollettino Epidemiologico Nazionale che rapidamente raggiunge (via posta) oltre 5000 operatori: l’antesignano del BEN di oggi che è diventato una rivista scientifica di sanità pubblica. Nello stesso anno parte una lunga serie di corsi di formazione intensiva in molti campi dell’epidemiologia, anche questa una leva importantissima per mettere in contatto chi lavora in epidemiologia e prevenzione: in 40 anni decine di migliaia di operatori della sanità pubblica del Paese fanno un’esperienza in ISS e nasce così un pubblico numeroso e fedele, una connessione costante tra gli operatori delle ASL, l’accademia, e il LEB.
«Diventa sempre più evidente la necessità di definire il bisogno di salute della popolazione in modo sistematico e scientificamente robusto: fino a quel momento una pletora di indagini demoscopiche parziali presentava un quadro confuso e molto parcellizzato. Attenti all’esperienza dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, matura l’idea di offrire un “orecchio” alle informazioni sulla salute: nasce così il sistema PASSI e le successive sorveglianze di popolazione, sistemi di indagini campionarie sistematiche che rilevano in continuo aspetti di salute della popolazione: i cittadini e gli operatori di sanità pubblica “parlano” continuamente con l’ISS.» continua a spiegare Greco. Si erano create tutte le condizioni anche: «per un vero e proprio salto di qualità della comunicazione istituzionale: le esperienze di raccolta e condivisione dei dati, le analisi sui determinanti di salute per orientare le politiche e i programmi, le esperienze sul campo e l’abitudine a lavorare in rete, la disponibilità ad aggiornarsi periodicamente negli opportuni spazi di formazione, ma anche nel confronto tra colleghi. Quello che manca ancora è uno spazio virtuale, disponibile, di facile accesso e aggiornato regolarmente e puntualmente. Ci sono però risorse umane e professionali per gli specifici aspetti editoriali, grafici e informatici: si parte! Nasce EpiCentro. Nonostante le premesse ci fossero tutte, rimaniamo comunque stupiti dell’immediato successo dell’iniziativa: si arriva rapidamente alle migliaia di contatti quotidiani e, in poco tempo, il sito diventa uno strumento di referenza della sanità pubblica italiana», ricorda Greco.
«Puntualmente aggiornato ogni giovedì da oltre vent’anni ormai il sito conta oltre 7 milioni di utenti l’anno».
Giovanni Capelli riportando il discorso a oggi sottolinea che «in un'epoca in cui l’approccio ai dati, ai metodi e ai risultati scientifici è spesso superficiale, banalizzato o – peggio – utilizzato solo a fini strumentali, l’attenzione di EpiCentro alla possibilità di accedere ai dati di molte delle sorveglianze gestite dall’ISS (partendo da un livello di insieme fino ad arrivare a dettagli scelti personalmente dall’utente) ha un grande valore nel quale noi in ISS ci riconosciamo e che continueremo sempre a promuovere e difendere. La possibilità di avere aggiornamenti sulle news nazionali e internazionali, sui temi del momento e sulle opportunità di incontro e formazione continua a rappresentare una risorsa importante e costante per la comunità di tutti i professionisti della sanità pubblica».
«Nonostante l’incredibile proliferazione dei nuovi social media e di siti dedicati alla salute, EpiCentro dell’ISS resta il consolidato riferimento non solo per chi lavora in sanità pubblica, ma anche per i tanti che cercano informazioni scientifiche attendibili e verificate», chiosa Greco.
«Certamente, in vent’anni di lavoro quotidiano, 1000 uscite settimanali, per un totale di circa 8600 pagine web e 12 mila documenti pubblicati, può capitare che a volte si trovi qualche contenuto che, magari valido in un certo momento, nel tempo abbia perso la sua attualità. E di questo, certamente, ci dispiace e cercheremo sempre di migliorare, anche grazie alle gentili segnalazioni che ogni tanto ci capita di ricevere dai nostri utenti. Segnalazioni che sono per noi anche la misura di quanto le nostre - permettetemi di dire “nostre” - pagine siano sempre oggetto di attenzione e di grandi aspettative da parte di chi le consulta. EpiCentro è da sempre anche un prodotto collettivo. Grazie, quindi, a chi lo ha immaginato, a chi lo ha fatto nascere e sviluppato, grazie a chi lo alimenta e lo cura ogni giorno e grazie a chi continua ad accedere alle sue pagine con il rispetto e l’entusiasmo di cui ci permettiamo di essere fieri e grati nello spesso tempo. Con l’augurio che Epi-Centro resti ancora - per altri mille e mille numeri - un “Centro” di riferimento per chiunque si occupi di Epidemiologia e di Sanità Pubblica, come fin dalla scelta del suo nome si è candidato a essere» conclude Giovanni Capelli.